Cgil, Cisl e Uil FP: La riforma della Giustizia è stata il leitmotiv dei Governi degli ultimi venti anni

Le riforme in tale settore hanno avuto due fondamentali e costanti caratteristiche: la settorialità, cioè il fatto di riguardare non il “sistema” nella sua interezza, ma singoli parti di esso;  la carenza di investimenti, pari o vicino allo zero, che hanno condizionato il restante quadro pseudo-riformista. Da indiscrezioni circolate in questi ultimi giorni il Governo avrebbe in animo di ridefinire, di nuovo,  la geografia giudiziaria attraverso la razionalizzazione dei distretti di Corte d’Appello ed ulteriore razionalizzazione della geografia dei circondari di tribunale.
Come si evince dalla Relazione tecnica sulle misure per l’ulteriore razionalizzazione della geografia giudiziaria, pubblicata sul sito web del ministero della giustizia,  il 13 agosto u.s.,  i criteri da adottare  per decidere gli uffici da sopprimere sono “rigorosi criteri  inerenti all’estensione del territorio,  al numero degli abitanti, ai carichi di lavoro e all’indice delle sopravvenienze”  ma si precisa anche che “Occorrerà naturalmente tenere conto della specificità territoriale del bacino di utenza, ivi inclusa la specifica e aggiornata situazione infrastrutturale, dell’effettivo tasso d’impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare progressivamente il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane”.
Queste OO.SS. non si trincerano dietro un conservatorismo contro le riforme, ma disdegnano e opporranno resistenza, a tutti quei provvedimenti che penalizzano ancor di più, quei cittadini delle aree minori che si vedono ormai da decenni, calpestati nella loro dignità
Gravissimi e incomparabili, risulterebbero i danni perpetrati all’intero territorio Molisano, dalla chiusura della Corte d’Appello di Campobasso, che comporterebbe lo smembramento di tanti altri uffici Giudiziari, come Procura Generale, Tribunale di Sorveglianza, Tribunale e Procura Minorenni e Procura Distrettuale Antimafia, Tribunale del Riesame e in breve tempo anche alla soppressione della Corte dei Conti, dell’Avvocatura dello Stato  e del Tar Molise, la riduzione del personale delle forze dell’ordine e  tutto ciò inciderebbe sulla tenuta complessiva delle difese dai tentativi di infiltrazione delle organizzazioni criminali delle regioni vicine .
D’altro lato la massiccia chiusura degli uffici giudiziari (la cosiddetta. riforma della geografia giudiziaria) ha già ingolfato gli uffici “accorpanti” senza procurare significativi risparmi, lasciando i cittadini in funesta  attesa per vedersi riconoscere il diritto ad avere giustizia.
Nella relazione si legge anche che “ il personale di magistratura e quello amministrativo entrino di diritto a far parte dell’organico delle corti di appello o delle procure generali presso le corti di appello, cui saranno trasferite le funzioni degli uffici soppressi”.
In tale maniera si violerebbe la disposizione secondo cui il personale amministrativo non può essere trasferito di  ufficio in sedi ubicate ad una distanza maggiore di 50 Km?
A nostro avviso occorre sostenere un percorso che miri a una giustizia rapida ed efficiente, eliminando duplicazioni ed inefficienze ma occorre soprattutto garantire un servizio giustizia di qualità in tutto il territorio nazionale  a garanzia della collettività e ciò non può non passare attraverso la valorizzazione e la riqualificazione del personale, e la realizzazione di un piano di investimenti adeguato ed un serio progetto di ammodernamento che coinvolga tutti gli operatori della giustizia al fine di rendere al cittadino un diritto, sancito dalla Costituzione, fondamentale ed irrinunciabile in un Paese civile.
Il nostro impegno come organizzazioni sindacali territoriali è quello di farci portavoce di tali istanze presso tutte le autorità competenti e scongiurare l’attuazione di questo disegno che  smantella la presenza dello Stato sul territorio aumentando la sua distanza dai cittadini e dai loro bisogni: difatti ciò produce solo un aumento delle diseguaglianze; mortifica i territori; porta ad un aggravio dei costi per strutture e personale.
Non ci arrendiamo alle logiche spartitorie per dimensione e rivendichiamo di essere ancora una regione d’Italia, che seppur considerata “piccola” ha comunque la dignità riconosciuta costituzionalmente.

CGIL FP Nicola Farina
Cisl FP Mario della Ventura
Uil PA Vincenzo Bredice

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