Andando a leggere i rapporti economici che riportano la situazione delle varie regioni d’Italia, ancora una volta dobbiamo costatare che il Molise, nonostante si affermi il contrario, perde sempre più posizioni. Documenti che mostrano come la nostra Regione, non ha ancora raggiunto gli standard di crescita che si registrano nella parte alta del Paese. Un’analisi chirurgica da cui si evince che i risultati degli interventi economici attuati non sono serviti assolutamente a nulla. Documenti che fanno porre due domande in particolare: lo sviluppo del Molise è strettamente dipendente da quello che accade a livello nazionale e internazionale? Quale può essere il potenziale reale di sviluppo? Domande cui si potrebbe rispondere semplicemente mettendo in campo strategie ben precise che, con le sinergie giuste da parte di tutti, senza esclusione alcuna, puntino all’attrazione di capitali, alla capacità innovativa e al potenziamento dei servizi alle imprese, anche se quest’ultime non sempre trovano il terreno favorevole per attecchire, nonostante le risorse spese negli anni addietro. Una fotografia scattata con una “reflex” su cui è montato un 28 millimetri che immortala “una Regione rannicchiata su se stessa”, cosa che non è assolutamente incoraggiante, ecco perché necessitano gli input giusti altrimenti non possiamo farcela. Input che risollevino la Regione con una bassa autonomia finanziaria, prova ne sia la riduzione di crescita per quanto inerisce all’esportazione, al turismo e alla ricerca da troppi annunciata ma mai decollata. Insomma, un dagherrotipo” in cui prevale il nero che non lascia assolutamente spazio al chiaro. Tuttavia, se da un lato le negatività ci condannano, da un altro c’è un elemento che ci premia: l’aumento della qualità ambientale. Elemento che tuttavia non consente di farci sollevare la testa, specialmente in questo momento di stallo. Una situazione sfavorevole che può essere risolta in un solo modo cambiando la programmazione seguendo alcune linee direttrici ben delineate. Linee che passano dal potenziamento della rete dei trasporti, alle infrastrutture, dalla formazione selezionando accuratamente le cose da realizzare senza andare oltre; anche perché andare oltre ci potrebbe ulteriormente danneggiare. Una serie di ancore di salvezza affinché “i piani alti specialmente quelli europei” non chiudano “i rubinetti” e di conseguenza vanifichi la speranza di una realtà fin troppo ignorata. Il tutto basato sulla convergenza, obiettivo su cui bisogna assolutamente puntare se si vuol essere presenti sulla scena sia nazionale, sia internazionale. Un qualcosa che pretende certezze e non voli pindarici di fantasia, poiché corriamo il rischio di rimanere appiedati e questo il Molise e i molisani non lo meritano.
Massimo Dalla Torre