Politica/Tic, Tac anzi Toc, accidenti forse qualcosa non va!

Basterebbe il titolo per chiudere l’articolo quotidiano. Invece, no, perché corre l’obbligo evidenziare come le cose sono sempre più fuori regola tanto da utilizzare i mezzi più svariati per non far apparire la situazione di precarietà che ci attanaglia da moltissimi anni. Precarietà che, a quarantottore dalla scissione materiale, che ha portato alla instabilità politica anche nel Molise con abbandoni eccellenti, leggasi Totaro, Leva e altri, ha iniziato a instaurare nei palazzi della politica uno stato di sbandamento, prova ne sia finanche la sigla che da PD si è trasformata in DP; il che fa pensare a poca fantasia creativa, soprattutto quando si tratta del nuovo. Una situazione di totale disarmonia che si potrebbe paragonare a un orologio in cui oltre al TIC e TAC si è aggiunto un TOC; una stonatura insomma. Una stonatura che evidenzia come il meccanismo che scandisce le ore perde sempre più colpi. Per quelli che assistono allibiti alla disfatta del sistema, le esternazioni, le elucubrazioni, le rivendicazioni di prima genitura, ma soprattutto di rassicurante paternità, crea lo stesso stato d’animo dei protagonisti de “il deserto dei Tartari”. Il romanzo di Dino Buzzati in cui i militari d’istanza nella fortezza Bastiana attendono invano l’arrivo dei Tartari che, alla fine, non arrivano se non sotto forma di miraggio creando scompiglio e allarmismo isterico. Un segno che evidenzia come la molla di caricamento del meccanismo è giunta al punto di massima tensione. La quale, se non allentata, si romperà causando ancora più distonie. Vedete quando in una realtà come il Molise che, potrebbe essere il banco di prova ideale per attuare il rilancio definitivo in tutti i campi, ci si accorge che il non sincronismo cozza con il resto del meccanismo le soluzioni per riportare tutto alla sincronismo iniziale sono due: o si procede alla sostituzione totale degli ingranaggi; il che è impossibile per mancanza di “pezzi di ricambio” perché non più sul mercato, o si arresta l’intero meccanismo. Due soluzioni che, se attuate, anche se dolorose, permetterebbero al Molise di recuperare il terreno perduto. Una regione in cui, sempre di più, si sentono gli effetti deleteri creati della ruggine. La quale, corrode e fa cadere letteralmente a pezzi quel poco di buono che ancora resiste. Una regione che, tra mille contraddizioni, ostenta agli occhi di chi non conosce cosa si cela dietro la facciata, benessere e sicurezza, senza sapere che è tutto posticcio. Una regione in cui neanche “l’orologiaio di Graz” mitico personaggio dell’Austria dell’ottocento, curatore degli orologi dei regnanti di mezza Europa dell’epoca, sarebbe in grado di eliminare il fastidiosissimo TOC e non ha capito che è arrivato il momento di chiudere “l’orologio” nella scatola degli “oggetti demodé” perché la stagione politica è decisamente cambiata.

Massimo Dalla Torre

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