Partite IVA: Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi

Questa la lettera aperta della rete Alta Partecipazione, alla quale i Giovani Democratici aderiscono, sulle misure del Governo relative alle partite IVA.
“Caro Presidente Renzi,
il Partito Democratico, dall’inizio del mandato di governo, si è impegnato a riformare e migliorare le condizioni del mondo del lavoro autonomo e professionale. Una rottura col passato, quando è valso un patto tacito, di reciproca indifferenza tra la sinistra e il mondo delle partite IVA. Il PD si è impegnato come mai era stato fatto prima: lei, Presidente, ha sempre parlato del popolo delle partite iva come asse portante della struttura economica del paese, ricordiamo le slides in occasione della presentazione della Legge di Stabilità. A ben vedere piccole cose rispetto alle risorse concrete impegnate per i lavoratori dipendenti (80 euro), le imprese (sgravi irap), gli artigiani e i commercianti (ampliamento dei minimi e soppressione dei minimali contributivi), ma comunque significative se effettivamente realizzate. Alle promesse però non sono seguiti i fatti. Anzi, sono stati approvati una serie di provvedimenti vessatori e peggiorativi delle condizioni di tutti coloro che nel nostro Paese svolgono un’attività intellettuale, colpendo maggiormente proprio la fascia più giovane del lavoro autonomo e professionale. Non è stato bloccato l’aumento dell’aliquota contributiva per gli iscritti alla gestione separata Inps, da gennaio aumenterà al 30%. Un vero smacco, se si pensa che la norma era stata approvata con il Governo Letta e persino col governo tecnico. La stretta sul regime dei minimi determinerà un incremento della tassazione per i giovani professionisti stimato intorno al 500%, come denuncia Confprofessioni. Allo stesso tempo, aumentano le tasse sulle Casse di previdenza private, dal 20% al 26%, mentre si esclude il settore degli studi professionali dagli ammortizzatori sociali in deroga. Le chiediamo di correggere queste norme sbagliate. Si cominci bloccando l’aumento dell’aliquota della gestione separata, si intervenga col mille proroghe per rinviare l’entrata in vigore della norma. Oggi si deve mettere una toppa, ma da domani si intervenga a risolvere il problema, allineando l’aliquota per tutti al 24%. Gli autonomi hanno pagato e continuano a pagare, non sono il bancomat dello Stato. Serve una legge sul lavoro autonomo, che fotografi la situazione nuova, che tuteli il diritto alla malattia e alla maternità, semplifichi la burocrazia, promuova l’opportunità della formazione permanente. Ci vorrebbe un racconto autentico e veritiero di quel che è il lavoro autonomo. Sembra invece che si intervenga con soluzioni abbozzate, che addirittura peggiorano l’esistente. Ci torna in mente la lezione di Luigi Einaudi: conoscere per deliberare. Se si vuole regolare il nuovo mondo del lavoro indipendente bisogna frequentarlo, serve consapevolezza e misura.
Il Pd e il Governo raccolgano le numerose istanze che si sono levate dai lavoratori indipendenti, segno di vitalità e organizzazione del mondo degli autonomi. In vista dei nuovi provvedimenti annunciati, chiediamo di avviare audizioni ufficiali con le rappresentanze sociali.
Rete di Alta Partecipazione
Giovani Democratici del Molise

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