Badanti: centomila senza permesso. Cosa farà il nuovo Governo?

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel discorso al Senato per la fiducia sul nuovo governo “giallo-verde” ha detto: «Ci adopereremo per rendere effettive le procedure di rimpatrio» .
L’ espulsione degli irregolari è il piano di battaglia vincente, del neo ministro dell’Interno, Matteo Salvini ed è uno dei punti, rimarcati, nel contratto di governo firmato da Movimento cinque stelle e Lega.
La stima degli stranieri irregolari sul nostro territorio è di circa 500mila persone, tra questi almeno 100mila sono colf e badanti, cioè assistenti familiari che, quotidianamente, si prendono cura di anziani e persone non autosufficienti.
Cosa farà il nuovo governo? Deciderà di espellere anche loro o, come già successo in passato col governo Berlusconi, sta pensando a una sanatoria?
Negli anni il numero di lavoratori domestici irregolari, senza permesso di soggiorno, è diminuito ma rimane una fetta consistente del fenomeno.
Gli assistenti familiari sono quantificabili in circa un milione, di questi almeno 70-80mila sono senza permesso di soggiorno, perchè la normativa non ha dato loro la possibilità ottenerlo, le colf irregolari sono almeno 20 mila, 100mila che rientrano nel conteggio dei 500mila da espellere.
Gli slogan lanciati in campagna elettorale vogliono far credere che i rimpatri riguardano solo quelli che arrivano via mare, non è vero, è un fenomeno che non ha nulla a che fare coi flussi, riguarda le persone straniere che vivono in Italia da anni, in alcuni casi sono componenti fondamentali di settori, come edilizia o assistenza ai malati».
Il lavoro di colf e badanti rappresenta una ciambella di salvataggio per le famiglie in difficoltà, ma è una piaga sociale ed economica da sanare,i numeri dell’assistenza domiciliare sono alti, le badanti senza permesso di soggiorno lavorano, per forza di cose, senza regolari contratti, è allarmante la cifra dei lavoratori fantasma: si tratta di un milione di badanti in nero».
La spesa dei Comuni in welfare è aumentata del 20,7% in 10 anni, nel 2015 la spesa per i servizi sociali è stata di 7 miliardi di euro, lo 0,42% del Pil nazionale, dal 2013 al 2015 la spesa pro capite è rimasta invariata a 114 euro, al Sud, decisamente inferiore da 50 euro pro-capite si passa a valori superiori a 100 euro annui in tutte le altre ripartizioni, con massimo 166 euro per il Nord-Est.
Alfredo Magnifico

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