Politica/ Le elezioni ad Isernia e i giochi di palazzo

Mancano pochi giorni al ballottaggio per le elezioni amministrative di Isernia, quelle principali in questa tornata di votazioni in Molise; l’interesse è forte, non solo in regione, anche perché si tratta comunque di un capoluogo di provincia e la lista dei comuni al voto dopo la prima tornata è diminuita. Abbiamo già commentato l’esito del primo turno; ma con le dichiarazioni degli ultimi giorni il quadro della situazione si chiarisce, da un lato e si complica dall’altro. Cerchiamo di spiegarci.

Michele Iorio a caldo subito dopo l’esito del voto aveva fatto intendere che senza il suo apporto il centro destra non avrebbe potuto vincere le elezioni e di non escludere accordi (naturalmente in cambio di una contropartita, che generalmente consiste sempre in una candidatura elettorale); una posizione ‘possibilista’, che in molti hanno visto però come un’ultima spiaggia politica per rimanere su livelli alti nella politica locale.

Da alcuni giorni circola nelle sedi del ‘gossip politico’ la tesi in base alla quale Iorio non sarebbe sconfitto ma addirittura vincitore ‘morale’: il ragionamento sarebbe sempre quello della necessità per il centro destra di attingere dal suo bagaglio di voti, anche così ridimensionato, per arrivare alla vittoria finale. Nell’entourage del centro destra qualcuno si spinge oltre, dicendo che avrebbe elaborato una strategia fondata tutta sulla possibilità di Melogli di non arrivare al 51%; per dirla in parole chiare avrebbe lavorato ‘a perdere’ sapendo in partenza che Tedeschi sarebbe stato il terzo escluso. In politica tutto è possibile e per dovere di cronaca segnaliamo anche questo; ma il ragionamento va oltre e c’è chi addirittura dice che in fondo i voti di Iorio a Isernia sono quelli da anni e che quando era presidente della Giunta regionale non vi era certezza che fossero molti di più, visto che il capo dell’esecutivo è portato dai partiti più che dal proprio bagaglio elettorale. Insomma Iorio sarebbe sempre lo stesso con il suo peso personale poco o per nulla modificato, almeno nel capoluogo di provincia. Si parla dei voti propri e non di partito; non avendo conoscenza specifica del fatto in questione riporto la notizia e vado avanti nel ragionamento.

Michele-Iorio-
Michele Iorio

Il nodo della questione è sull’asse Iorio-Fratelli d’Italia- Melogli; vedremo perché . E’ certamente vero che il 42,88% di Melogli fa diventare vitale qualunque apporto di voti anche quelli di un condominio: figuriamoci, quindi, l’8% di Fratelli d’Italia. Tutto chiaro, quindi e partendo da questo dato si potrebbe considerare la mossa dell’ex-presidente della Giunta come vincente; ma a ‘scompigliare’ il quadro sono arrivate le dichiarazioni di Cosmo Tedeschi prima e Filoteo Di Sandro, poi. Vediamo i passaggi principali dell’una e dell’altra.

“Siamo stati chiamati dal candidato a Sindaco Melogli- ha dichiarato Tedeschi-…La discussione e le riflessioni effettuate, anche con i nostri candidati, hanno portato ad assumere un orientamento di riflessione libera e di responsabilità costruttiva per il bene ed il futuro della città di Isernia. Non vi è stato, quindi, nessun apparentamento e nessun accordo politico”. Il costruttore isernino, quindi, alla fine lascia libera scelta nel voto ai partiti che al primo turno l’hanno appoggiato. A correggere parzialmente il tiro, a nome di Fratelli d’Italia, è arrivata la dichiarazione del coordinatore regionale che è appunto Di Sandro.

