Protesi al ginocchio: 3 ore e si torna in piedi. Ce ne parla il dottor Stefano Di Nardo, precursore dell’ERAS in Molise.

Si chiama Fast Truck Surgery (o ERAS) e rappresenta un’innovazione nella chirurgia generica, che prima lentamente e poi sempre con maggiore rilevanza si sta diffondendo in tutti gli ambienti chirurgici.

L’innovativo protocollo, che vede i suoi albori negli anni 90, per mano di un chirurgo danese, Henrik Kehlet, presenta tra i numerosi vantaggi una dimissione precoce, ma non è tuttavia questo l’unico ed il principale obiettivo: il risultato più importante è una riduzione dello ‘stress’ operatorio, del disagio postoperatorio e quindi una riduzione delle complicanze connesse all’intervento. Le aree di applicazione sono tutte quelle della chirurgia, non solo generale ma anche ortopedica, colorettale, urologica, ginecologica e vascolare.

Allo stato attuale in Italia solo poche unità operative di chirurgia stanno realizzando il programma e se i risultati saranno ulteriormente confermati, così come sta avvenendo in tutto il mondo, è auspicabile vi sia una progressiva diffusione.

Per una volta, finalmente, il Molise fa parte di quel manipolo di eccellenze che vantano una simile innovazione nella chirurgia. Nello specifico, nella Clinica boianese di Villa Ester, il chirurgo ortopedico Stefano Di Nardo è uno dei “rari” professionisti che ad oggi applicano questo innovativo protocollo sul territorio nazionale.

Di Nardo, la chirurgia in ortopedia si evolve continuamente e con la globalizzazione la diffusione di nuove pratiche è veloce ed in inesorabile mutamento.

Sicuramente. La chirurgia ortopedica, in special modo quella che riguarda il ginocchio è in continua evoluzione e si cercano procedure sempre più adattate al paziente, con meno invasività così da avere recuperi post operatori agevoli e rapidi.

Dopo una tradizionale evoluzione di tecniche tradizionali, però, adesso con la Fast Truck Surgery, ci troviamo dinanzi ad una svolta nel campo che favorisce una minore ospedalizzazione ed un miglior comfort del paziente.”

Cosa questa che fa bene al Sistema Sanitario, in periodi come quello attuale…

Ovviamente l’intento di questa evoluzione era a favore esclusivo dei pazienti, che da un punto di vista psicologico vedono un immediato miglioramento delle loro condizioni. Però, per dirla tutta, sussistono anche dei risparmi per il sistema sanitario visto che si ottiene un recupero fisiologico superiore dopo l’intervento chirurgico, non da confondere, però, con una rapida dimissione”.

Sempre nei limiti della comprensione comune, tecnicamente di cosa stiamo parlando?

Senza entrare nello specifico, dal punto di vista chirurgico l’intervento è simile agli standard, ma si applica una minore invasività nei tessuti ed una serie di accorgimenti pre e post operatori in modo da ridurre al minimo i dolori successivi all’intervento e la perdita dei cosiddetti schemi sensoriali.”

Lei prima parlava di tempi connessi all’operazione rimasti invariati..

Si, i tempi di ricovero ed ospedalizzazione restano simili, ma ciò che cambia è il recupero ed è questa la novità interessante.

Dopo un intervento di protesi, ad esempio, al termine del periodo standard di ricovero il paziente viene dimesso senza la necessità di ausili, come sedia a rotelle, bastone o stampelle.

La cosa eccezionale, se poi così si può così dire, è che un paziente operato con questa procedura cammina autonomamente dopo poche ore dall’intervento.”

Effettivamente una tale procedura convincerebbe parecchi candidati a sottoporsi ad un simile intervento. Esistono candidati tipo?

Candidati tipo non proprio. Ovviamente non sono ottimi candidati quei pazienti che devono essere operati con urgenza oppure dove il rischio operatorio è elevato. Non abbiamo limiti di età, però dobbiamo trovarci dinanzi ad uno stato di benessere fisico complessivo e all’assenza di gravi patologie correlate.”

Evidentemente la parte riabilitativa resta necessaria.

Ovviamente. Per quanto innovativa il protocollo necessita sempre di un’accurata riabilitazione da effettuarsi dopo l’intervento, ma a differenza dei cicli fisioterapici standard si può partire con una riabilitazione più veloce e specifica per ogni paziente .

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