L’ondata di maltempo fa salire il conto dei danni all’agricoltura che, per effetto dei cambiamenti climatici, ha perso più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio, tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali. Questa è, la fotografia scattata dalla Coldiretti sulla base dei dati del Crea che ha fatto un primo bilancio della devastazione provocata dal gelo e dalla neve caduta copiosamente al centro sud dove sono state raggiunte temperature del tutto anomale. “Siamo di fronte – sottolinea l’associazione di categoria – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi e intense. Il tutto dovuto dal repentino passaggio dal bel tempo al maltempo che ha causato bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali che hanno interessando l’intera Penisola Italiana”. Anomalie che evidenziano che mentre al Nord non piove da oltre quaranta giorni il Mezzogiorno è stato letteralmente devastato da abbondanti nevicate con temperature che hanno apportato gravi danni soprattutto alle coltivazioni e agli allevamenti. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche e Umbria messe in ginocchio anche per gli eventi tellurici, al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno visto dissolversi nel giro di pochi giorni coltivazioni sotto le sferzate di Burian, che ha compromesso buona parte dell’economia agricola/zootecnica del Mezzogiorno d’Italia. Così come si registrano gravi danni agli allevamenti, agli agrumeti e ai vigneti che hanno ceduto sotto il peso delle abbondanti nevicate. A pagarne le spese soprattutto gli agricoltori ma anche i consumatori che, causa i cambiamenti climatici, subiscono gli effetti delle speculazioni in una situazione in cui i prezzi dei prodotti aumentano in media del 200%. Percentuali che, ancora una volta fanno la differenza. La quale, costringe a fare il punto della situazione assolutamente non favorevole a chi ha scelto di mantenere integra un’attività che affonda le radici nel tempo e che, nonostante l’apporto della tecnologia, deve fare i conti con “il generale inverno” vero e proprio nemico di un comparto che ora più che mai è in crisi d’identità.
Massimo Dalla Torre
Ondata di maltempo, si inizia a fare la conta dei danni soprattutto al Sud
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