“Nonostante il mancato apparentamento formale – ha affermato – tra la nostra coalizione e quella del candidato Melogli, ed il mancato raggiungimento di un accordo politico tra i partiti della coalizione da noi proposto sia a livello comunale che regionale, nel ribadire l’importanza dell’unità del centrodestra e per un forte senso di appartenenza e lealtà, al ballottaggio per il Sindaco di Isernia Fratelli d’Italia sosterrà il candidato di centrodestra Melogli.

Ricapitolando: Iorio possibilista sull’accordo, Tedeschi che si chiama fuori e Di Sandro che l’accordo lo certifica ‘scavalcando’ la posizione di Iorio. Sembrerebbe un ricompattamento ed a livello formale lo è: ma l’accordo depotenzia, almeno all’apparenza, l’ex-plenipotenziario, che ora di norma dovrebbe adeguarsi agli indirizzi di partito. Appunto, dovrebbe. Non è questione di lana caprina perché il riverbero di vori dal primo al secondo turno non è automatico; se quell’8% si dovesse dividere tra due posizioni differenti, allora a Melogli potrebbe non bastare affatto. In verità all’avvocato sarebbe arrivata anche l’adesione di Progetto per Isernia (circa il 4% al primo turno elettorale), oltre a posizioni singole di altri componenti del ‘gruppo-Tedeschi’, mentre su altri si starebbe ancora lavorando. Questo ragionamento porta a pensare che Melogli sarebbe ancora più vicino alla vittoria finale e che Iorio al momento, sembrerebbe in difficoltà, o lo sarà se il centro destra non considererà i suoi voti necessari per battere Castrataro.

In questa situazione per lui mirare ancora, come si dice, all’eredità politica di Toma a palazzo Vitale ed in seconda battuta alla candidatura parlamentare sarebbe difficile. Ancora una considerazione: se Forza Italia, quindi Patriciello ed altri, ha il doppio dei voti di Fratelli d’Italia , che peraltro adesso ‘ufficialmente’ appoggerà Melogli, perché dovrebbe valutare un ipotetico ‘aut-aut’ ioriano? La ‘soluzione’ allora potrebbe essere un ridimensionamento delle richieste dell’ex-presidente, spostandole sul Comune di Isernia: Forza Italia avrebbe la leadership nel capoluogo pentro, Iorio qualche punto di riferimento utile in chiave elettorale e Melogli, in caso di vittoria, una posizione di equilibrio tra ‘Aldo e Michele’. Sarebbe anche strano un accordo tra Fratelli d’Italia e Melogli che escludesse completamente ‘Michele’: è come se allo storico incontro di Teano si fossero presentate le camice rosse senza Garibaldi. Ai più tutto ciò sembrerà fantapolitica, ma questa non raramente si spinge verso la realtà.

Resta ancora un punto: non abbiamo ancora parlato di Castrataro che è in campo per la vittoria finale: il suo 41,66% non è un dato da sottovalutare, anche se è indubbio che se il centro destra non si fosse spaccato adesso tutto questo discorso non ci sarebbe e Melogli avrebbe già indosso la fascia tricolore. Il centro sinistra alla vigilia delle elezioni forse non avrebbe neanche potuto sperare di arrivare a ciò e probabilmente ha espresso tutto il suo potenziale; ma nel secondo turno giocano un ruolo determinante l’astensionismo e la tendenza a far confluire i voti sulla persona a prescindere dagli orientamenti di partito e inoltre i ‘rossi’ sono generalmente compatti nel voto. L’ingegnere nucleare, quindi, è tutt’altro che fuori dai giochi: l’esito delle ultime elezioni a Campobasso ha dimostrato come al ballottaggio possa cambiare tutto. Insomma l’abbordaggio piratesco (nel senso migliore e più nobile possibile) sarebbe alla portata e la corazzata di centro destra tutt’altro che inaffondabile. La partita sembrerebbe essere molto equilibrata, la politica poi ci ha abituato ai cambi di rotta ed alle soluzioni a sorpresa. Solo lunedì sera sapremo la verità: basta solo aspettare!

Stefano Manocchio

Commenti Facebook