Anche Termoli esponga lo striscione “Verità e Giustizia per Giulio Regeni”

Pochi giorni fa è stato il quarto anniversario del ritrovamento al Cairo del corpo martoriato di Giulio Regeni. Giulio era un ricercatore, uno studioso appassionato, un viaggiatore, sempre attento alle sofferenze degli ultimi e degli sfruttati. Originario di un piccolo paese del Friuli, come molti giovani della sua generazione, simile a tanti che partono anche dal nostro Molise, ha voluto allargare il suo sguardo ad altri mondi, altre culture. Conosceva l’arabo ed altre quattro o cinque lingue, aveva vissuto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed era un profondo conoscitore delle dinamiche sociali del mondo arabo e dell’Egitto in particolare. È stato sequestrato la sera del 25 gennaio 2016, anniversario della rivoluzione egiziana del 2011, torturato barbaramente e ucciso dagli apparati della sicurezza di stato egiziana.


Questa verità è stata ormai appurata dalla Procura di Roma, che ha condotto una faticosa indagine contro i numerosi depistaggi delle istituzioni egiziane (che hanno portato anche alla morte di cinque innocenti, falsamente accusati di aver rapito e ucciso il ricercatore). È una verità che fatica però ad affermarsi sul piano giudiziario oltre che politico. Soprattutto, i colpevoli di questo orribile crimine non sono mai stati chiamati a risponderne. I difensori dei diritti umani che collaborano con la famiglia Regeni sono spesso stati oggetto di ritorsioni, ma non per questo si sono arresi.
Da quei terribili giorni in cui il corpo di Giulio è tornato in Italia i suoi genitori, Paola Deffendi e Claudio Regeni, hanno avviato una lunga battaglia per la verità e la giustizia. Hanno rinunciato a vivere quel dolore in privato e in silenzio perché la brutale uccisione del figlio non venisse dimenticata, archiviata.

La loro battaglia afferma anche un principio: che una violazione così grave dei diritti umani non può restare impunita. È soprattutto grazie a questa loro tenacia che oggi, a quattro anni di distanza, le persone che conoscono la storia di Giulio e che con loro chiedono verità sono sempre più numerose. La famiglia e l’opinione pubblica hanno tenuto alta l’attenzione sulla vicenda non lasciando che questa venisse ridotta a una questione privata.


I genitori di Giulio Regeni hanno anche spesso voluto sottolineare la brutale e sistematica violazione dei diritti umani che gli egiziani subiscono dal regime del dittatore Abdel Fattah al-Sisi. Ogni giorno in Egitto almeno tre persone vengono fatte sparire dalle forze di sicurezza, alcuni ricompaiono in vita dopo mesi o anni, di alcuni verrà ritrovato solo il cadavere, di altri non si saprà mai nulla. In diverse occasioni anche cittadini italiani hanno subito arresti e vessazioni, senza però che la notizia venisse diffusa dalle autorità del nostro paese.


Dall’uccisione di Giulio si sono succeduti quattro governi. Tutti hanno dichiarato il proprio sostegno alla richiesta di verità e giustizia per Giulio, ma sono stati molto pochi gli atti concreti, che in quanto istituzioni avrebbero potuto compiere. L’unico momento in cui le autorità egiziane hanno collaborato in modo sostanziale all’inchiesta è stato quello di massima pressione diplomatica, cioè quando l’Italia ha richiamato l’ambasciatore del Cairo per consultazioni. Da quando il nostro paese ha rimandato l’ambasciatore in Egitto la collaborazione giudiziaria si è interrotta e l’inchiesta non ha potuto procedere ad acquisire nuovi elementi. Come ha di recente affermato la famiglia Regeni, interessi politici ed economici sembrano prevalere sulla ricerca di verità per Giulio.


Per questo oggi, dopo quattro anni, è necessaria più che mai una mobilitazione forte e consapevole dell’opinione pubblica che accenda i riflettori sulla richiesta di verità. Molte istituzioni pubbliche ed enti locali hanno aderito alla campagna esponendo lo striscione giallo “Verità per Giulio Regeni”. Chiediamo che anche il Comune di Termoli si faccia portatore di questa istanza di verità e giustizia, come di recente ha fatto il Comune di Campobasso, consci del fatto che si tratta di una battaglia non riconducibile ad appartenenze di partito, una battaglia che è di di tutti quelli che si riconoscono nei diritti, nella giustizia e nella dignità umana.

Con questa lettera aperta inoltre invitiamo tutte le associazioni, i gruppi, movimenti politici, i sindacati, che intendono farsi promotori insieme a noi di questa istanza presso il Comune di Termoli ad inviare (entro il 16 febbraio) una mail a [email protected] con oggetto “Verità e giustizia per Giulio Regeni” e nel corpo il nome del soggetto aderente.
La città invisibile/Termoli

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