Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra esprime solidarietà ai 180 infermieri e OSS che non saranno contrattualizzati

Come gruppo Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai 180 infermieri ed operatori sanitari che dal 30 aprile 2021 saranno sbattuti fuori dalla nostra ineffabile ASReM, dopo un anno di lavoro durissimo in prima linea, a rischio della vita (e molti di loro infatti si sono ammalati).

Sottoposti a turni di lavoro massacranti, senza alcuna tutela sindacale perché assunti con la scellerata formula della partita IVA, pagati 18 euro lordi all’ora, non si vedono riconosciuta nemmeno l’esperienza lavorativa sul campo, fattore che potrebbe aumentare il punteggio del curriculum e consentire loro di sperare in un’assunzione più stabile.

Eppure questi 13 mesi di lavoro hanno costituito una preziosissima fonte di esperienza che sarebbe sicuramente di aiuto per i nostri malati; ma nella sua superiore saggezza il direttore generale preferisce ricominciare da capo con un nuovo bando, al quale risponderà gente sicuramente meno esperta, che sarà necessario ricominciare a formare, perdendo tempo prezioso.

Ancora una volta non si capisce se sia incompetenza, pura e semplice stupidità o calcolo, ma il risultato è sempre lo stesso: il benessere e l’interesse dei cittadini sono gli ultimi parametri ad essere considerati nelle stanze dei bottoni sanitari. Quanto ci vorrà per le nuove assunzioni, considerando che dal bando precedente sono passati ben 8 mesi e ancora non è stato assunto nessuno?

Noi che abbiamo presentato in Comune a Termoli una mozione (peraltro non ancora discussa dopo 9 mesi) in contrasto al lavoro nero, troviamo vergognoso che sia consentito utilizzare forme di assunzione che di fatto considerano i lavoratori oggetti da utilizzare e poi cestinare, dopo averli costretti a lavorare nei contesti pericolosi che ben conosciamo. Tra l’altro i lavoratori che hanno contratto il Covid in ospedale, e non casualmente ma per precise responsabilità gestionali, viste le situazioni di rischio documentate dagli ispettori ministeriali, sono stati lasciati a casa 30 giorni senza retribuzione.

E come giudicare le sprezzanti parole con le quali è stata liquidata la circostanziata richiesta di ben quattro primari del Cardarelli, che hanno testimoniato l’ottimo lavoro svolto e invocato la loro permanenza in servizio proprio in virtù dell’esperienza accumulata e quindi nell’interesse dei pazienti?

L’ ASReM appare ormai inequivocabilmente rispondere solo a se stessa, senza più alcun rapporto con la tragica realtà molisana e senza alcuna considerazione delle reali necessità dei cittadini.

Speriamo davvero che questi ragazzi siano ascoltati dalla Procura di Campobasso, cui pare vogliano rivolgersi, in modo che emergano anche eventuali verità scomode sulle condizioni reali nelle quali si lavora negli ospedali molisani e sulle metodiche di gestione organizzativa del sistema .

Approfittiamo di questa occasione per chiedere conto del fatto che si continui, per motivi misteriosi, ad impedire che a Termoli e negli altri presidi ospedalieri sia possibile effettuare il test per il conteggio degli anticorpi immunizzanti, indispensabili per capire se ci sia stato contatto con il virus e se si sia attivata la reazione immunitaria. Apprendiamo ora che i reagenti, ovviamente acquistati con soldi pubblici per eseguire questo tipo di test, stanno per scadere, nell’inerzia di chi dovrebbe assicurare assoluta efficienza di gestione in questo terribile periodo.

Naturalmente è possibile effettuare privatamente il test, pagando 50 euro. Quali sono i motivi di comportamenti dissennati come questo? Sarà mai possibile in Molise veder riconosciute le responsabilità oggettive di chi lascia andare in malora la sanità pubblica?

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