Qualità dell’acqua: interrogazione del M5S Molise

Qual è la qualità dell’acqua che beviamo in Molise? Quale l’organizzazione dei controlli sanitari? Quali i criteri per la gestione dei casi di non conformità? E i Comuni rispettano le norme? Depositata interrogazione in Consiglio regionale. Siccità e piogge intense, depuratori e potabilizzatori malfunzionanti o addirittura non funzionanti: sono solo alcune delle cause che possono provocare una alterazione della salubrità dell’acqua che beviamo e utilizziamo nelle nostre case. Il MoVimento 5 Stelle ha depositato una interrogazione alla Giunta regionale per conoscere qual è la reale organizzazione in Molise del controllo sanitario delle acque destinate al consumo umano, quali sono i criteri per la gestione dei casi di non conformità e, soprattutto, per capire se c’è un concreto rispetto delle norme.
Conosciamo bene la direttiva europea sul tema (98/83/Ce), il decreto attuativo nazionale (n.31/2001) e le linee guida regionali approvate dalla Giunta con delibera n.520/2005. Ma abbiamo dovuto registrare le mancate risposte di alcune amministrazioni comunali in occasione delle nostre ufficiali richieste agli atti per ottenere la documentazione sugli ultimi controlli interni obbligatori, come previsti dall’art. 7 del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31.
Conosciamo inoltre le gravi lacune e l’incuria dal Nord al Sud del Paese in tema di depurazione, per cui l’Italia rischia pesanti sanzioni da parte dell’Unione Europea. Anzi alcune le ha già subite a causa di una procedura di infrazione avviata nel 2009 sulla depurazione relativa ai centri superiori ai 15 mila abitanti che scaricano in zone sensibili: in quel caso sono state oltre 100 le località bocciate dalla procedura. Non dobbiamo dimenticare che i fiumi sono oggetto di scarico di acque reflue urbane ma anche fonte di approvvigionamento idrico.
E veniamo alla situazione in Molise. In regione i centri oltre i 15mila abitanti soggetti alle indagini della Corte di Giustizia europea pare siano usciti indenni ma sono solo 3 su ben 136 comuni.
Tra l’altro nel 2013, a Larino, il depuratore è rimasto inattivo da aprile a luglio, e in altri paesi della regione i cittadini hanno già manifestato preoccupazioni sulla potabilità delle loro acque.
In verità i rischi di inquinamento possono essere rilevanti, nonostante il monitoraggio di Molise Acque, ente responsabile che assicura il rifornimento di acqua potabile ai Comuni, e dell’Arpam (Agenzia di protezione ambientale), cui competono i controlli analitici sui campioni d’acqua per il controllo esterno (articolo 8, comma 7, del D.Lgs. n. 31/2001) e il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee.
Purtroppo, sebbene ci sia una normativa restrittiva sui controlli interni , le amministrazioni locali per carenza di fondi gestiscono i servizi in economia, spesso senza avere in organico personale adatto. Questi tipi di controllo “non possono in ogni caso sostituirsi ai controlli esterni”, come dispongono le linee guida regionali.
Noi abbiamo il ragionevole dubbio che sia solo l’Arpam a effettuare i controlli analitici delle reti di distribuzione su gran parte della regione e ci sono dubbi anche sull’accreditamento dei laboratori comunali di analisi.
In definitiva vogliamo solo sapere dal Governatore Frattura se può garantirci che, in merito alla qualità delle acque destinate al consumo umano, in regione sono rispettate, o sono state rispettate nel corso della sua legislatura, le norme sui controlli e le disposizioni previste per la tutela della salute pubblica.
Vogliamo capire se sia a conoscenza del fatto che alcuni gestori del servizio idrico non si sono dotati di un adeguato servizio di controllo territoriale e di un laboratorio di analisi per effettuare i controlli interni.
Nel caso di superamento dei valori dei parametri “indicatori” delle qualità organolettiche dell’acqua, l’Asrem, che ha il compito di tutelare la salute pubblica giudicando qualità e idoneità dell’acqua, deve visionare la documentazione relativa ai controlli interni, come previsto nella legge e nelle linee guida regionali. Cosa succede se in qualche caso questa documentazione non esiste?
Vorremmo sapere inoltre se i laboratori di analisi esistenti, demandati ai controlli interni, siano regolarmente accreditati; e se si siano adeguati all’aggiornamento delle norme europee sulla convalida dei metodi di analisi.

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