SPARI IN TRIBUNALE, 4 MORTI: UCCISO UN GIUDICE. ARRESTATO IL KILLER

Terrore a Palazzo di Giustizia di Milano: un uomo imputato in un processo a suo carico per bancarotta fraudolenta, Claudio Giardiello, 57 anni, immobiliarista, originario di Benevento, ha ucciso a colpi di pistola tre persone, forse quattro, e ne ha ferite altre due. L’uomo ha sparato in un’aula al terzo piano, durante il suo processo, poi è sceso al secondo piano e ha sparato ad un giudice nella sua stanza, uccidendolo. Il magistrato ucciso è il giudice della seconda sezione fallimentare del Tribunale di Milano Fernando Ciampi.

L’avvocato, colpito in aula durante l’udienza, è Lorenzo Alberto Claris Appiani. La terza vittima è Giorgio Erba, che sarebbe un coimputato di Giardiello. Ferito anche Davide Limongelli, socio di Giardiello nella società «Magenta Immobiliare» di Milano, presente in aula a sua volta come coimputato. Non è chiaro che tra le vittime vi sia anche una quarta persona. Lo sparatore è rimasto a lungo all’interno del Palazzo Giustizia, che è stato evacuato. Giardiello è riuscito a far perdere le sue tracce e a fuggire in moto. L’uomo è stato arrestato poco dopo dai carabinieri nella zona di Vimercate. A riferire del suo arresto è stato lo stesso ministro dell’Interno, Angelino Alfano, oggi a Milano per partecipare ad una riunione del Comitato per la Sicurezza. La riunione del Comitato è stata immediatamente sospesa. GIARDIELLO SENTITO IN CASERMA Claudio Giardiello, l’uomo che oggi ha sparato e ucciso all’interno del Tribunaledi Milano, si trova nella caserma della compagnia dei carabinieri di Vimercate (Monza er Brianza). L’uomo viene sentito dagli investigatori che stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto. Giardiello, residente a Brugherio, viveva da qualche tempo a Garbagnate Milanese.

METAL DETECTOR ROTTO? «Mi sembra che il metal detector all’ingresso di Via Manara sia rotto da qualche tempo, e per questo è stato impedito l’accesso al pubblico come avviene sempre nel caso di guasti»: lo ha spiegato un avvocato, Emanuele Perego, che si trovava a Palazzo di Giustizia quando è avvenuta la sparatoria in relazione ad una testimonianza che parlava di un metal detector rotto all’ingresso di via Freguglia. L’ipotesi di un metal detector rotto in via Manara è confermata anche da alcuni dipendenti. «Secondo me l’uomo potrebbe essere entrato esibendo un tesserino da avvocato falso – ha spiegato l’avvocato – perchè di solito i controlli agli accessi sono rigorosi. Gli avvocati possono entrare esibendo il tesserino – ha proseguito – mentre gli imputati e in generale il pubblico, devono passare sotto il metal detector». L’avvocato ha denunciato quindi «la mancanza di un piano di evacuazione» nel caso di situazioni di emergenza. «Siamo rimasti in balia di noi stessi all’interno della struttura – ha raccontato – in una situazione di confusione totale, senza nessuno che ci dicesse cosa fare». L’avvocato ha spiegato di avere visto delle persone fuggire e, quindi di essere salito al settimo piano dell’edificio. «Mi sono chiuso in una stanza – ha concluso – e sono uscito solo quando gli agenti della Digos hanno detto che l’attentatore era stato arrestato». FONTI: METAL DETECTOR TUTTI FUNZIONANTI Erano tutti funzionanti i metal detector al tribunale di Milano. È quanto si apprende da fonti bene informate. L’ultima verifica era stata fatta a inizio aprile.

GIUDICE INTRANSIGENTE La sezione fallimentare del tribunale di Milano è la più importante d’Italia. Il giudice Fernando Ciampi, dopo l’uscita di scena dell’ex presidente Bartolomeo Quatraro (oggi a Novara), nel 2009 era stato chiamato a guidare la sezione ad interim. Ciampi aveva fama di intransigente. «Non so nulla ma certo dovrebbe essere impossibile entrare in un Tribunale e sparare. Ho saputo dell’uccisione di un collega, una cosa che mi sconvolge» ha commentato il presidente dell’autorità Anticorruzione Raffaele Cantone. L’ex magistrato Gherardo Colombo, che ha trascorso l’intera sua carriera a Palazzo di Giustizia di Milano, si è detto «frastornato e sconvolto». «Non dico che vi sia una correlazione diretta, ma vi è un clima contro la magistratura che certamente non contribuisce».

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