Riforma delle professioni sanitarie: OSS riconosciuti nell’Area Socio Sanitaria. La proposta del Migep

Rivoluzione in arrivo per le professioni sanitarie: gli OSS, Operatori Socio Sanitari, verranno finalmente riconosciuti, mentre gli infermieri potrebbero guadagnare il ruolo di “specialisti”. La bozza dell nuovo documento di indirizzo su “Personale dei livelli – Triennio contrattuale 2016/2018“, messo in piedi dal Comitato di Settore Comparto Regioni e Sanità potrebbe rivoluzionare le professioni sanitarie e quelle tecniche. Infatti, se da una parte gli Infermieri guadagnano il ruolo di “specialisti“, per la prima volta vengono riconosciuti gli OSS. Per loro nasce l’Area Socio-Sanitaria.
Lo rende noto la Federazione Migep in un comunicato diffuso agli organi di informazione, dove rivendica le lotte e gli sforzi economici per giungere a questo obiettivo. Va ricordato che gli Operatori Socio Sanitari in Italia sono circa 330.000 (250.000 quelli riconosciuti come tali, il resto in fase di “revisione”). L’unico profilo professionale istituito con una metodologia propria di quest’area è l’OSS.
L’Operatore Socio-Sanitario iscritto in questo nuovo settore, si legge nella bozza, “avrebbe una giusta collocazione, risolvendo, alla radice, le questioni controverse legate al suo attuale inquadramento nel ruolo tecnico da una parte e dall’altra porrebbe nella giusta dimensione, il rapporto di collaborazione con le professioni sanitarie e sociali ad iniziare da quella infermieristica.”
“La costituzione reale di quest’area delle professioni socio-sanitarie potrebbe dar corso a nuove legittimità ed operatività professionali in un ambito di intervento nel quale iscrivere alcune criticità attuali, relative a particolari profili che, nella suddivisione rigida in ruoli, non sono riusciti a trovare una adeguata collocazione e ai quali, invece, appare necessario rispondere positivamente cogliendo l’esigenza di dare ad operatori e professionisti il riconoscimento formale anche nella contrattazione nazionale – si legge ancora nel documento – in questa area andrà individuato un inquadramento adeguato e coerente per tutti quei profili professionali che non sono riconosciuti appieno all’interno dell’attuale sistema professionale sanitario, ma che nella visione nuova di tutela della salute, ricoprono funzioni utili ed efficaci per il “piano terapeutico” e per l’intera organizzazione del lavoro e che nel tavoli di confronto della stagione contrattuale siano necessari al sistema di tutela della salute. In altri termini si darebbe così vita ad un nuovo e discontinuo scenario caratterizzato da un diverso pluralismo professionale più adeguato e funzionale non solo ad interpretare, ma anche a soddisfare i bisogni di salute e rispondendo così positivamente all’evoluzione della organizzazione del lavoro nella prevista integrazione socio sanitaria” – conclude la bozza.

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