Migranti sfruttati a Sesto Campano, Di Clemente: espropriare gli espropriatori

La cinquantina di braccianti migranti supersfruttati da padroni terrieri e caporali, “scoperti” a Sesto Campano, è solo la punta dell’iceberg, anche per il Molise; basti ricordare quanto da tempo denunciamo per il Basso Molise. E nei campi muoiono braccianti, sia italiani che migranti, per le nefaste condizioni di sfruttamento.  Ecco perché, anche nel Molise, i lavoratori e i disoccupati italiani devono unirsi con i migranti nella lotta comune contro la classe degli sfruttatori e i loro servetti fascio-leghisti, che tentano di sviare le masse nella guerra tra poveri, diffondendo fobie idiote, istigando all’odio razziale, facendo leva sui più rozzi istinti subumani.
E mentre questa barbarie dilaga, come prodotto naturale del sistema capitalistico, soprattutto quando entra in crisi acuta, il governo Renzi non solo rafforza i poteri arbitrari dei padroni sfruttatori, ma distrugge il poco rimasto delle conquiste dei lavoratori, quelli che la ventennale mattanza sociale dei governi di destra e di “centrosinistra” ancora non erano riusciti ad eliminare.
Ma, anche nel Molise, non basta la denuncia del supersfruttamento dei braccianti: occorre aggredire questo crimine alla radice, con drastiche misure anticapitalistiche contro i padroni agrari e i loro caporali: l’esproprio senza indennizzo delle loro aziende e del loro patrimonio, da gestire secondo un piano sotto il controllo dei braccianti a cui ritorneranno i frutti del proprio lavoro, risarcimenti inclusi.
Su questa rivendicazione chiediamo di costruire una battaglia unitaria nel mondo del lavoro molisano, a partire dalla sinistra politica e sindacale presente nella nostra regione.
Insomma, per dirla con l’intramontabile Marx, si tratta di “espropriare gli espropriatori”.
Partendo da queste rivendicazioni e lotte quotidiane di elementare civiltà, il P.C.L., anche nel Molise è impegnato a costruire un percorso di cambiamento più ampio del settore agricolo, verso un governo dei lavoratori, che possa condurre all’organizzazione socialista dell’agricoltura, libera da sfruttatori, inquinamenti e manipolazioni dei prodotti agricoli in nome del profitto, per una pianificazione della produzione agricola, democraticamente determinata, in base alle esigenze collettive del settore alimentare. Tiziano Di Clemente

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