Il risveglio delle piccole imprese, 25% vuole assumere nel 2015

Da un’indagine dell’Adnkronos emerge che il 25% di piccole aziende , su un campione di oltre mille, distribuite su tutto il territorio nazionale,  dichiara di voler incrementare,nel 2015, il numero dei propri collaboratori entro la fine dell’anno. Si tratta di un primo accenno di ripresa,le piccole imprese che hanno ridotto all’osso negli ultimi anni di crisi il proprio personale hanno l’esigenza di ripartire con nuove assunzioni per rispondere a un primo incremento del volume degli affari,anche se sembra destinata a non tradursi in occupazione stabile.Nelle piccole imprese   l’effetto delle nuove norme del Jobs Act  e della decontribuzione rischia di avere un impatto ancora marginale e la nuova occupazione di essere ancora precaria.Tra le imprese che dichiarano di voler assumere, tre su quattro di quelle sotto i 20 addetti ritengono di non essere pronte a impegnarsi con un contratto a tempo indeterminato. Troppo presto, per considerare duratura una ripresa che appare ancora troppo fragile così come viene considerato troppo oneroso il rapporto di lavoro stabile.La nuova occupazione,oltre che precaria,è anche illegale, crea posti di lavoro fantasma, con rapporti senza alcuna garanzia che durano quanto serve e finiscono senza preavviso,è la flessibilità estrema, che non conosce regole. E la metà delle imprese che ammettono il ricorso al lavoro nero giustifica la propria scelta con l’eccessivo costo del lavoro,molte imprese si dicono disponibili a rientrare nella legalità con condizioni più favorevoli. Il ricorso al nero può essere un passaggio transitorio verso nuova occupazione. Il 30% delle imprese conta, prima o poi, di regolarizzare le posizioni. Il 40%, invece, lo ritiene improbabile ma non lo esclude; quasi un terzo del totale non pensa di poter tornare più ad una occupazione regolare.Evasione,  lavoro nero, contratti impropri. In attesa che portino risultati i controlli che il ministero del Lavoro ha deciso di rafforzare, nell’ambito delle iniziative di contrasto al lavoro irregolare, sull’utilizzo distorto delle tipologie contrattuali flessibili, per identificare quei casi nei quali il ricorso a specifiche tipologie contrattuali, in particolare i contratti di collaborazione a progetto e le partite Iva, maschera rapporti di lavoro subordinato.
Alfredo Magnifico

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