Il TAR Lazio – Sezione IV Quater, ha accolto il ricorso presentato da una candidata esclusa
ingiustamente dalla procedura straordinaria di reclutamento dei Dirigenti scolastici, prevista dal
D.M. 107/2023, riconoscendo il suo diritto all’inserimento nella graduatoria dei Dirigenti scolastici.
La ricorrente aveva partecipato al concorso indetto con il Decreto del Direttore Generale del
M.I.U.R. n. 1259 del 23 novembre 2017 risultando idonea ma non vincitrice, e aveva avviato nei
termini di legge un ricorso contro l’esito della prova orale. Come lei altri candidati si erano trovati
nella stessa situazione, idonei ma non vincitori, per questo ricorrenti in giudizio.
Per dare una
seconda possibilità a questi candidati era stata varata una legge, la n. 14 del 24 febbraio 2023, n. 14.
che prevedeva la loro partecipazione alla procedura ad hoc per il reclutamento straordinario del
personale dirigenziale scolastico di cui al D.M. n.107/2023, con un corso di formazione e una prova
finale, cioè coloro che avessero, alla data del 28 febbraio 2023, un giudizio pendente relativo
all’impugnazione delle prove scritte/orali del citato concorso, indetto nel 2017. La candidata aveva
partecipato al corso e fatto la prova finale, ma la pubblica amministrazione l’aveva comunque
esclusa, ritenendo non sussistente il requisito della “pendenza del giudizio” al 28 febbraio 2023, con
una lettura eccessivamente restrittiva del quadro normativo e processuale, perché la candidata
naveva avuto una sentenza negativa che non aveva ancora impugnato, soprassedendo sul fatto che
la stessa avesse in realtà sei mesi di tempo per farlo. La candidata, dunque, tramite lo studio legale
Iacovino e associati, aveva chiesto l’intervento dei giudici amministrativi per la sua infondata
esclusione dal bando.
Il TAR così ha riconosciuto il fondamento delle sue censure difensive, sottolineando un principio di
diritto di assoluta rilevanza processuale e dirimente ai fini del merito: la pendenza di un giudizio
sussiste fino alla scadenza dei termini per proporre appello, anche in presenza di una sentenza
sfavorevole in primo grado. Un’interpretazione costituzionalmente orientata, coerente con le finalità
deflattive volute dal legislatore e rispettosa del principio di parità di trattamento tra candidati.
Grazie a questa decisione, la ricorrente potrà ora essere inserita nella graduatoria definitiva dei
dirigenti scolastici, con possibilità concreta di accedere al ruolo.
Una sentenza che non solo restituisce giustizia a una singola persona, ma contribuisce a orientare
correttamente l’interpretazione del diritto in un settore – quello del reclutamento scolastico – spesso
teatro di contenziosi e incertezze normative.
Esprimono soddisfazione gli avvocati Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, dello studio legale
Iacovino & associati, per aver sostenuto e valorizzato l’interpretazione letterale e sistematica delle
norme, delle regole processuali e della giurisprudenza a tutela dei diritti della loro assistita.
Soddisfatta anche la candidata che ha creduto in una giustizia amministrativa capace di ascoltare e
correggere gli errori, per garantire a tutti pari opportunità e trasparenza.