Rischio di 20mila esuberi. Cisl Poste lancia l’allarme

Allarme Cisl sulle Poste. Assemblee su tutto il territorio molisano.“Le voci sul piano industriale di Poste Italiane, che il nuovo Amministratore Delegato Francesco Caio sta preparando, indicano in 17-20mila gli esuberi, su un organico di circa 140mila dipendenti “lo ha affermato il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro, incontrando i lavoratori . “Poste Italiane ha registrato una semestrale in perdita di oltre 200 milioni di euro rispetto alla precedente del 2013 e, se a fine anno verranno riconfermati questi dati, corriamo il rischio di chiudere con la metà degli utili dello scorso anno – sottolinea con preoccupazione il Segretario Abruzzo-Molise della CISL Poste Antonio D’Alessandro –. Questo dimostra che siamo legati ad un filo doppio anche alle decisioni del Governo per quanto riguarda il nuovo contratto di programma, il servizio universale e il mantenimento degli Uffici Postali anche nei territori a bassa redditività e densità abitativa, il rinnovo dell’accordo con Cassa Depositi e Prestiti per la collocazione dei libretti postali e dei buoni fruttiferi”. Riguardo alla privatizzazione del Gruppo Poste, Antonio D’Alessandro rimarca come nel progetto che sembra delinearsi sia stata cancellata dal nuovo Esecutivo e dal Ministero dell’Economia e Finanze la quotazione in Borsa così come ragionata con il governo Letta, depennando la quota di azioni gratuite riservata ai dipendenti di Poste Italiane e la possibilità di esprimere un rappresentante dei lavoratori-azionisti in Consiglio di Amministrazione. Per il Premier Letta, Poste Italiane era l’azienda più adatta per sperimentare nel nostro Paese forme di democrazia economica ed una governance fondata sulla partecipazione dei lavoratori al capitale per l’indirizzo e il controllo delle scelte del management. “Ma il nuovo corso della dirigenza di poste va contromano – riferisce Antonio D’Alessandro – sono oltre sei mesi che la nostra azienda è paralizzata in attesa del nuovo piano industriale che non sembra aver luce neanche per il mese di novembre, i tavoli di relazioni industriali sono fermi, nessuna riunione per il confronto sul rinnovo contrattuale, perdite di ricavi. Un’organizzazione come la nostra che da sempre ha accompagnato la trasformazione di Poste Italiane, rappresentando il fattore vincente, dichiara che il tempo dell’attesa alle risposte è terminato. Ci era stato chiesto di dare tempo al nuovo management per conoscere Poste Italiane e per presentare il piano industriale: essendo un sindacato responsabile abbiamo rispettato l’esigenza del nuovo A.D., ma ora abbiamo terminato il tempo a disposizione.”

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