Approvati dalla Camera sussidi a favore del comparto pesca produttiva. Soddisfatta Venittelli.

“Un passo avanti decisivo per andare incontro alle esigenze delle categorie ittiche e armatoriali, che ogni anno incontrano difficoltà di carattere economico per l’osservanza del fermo pesca”.

L’onorevole del Pd Laura Venittelli, responsabile nazionale del settore Pesca e Acquacoltura per il Partito democratico, assieme all’onorevole Piergiorgio Carrescia, esprime soddisfazione particolare per l’approvazione in aula, alla Camera dei deputati, dell’ordine del giorno con la parlamentare dem in veste di firmataria e proponente, che impegna il governo a riconoscere sussidi sociali diretti per gli operatori e le maestranze del comparto della pesca produttiva soggetti al fermo biologico.

Un impegno mirato a modificare il contenuto del disegno di legge: “Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR” (3134).

“Il comparto ittico sta ricevendo un’attenzione specifica che in passato ha avuto pochissimi riscontri – ha concluso l’onorevole Venittelli – frutto senza dubbio del dialogo costruttivo instaurato con le parti interessate e soprattutto per la chiarezza d’idee della maggioranza di governo che punta a rivitalizzare i settori dell’economia del Paese, permettendo attraverso l’accesso ad opportuni ammortizzatori sociali che anche queste imprese e i loro dipendenti non siano più discriminati”.

L’ordine del giorno:

Disegno di legge: “Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR” (3134)

ORDINE DEL GIORNO

La Camera

Premesso che:

la pesca è un settore di fondamentale importanza dell’economia italiana che vive le difficoltà legate alla crisi che ha interessato il Paese in questi ultimi anni;

il riassetto del mercato del lavoro e del sistema degli ammortizzatori sociali indotto dal Jobs Act richiede alle Istituzioni di approfondire tutte le problematiche relative a questo comparto;

l’ 8 giugno 2015, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha sottoscritto con Federpesca, Lega Pesca, A.G.C.I. Agrital, Confcooperative Federcoopesca, FLAI CGIL, FAI CISL e UILA Pesca per l’anno 2015 l’accordo di Cassa Integrazione Guadagni in deroga per il settore pesca che consente l’emissione del decreto interministeriale che sblocca i pagamenti per l’annualità 2014;

la Cassa Integrazione in deroga, secondo le disposizioni in materia, è erogata al personale imbarcato, dipendente e socio lavoratore di cui alla legge 142/2001 delle Imprese di pesca, interessate dallo stato di crisi che ha investito il settore e che benefici di un sistema retributivo con minimo monetario garantito;

negli anni recenti il trattamento di integrazione salariale è stato riconosciuto in tutte le situazioni di crisi del settore anche collegate al fermo biologico in cui si è reso necessario sospende re l’attività lavorativa per cause non imputabili al datore di lavoro;

il fermo pesca biologico è fondamentale per preservare gli stock ittici e per contribuire al ripopolamento ma comporta per i lavoratori un mancato reddito derivante dall’interruzione della loro attività; a tal fine, a parziale indennizzo, la normativa europea contiene disposizioni specifiche in materia di aiuti pubblici da erogare ai pescatori, tramite cassa integrazione in deroga, per l’arresto temporaneo della pesca;

la Cassa Integrazione in deroga è un sussidio sociale che ai sensi del Jobs Act dovrà però essere sostituito dai fondi bilaterali di solidarietà;

il Decreto Interministeriale n. 83473, adottato ai sensi dell’articolo 4, comma 2, del Decreto Legge n. 54/2013, convertito nella Legge n. 85/2013 ha disciplinato la mobilità 2014, 2015 e 2016 dal momento nel 2017 questo tipo di ammortizzatore sociale verrà sostituito dalla nuova ASPI (NASPI);

il meccanismo di riconoscimento ed erogazione del nuovo sussidio sociale va coordinato con le specifiche esigenze del settore della pesca ed in particolare con quelle connesse al fermo biologico che nasce da motivazioni di protezione della fauna ittica e dell’ambiente ma che, senza adeguati meccanismi di tutela sostitutivi della C.I.G. in deroga, rischia di penalizzare pesantemente lavoratori ed armatori del comparto ittico;

ad oggi è difficile valutare gli effetti per il settore della pesca delle norme introdotte dal Jobs act, mentre è urgente individuare un sistema di ammortizzatori appropriati per i lavoratori di tale settore che sia anche sostenibile per le imprese della pesca:

impegna il Governo

ad individuare un sistema di ammortizzatori sociali che, in linea con le indicazioni della nuova riforma del lavoro di cui al decreto legislativo n.81/2015, consenta alle imprese della pesca, anche al di sotto dei cinque dipendenti, di accedere alle tutele sociali previste per i lavoratori agricoli (cisoa) al fine di sostenere l’assenza di reddito nel periodo obbligatorio di fermo biologico;

a valutare la possibilità di incrementare ulteriormente l’impegno finanziario previsto all’articolo 3 riferito alla Cassa integrazione guadagni in deroga per il settore della pesca e di definire con le Associazioni di Categoria del Settore della Pesca meccanismi applicativi della NASPI che tengano in debito conto delle esigenze dell’intera filiera del settore ittico nel particolare contesto del fermo biologico.

CARRESCIA

VENITTELLI

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