Il Molise è una continua scoperta, talvolta anche per gli stessi molisani. La sua grande biodiversità sta finalmente venendo alla luce grazie all’impegno di istituzioni, agricoltori, produttori ma anche privati cittadini.
A parte il lavoro effettuato su alcuni vitigni autoctoni – la tintilia, per esempio – sui salumi e sui formaggi, le cronache riportano come siano state individuate più di 70 varietà di mele, 90 di pere e altre decine di varietà di frutta. Quanto ai legumi, sono state censite 50 varietà di fagioli così come sono state rivitalizzate le produzioni delle lenticchie di Capracotta e delle cicerchie di Baranello. Cotti nella tradizionale pignata, i legumi sono tornati protagonisti nei menù di osterie e ristoranti, sotto forma di zuppa o di insalate, serviti come antipasto, contorno, piatto di mezzo o nel condimento dei primi piatti.
Queste sono solo alcune delle suggestioni gastronomiche contenute nella 28esima edizione della guida Osterie d’Italia, il sussidiario del mangiarbere all’italiana edita da Slow Food Editore, che viene presentata – unica data in Molise – martedì 31 ottobre alle 17,30 a Campobasso presso la sala espositiva della Fondazione Molise Cultura, in via Gorizia. Dopo i saluti di Eliodoro D’Orazio, presidente Slow Food Abruzzo-Molise, intervengonoEugenio Signoroni, curatore di Osterie d’Italia, e Massimo Di Cintio, responsabile di Osterie d’Italia Abruzzo-Molise.
«Sentirsi a casa»: è questa la sensazione che i locali recensiti in Osterie d’Italia suscitano nei propri frequentatori. «Nella guida ci sono le osterie che incarnano al meglio l’autenticità della cucina italiana, una cucina semplice, priva di barocchismi ed eccessi di lavorazione che hanno il solo fine di stupire. Una cucina che non cerca di uniformarsi in un unico stile con cotture millimetriche, sottolinea le differenze e non si piega alle mode» racconta Signoroni, curatore insieme a Marco Bolasco del Sussidiario del mangiarbere all’italiana.
13 su 1.616 sono le osterie molisane recensite nell’edizione 2018, di cui la maggior parte con un menù che non supera i 35 euro. In continuità con la scorsa edizione, i locali un po’ più cari della media sono segnalati dal bollino con Euro e freccia, mentre il bollino Novità sta, naturalmente, per le nuove segnalazioni, a indicare un fenomeno in continua evoluzione e crescita. Il simbolo dell’Annaffiatoio indica i locali con un orto di proprietà, la Chiave quelli dove si può anche dormire, il Formaggio è usato per quelli che propongono una selezione di prodotti caseari di qualità, la Bottiglia per il locale dalla proposta di vini articolata, rappresentativa del territorio, con prezzi onesti e infine le 2 Chiocciole molisane, dedicate ai locali più in sintonia con i princìpi di Slow Food. Inoltre ci sono caratteri speciali per indicare quali osterie aderiscono al progetto Alimentazione Fuori Casa dell’Associazione Italiana Celiachia e quali all’Alleanza tra i cuochi e i Presìdi Slow Food, cioè dove si utilizzano regolarmente nei menù almeno tre Presìdi della propria regione.
L’ingresso è libero, segue aperitivo.
Osterie d’Italia 2018 in pillole
Curatori: Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni – Pagine: 896 – Prezzo € 22
I numeri:
1616 osterie segnalate in guida
176 nuove segnalazioni
275 chiocciole, i locali che meglio incarnano il modello di osteria
207 osterie da visitare per la notevole selezione di formaggi
400 osterie consigliate per la carta dei vini attenta al territorio
e in più…
347 indirizzi dove acquistare prodotti di qualità, gustare un buon gelato o fermarsi per un piacevole aperitivo
456 locali con un orto di proprietà
373 osterie che propongono un menù vegetariano
310 osterie con alloggio