Comunali di Campobasso: verso il voto ma senza proposte

comunalicbA partire da oggi mancano poco più di cento giorni alla presentazione delle liste che dovranno sostenere i candidati a Sindaco per il comune capoluogo.Un’inezia, praticamente. Nonostante questo, forse presi dalle varie problematiche sociali, economiche e lavorative che attanagliano la nostra terra, poco ci si sta dedicando a tale “evento”. E questa “regola” sembra esser uguale per tutti coloro che dovrebbero avere un ruolo chiave nella competizione. Poco o nulla, infatti, si sta verificando sul tema dove tutti gli schieramenti gongolano e conducono un’accennata partita di scacchi in merito al discorso delle primarie di coalizione, che impegneranno centro destra e centro sinistra nella scelta dell’uomo di punta.

In casa centro destra, dove le primarie sono state confermate, l’unico che ha detto la sua in maniera chiara è stato il candidato uscente Luigi Di Bartolomeo che, senza troppi convenevoli, ha annunciato la sua riproposizione alla città, con o senza l’avallo dei partiti e della coalizione. Della serie io sono già candidato. In un certo modo sembra di riviere l’atmosfera del 2009 quando l’allora Governatore Iorio propose una piccola competizione tra Di Bartolomeo, Arco, Frattura e Cavaliere, rosa tra cui si sarebbe dovuto scegliere il candidato. Anche allora Big Gino lasciò intendere che a prescindere dalla scelta che la coalizione avrebbe perseguito, lui comunque si sarebbe candidato autonomamente. Cosi facendo, allora come oggi, attraverso i suoi voti non uniti agli altri, porterebbe il centrodestra a non vincere. Ed oggi come allora il centro sinistra è prono a riprendersi la città, forte delle recenti vittorie alla Regione ed al comune di Isernia.
Dinanzi a questo scenario, nonostante il popolo di centro destra abbia deciso di scegliere il proprio uomo attraverso le primarie, a cui Di Bartolomeo dunque non parteciperebbe, molti uomini con alcune ambizioni si sono raffreddati poiché, per quanto in caduta, il Sindaco uscente farebbe mancare proprio i voti necessari alla vittoria. Dunque, i vari Salvatore Colagiovanni, Nicola Cefaratti e Michele Scasserra non sono ancora decisi e convinti ad affrontare tale competizione interna che comunque li vedrebbe impegnati a creare sin da subito almeno una lista a loro sostegno che li appoggi alle primarie di coalizione. In definitiva, fino a quando non saranno nominati i nuovi vertici di Forza Italia ed i big della coalizione non entreranno nello specifico, il centro destra rimane paralizzato, con buona pace di Pino Saluppo che procede nel suo progetto autonomo e che di queste vicende si interessa da spettatore.
Se Sparta piange, però, Atene non ride.
La battaglia interna che ormai è scoppiata tra le frange del Pd sta minando anche il cammino per  individuare il candidato di centro sinistra al Comune di Campobasso.
Ormai i due asset Ruta – Leva e Fanelli – Frattura sono contrapposti praticamente su tutto e lo saranno anche in vista di questo appuntamento. Circolano diversi nomi tra quelli che saranno proposti alle primarie ma tutti pronunciati a denti stretti e con poca convinzione.
Fondamentale infatti, sarà l’esito delle elezioni per la segreteria regionale dove si verificherà il primo scontro tra i due blocchi. Le soluzioni sono due: un accordo che vederà il candidato sindaco ad un gruppo ed il segretario all’altro, oppure “guerra” fino alla fine.
Antonio Battista, Augusto Massa, Bibiana Chierchia, Lalli. Sempre questi i nomi che circolano negli ambienti di centro sinistra, anche se l’Assessore Nagni sembra aver un asso nella manica da tirar fuori all’ultimo momento. Fatto sta che la confusione, anche da questa parte, regna sovrana con il conseguente fibrillare degli alleati che cominciano a non vedere più di buon grado i malesseri interni al Pd.
In casa centro sinistra, comunque, non prima della metà di febbraio, si muoverà qualcosa, ed i giorni passano anche qui.
Proprio la scelta che verrà fuori dalle loro primarie, poi, porterà alla decisione della sinistra più radicale di aderire o meno al progetto ed allearsi, oppure, in caso di candidato non ideale, andare da soli con una propria proposta.
A questo punto dei ragionamenti ci sono arrivati anche a Termoli, dove si voterà il prossimo anno e le macchine elettorali già sono in moto. Nel capoluogo, invece, nonostante si rinnoverà l’amministrazione tra 4 mesi solo tanta brace, ma poca carne a cuocere, anzi pochissima. E se le cose procederanno così, aspettiamoci una campagna elettorale veloce, improvvisata, confusa e priva di  idee che porterà all’elezione dei soliti piccoli potentucci di quartiere o capifamiglia che negli ultimi 10 anni hanno abbondantemente dimostrato di non essere chissà quanto bravi a gestire le cose di casa.

L.T.

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