Torna a crescere l’export in Molise: nei primi nove mesi del 2015 risultati migliori della media nazionale

Dopo il calo registrato nel secondo trimestre del 2015, aumentano in maniera considerevole le esportazioni in Molise: +32% l’aumento congiunturale nel terzo trimestre 2015; da inizio anno la crescita tendenziale dell’export regionale (+9,4%), supera il risultato nazionale (+4,2%) e quello medio delle regioni meridionali (+7,9%). Aumentano anche le importazioni di merci sia nel confronto con il trimestre precedente (+51,9%) sia nel confronto con i primi nove mesi del 2014 (+37,4%). Resta negativo il saldo di bilancia commerciale. Sono questi i principali risultati dei dati resi noti dall’Istat e commentati dall’Ufficio Studi e ricerca di Unioncamere Molise.
Da inizio anno la crescita tendenziale dell’export rimane sostenuta, con l’Italia meridionale (+7,9%) che consegue l’incremento più ampio delle vendite all’estero. Anche per la ripartizione nord-orientale (+5,0%) l’incremento è superiore alla media nazionale (+4,2%). La ripartizione centrale (+4,2%) e nord-occidentale (+3,6%) sono comunque in espansione sui mercati esteri; soltanto per le Isole si registra una contrazione (-4,4%).
Tra le regioni che forniscono un contributo rilevante alla crescita tendenziale dell’export nazionale nei primi nove mesi del 2015 si segnalano: Piemonte (+8,7%), Veneto (+5,8%), Lazio (+13,0%), Lombardia (+2,1%) ed Emilia Romagna (+3,9%). Per contro, le regioni che contribuiscono negativamente alla crescita dell’export nazionale sempre nello stesso periodo sono Sicilia (-9,1%), Liguria (-5,3%) e Marche (-2,7%).
Il Molise contribuisce in maniera poco rilevante in termini di export totale nazionale sia verso i Paesi Ue che verso quelli Extra-UE (appena lo 0,1% in entrambi i casi) e vede diminuire il valore delle merci esportate verso i Paesi Ue dell’1,4%, mentre vede aumentare le esportazioni dirette verso i Paesi extra-UE del 32,9%.
Nel dettaglio, il 66,2% del totale esportato dalla nostra regione nei primi nove mesi del 2015 è destinato all’Europa, mentre la restante parte prende le direzioni di America settentrionale (13,6%), Asia centrale (7,7%), Africa e Asia orientale (3,6%), America centro-meridionale (2,9%), Medio Oriente (2,1%) e Oceania (0,4%).
Il confronto con ciò che accadeva nei primi nove mesi del 2014 evidenzia una flessione marcata dell’export verso l’Africa (-44,8%), verso l’Europa (-1,0%) e verso l’Asia orientale (-10,3%).
Di contro aumentano le esportazioni verso l’America settentrionale e verso l’America centro meridionale. Segnano un aumento anche le esportazioni verso il Medio Oriente, mentre restano stabili le esportazioni verso l’Oceania.
Discorso a parte merita l’aumento esponenziale delle merci destinante all’Asia centrale. Tale risultato, infatti, è da attribuirsi interamente alle esportazioni verso il Kazakistan: nei primi nove mesi del 2015 le esportazioni hanno registrato un valore pari a circa 22 milioni di euro. Per rendere l’idea lo scorso anno nello stesso periodo le esportazioni verso tale Paese erano state pari a circa 35 mila euro. Si tratta principalmente di esportazioni di tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio.
Da un’analisi merceologica si evidenzia che, con circa il 41% del totale, sono i prodotti chimici (chimica, gomma e plastica) quelli che il Molise esportata maggiormente, seguiti poi da macchinari e materiale da trasporto con il 18,8%, dai prodotti alimentari (incluse le bevande) con il 17% e dai prodotti finiti classificati principalmente secondo la materia prima (tra cui si segnalano principalmente gli articoli di minerali non metallici, carta, cartoni e lavori di pasta cellulosa) con il 13,6% del totale.
Ad un anno di distanza, poi, aumentano le esportazioni, di macchinari e materiale da trasporto (+46,2%), di prodotti chimici e prodotti connessi (+16,7%) e di prodotti finiti classificati secondo la materia prima (+53,7%).
Dall’altro lato, i prodotti che hanno mostrato una diminuzione nel volume di merce esportata sono stati i combustibili minerali, lubrificanti e prodotti connessi (-57,6%) e i prodotti alimentari e bevande (-18,6%).

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