Via libera al piano sociale di zona Fortore-Matese. Soddisfatta la Presidente dell’ambito e sindaco di Riccia Micaela Fanelli

È il primo piano sociale di zona ad essere approvato, in attuazione del nuovo piano regionale 2016/18. E contiene molte novità, con una grande attenzione agli anziani, ai disabili, ai minori, agli immigrati: anche per questo il sindaco di Riccia e neo-rieletta presidente dell’ambito Riccia/Bojano, Micaela Fanelli, mostra particolare soddisfazione nell’annunciarne il via libera:
“L’approvazione di venerdì scorso del terzo Piano sociale di zona è un evento senza dubbio significativo, per molti motivi. Innanzitutto, rappresenta il rinnovarsi di una scelta.La scelta degli Amministratori – spiega Fanelli – di affrontare insieme i problemi sociali del territorio, nella consapevolezza della loro natura complessa, che travalica i confini del singolo Comune, e nella consapevolezza di dover realizzare un sistema di servizi e di interventi improntato ai principi di equità e solidarietà, che garantisca a tutti di essere cittadini allo stesso titolo.
È una scelta che ha una radice profonda nella storia e nei valori di questo territorio, – prosegue il Presidente dell’ambito – nel comune sentire, nel suo essere una comunità forte e solidale, al di là delle differenze. Inoltre con questo Piano di zona comincia a prendere corpo, non solo agli occhi degli addetti ai lavori, ma anche a quelli della cittadinanza, una nuova realtà: quella dell’Ambito territoriale».
Ma cosa prevede, in sintesi, un Piano che ha una dotazione finanziaria di circa un milione e mezzo di euro l’anno per tre anni?
Per tutti i comuni dell’ambito, un Ufficio di Piano, un Segretariato sociale con Ufficio di Cittadinanza, servizi di Assistenza domiciliare per i disabili, assistenza domiciliare educativa, assistenza specialistica, pronto intervento sociale. E poi un’equipe multidisciplinare per i minori (composta da psicologi e educatore), il servizio di trasporto scuole superiori per gli studenti disabili, il Mediatore culturale e, nei comuni di Bojano e Cercemaggiore, centri socio educativi di sostegno alle famiglie affidatarie. Trecentocinquanta gli assistiti stabilmente (il target più numeroso è quello degli anziani non autosufficienti: circa centottanta), senza calcolare le prese in carico temporanee e i progetti speciali. Centoventi gli operatori complessivi sul territorio di venticinque comuni e una popolazione di oltre quarantamila mila cittadini.
Le innovazioni rispetto al passato sono evidenti. Non da ultimo, perché nonostante le risorse aumentino, grazie al reperimento da varie fonti, compresi fondi europei, i comuni impegnano meno soldi e quindi conseguono risparmi. «È merito delle scelte regionali, ed in particolare dell’Assessorato alle politiche sociali e del Consiglio regionale che ha approvato il Piano, di aumentare la dotazione finanziaria in un momento in cui si avverte fortemente l’esigenza di aiuto per le fasce deboli – fa notare Fanelli. Non solo. E’ una scelta altrettanto importante quella di aver aumentato le competenze dei comuni, di chi è più vicino ai problemi. Ringrazio lo staff del Piano che ha predisposto la proposta (celermente, in pochissimi giorni, dimostrando grande efficienza) e tutta la struttura regionale che ci è sempre vicino. Ringrazio soprattutto gli amici sindaci e amministratori con i quali ogni giorno ci confrontiamo e troviamo sempre le soluzioni giuste con grande armonia e capacità di servizio. Così anche venerdì scorso, dopo più di sette anni che lavoriamo insieme su questi temi, non ci siamo ancora stancati, anzi siamo sempre più convinti che è l’attività più necessaria fra quelle che svolgono gli amministratori locali».
Proficuo anche il passaggio di concertazione voluto da Fanelli col partenariato sociale, associazioni, imprese, sindacati. In particolare, è stato rimarcato il ruolo fondamentale del volontariato sul territorio, l’importanza delle rispetto delle regole anche in fase attuativa (quali i minimi salariali degli operatori che vanno garantiti e la formazione per migliorare la qualità dell’offerta).
Entro fine mese, i venticinque sindaci dell’Ambito porteranno in approvazione l’accordo di programma che rappresenta l’atto amministrativo che formalmente statuisce i diritti e gli obblighi giuridici.
«Chiediamo alla Regione ora – dice Fanelli – di continuare a darci una mano. Serve una legge che riorganizzi la struttura dedicata all’ambito. Consorzi fra comuni – possibili in base ad una deroga ai principi generali, valida proprio per il sociale – che riescano a far superare la precarietà delle persone della struttura e soprattutto i ritardi nei pagamenti verso le cooperative e le imprese che prestano i propri servizi. E siamo certi che verrà accolto il nostro grido di dolore per aiutare sempre di più le famiglie in condizioni di povertà. Quelle a rischio nelle regioni del sud sono più del 60%. Un primo passo fondamentale in questa direzione è stato fatto con i bandi attualmente aperti, per un milione e circa 300 assistiti. Nel nostro ambito, partiranno circa 40 sperimentazioni. Ma se il primo passo è utilissimo, serve impegnarci di più. Attendiamo a seguire altri due milioni, anche grazie alla legge di stabilità nazionale che ha voluto finanziare questi interventi immediati e necessari. Altri due milioni in arrivo per il Molise – conclude Fanelli – significa arrivare a quasi mille famiglie sul territorio regionale. Qualcosa di molto di più di un mero segnale. La strada è quella giusta, facciamo ancora di più per chi ha maggiore bisogno!».

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