Serata contro la violenza a Ripalimosani/Maria Grazia Cucinotta: “Smettiamola di fare finta di non vedere e non sentire!”

Una serata di parole chiare, senza se e senza ma di fronte all’omertà e al silenzio,
quelle emerse ieri all’evento organizzato al Blue Note dal Comune di Ripalimosani con il patrocinio dell’Ordine dei Medici di Campobasso e dell’associazione “Vite senza paura” fondata e presieduta da Maria Grazia Cucinotta, alla quale è andato il ricavato della cena benefica.


Davvero tante le persone che hanno scelto di partecipare ad un momento che si è rivelato elevatissimo sul piano dei contenuti, grazie alle ottime relatrici presenti e
in diretta streaming e all’organizzazione di un gruppo di eccellenti volontari che
hanno supportato l’amministrazione. In sala il sindaco Marco Giampaolo che ha
dato il suo input e rinnovato il totale supporto, da uomo soprattutto, al suo vice
Annamaria Trivisonno che ha promosso e curato l’evento.


Input il libro di Sabrina Lembo, scrittrice di origine molisana, in un dialogo
coinvolgente con Adele Fraracci, professoressa al Liceo scientifico di Campobasso e scrittrice. Anche io ho denunciato è una storia vera tutta molisana di violenza psichica su una donna, che per certi versi è ancora più feroce di quella fisica, perché difficile da riconoscere, spiegare e poi da dimostrare. Una storia raccapricciante perché intrisa di controsensi quasi incredibili, che appartengono ad una società ancora non pronta.


Far finta di non vedere, non prendere posizioni nette, buttare tutto in chiacchiera senza voler capire, senza agire, fanno parte ancora in maniera determinante di un tessuto provinciale come quello molisano. Dove l’azione non c’è o è ancora scarsa. E donne coraggiose che si avviano per strade difficili come quelle della denuncia non trovano terreno molto accogliente nella loro lotta.

Così i presenti hanno raccolto le voci allarmate o arrabbiate di donne che sul campo si muovono quotidianamente. Che con numeri incredibili sotto mano hanno chiesto di fare. Di operare. Lo hanno chiesto a tutti, ciascuno nel proprio ruolo.

Francesca Malatacca, referente scientifico di Donne senza paura: “La nostra associazione nasce a Roma, ma abbiamo centinaia di casi da tutta Italia: lo spaccato del fenomeno è terribile. Tante tantissime storie da supportare sotto ogni aspetto, in ogni loro duro passaggio, dopo la denuncia. Tanto lavoro ma anche tante vittorie. Mai lasciare sole le donne di cui ci si prende cura. Mai!”.

Giulia Falcone, la psichiatra del Centro di Salute mentale di Campobasso: “I numeri sono alti anche da noi. Strategica resta l’azione condivisa tra più professionalità, gli strumenti ci sono, ma si può fare di più. Una delle vie possibili (esiste già un percorso avviato in Regione, ndr) è lo sportello per gli uomini maltrattanti, che in altre realtà italiane hanno dato ottimi risultati”.

Annamaria Trivisonno, vice sindaco di Ripalimosani: “Noi amministratori dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo raccogliere il grido delle persone e degli operatori; dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti, anzi essere noi strumento strategico, per sostenere chi subisce violenza. E dobbiamo lavorare assiduamente per creare comunità educanti capaci di supportare e prevenire, perché nell’individualismo nessuno può vivere bene. Non smettete mai di ricordarcelo, di scuoterci – ha chiesto alle associazioni – e di chiedercelo a gran voce. E’ nostro dovere rispondere, ma non a parole”.

E poi Maria Grazia Cucinotta, in una diretta spontanea e senza mezzi termini in
cui ha ringraziato la sala: “Ho seguito tante associazioni, ma nessuna andava fino in
fondo così come mi aspettavo, quindi mi sono mossa da sola”. Lo ha spiegato durante un collegamento informale che nulla ha tolto alla bellezza che la caratterizza nel cuore, nello sguardo e in un pensiero costante: “Non possiamo rimanere fermi, dobbiamo seguire i percorsi di questi drammi con determinazione. Chi ha sbagliato deve pagare, fino in fondo. Vi prego: non voltate lo sguardo, superate la paura! Per supportare in rete chi nella paura ci vive quotidianamente, rischiando la vita”.

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