DI GIUSEPPE MARINI
Se in questo evento c’è stata una protagonista è stata senza dubbio l’Arte nella sua espressione
artistica e letteraria. L’arte ha capacità di generare emozioni, suscitare riflessioni e presentare
prospettive diverse; l’arte può stimolare il dialogo e il cambiamento sociale, superando barriere
linguistiche e culturali; l’arte è un potente mezzo di comunicazione con cui è possibile far veicolare
nel tempo la storia e toccare le coscienze di molti. Forti di questa consapevolezza il comitato
cittadino ha chiamato a raccolta artisti affermati e giovani talenti che hanno realizzato opere
fantastiche. Hanno aperto la loro finestra dell’anima su un periodo storico importante quasi ad
immedesimarsi nella popolazione di fine conflitto, che nonostante milioni di morti e numerose città
ridotte a cumuli di macerie, furono felici per una pace ritrovata ma soprattutto fiduciosi di una
Europa che tornava a vita nuova.
I ragazzi del Liceo Artistico di Termoli “B. Jacovitti”, partecipando al concorso di pittura e scultura ,
hanno colto tutto questo e si sono espressi su quanto gli era stato chiesto e sono stati meravigliosi.
Hanno espresso il fine conflitto con opere di pace e di speranze mai con la crudeltà e l’orrore con
cui la guerra viene spesso rappresentata. Hanno maneggiato questo potente mezzo che è l’arte
per celebrare soprattutto la pace e la bellezza della vita. Nominarli tutti diventa impossibile e forse
anche noioso, ma la dirigente scolastica e il loro insegnanti sono stati bravi a coinvolgerli in questo
80° VE-Day così da essere protagonisti del loro tempo in questo momento importante, in cui
l’Europa ha bisogno di ritrovare se stessa di fronte a sfide significative, tra cui la necessità di
rafforzare la propria unità e identità. Il vincitore della sezione pittura è stato Renato Gentile classe
5AAF; del settore scultura è stato Andrea Fallucchi, classe 5AAF. Le opere sono state esposte in
Via Molise e la mostra è stata curata dall’artista locale Americo De Laurentis e da Benedetta
Tirolese entrambi appartenenti al comitato cittadino organizzatore
“La storia chiama l’Arte”, mostra a cura del Centro Culturale il campo di Renato Marini, ha visto il
coinvolgimento di 4 artisti regionali: Renato Marini, Elio Cavone, Nino Barone e Sara Pellegrini.
Essi hanno espresso la loro arte all’interno dell’Operation Building, uno stabile utilizzato dal 332nd
gruppo caccia come intelligence e Briefing Room. Mai titolo di una mostra è stato più consono di
questa. Una esposizione artistica come espressione vera e senza veli sui giorni di fine conflitto
della Seconda Guerra Mondiale. Realizzazioni dell’anima per ricordare a tutti che la pace ha un
valore eterno e che è un bene da preservare. L’installazione artistica di Sara Pellegrini “rotte di
libertà” con cinque grelle originali, come cinque sono i campi di aviazione, è imponente e trova nei
suoi colori i segni del tempo. La ruggine che parte dal basso è il colore del tempo che passa e il
peso della guerra; l’azzurro è il colore del cielo e del volo in ricordo delle nostre unità aeree che
contribuirono a raggiungere la fine del Secondo Conflitto Mondiale e a restituire la libertà al
continente Europeo; l’oro è il colore della rinascita, della ricostruzione, del benessere, della pace
ritrovata. Ad ogni grella è abbinato un campo di aviazione. Una realizzazione che è memoria
condivisa, un omaggio alla città e alla sua storia del Novecento
Renato Marini con la sua arte pittorica ha realizzato tre opere che rappresentano “Il ritorno a sera”
degli aerei dalle loro lunghe missioni. Aerei che si intravedono venir fuori dai colori meravigliosi
dell’imbrunire di un paesaggio costiero molisano affascinante e silenzioso. Nino Barone ha
realizzato un’opera imponente con cinque tele, come cinque furono i campi di aviazione, su cui ha
disegnato un aereo a forma di croce. L’autore ha voluto evidenziare il sacrificio dei tanti piloti che
hanno dato la loro vita per la pace. Agli estremi dell’aereo e nella sua parte centrale ha riportato i
nomi dei campi di aviazione e le nazionalità dei piloti di appartenenza. La scritta VE-Day
1945/2025 campeggia nella parte superiore della realizzazione. In ultimo l’opera dirompente di Elio
Cavone che scuote le coscienze. Una installazione che mette in mostra la crudeltà e il peso della
guerra in cui spicca una figura umana che sanguina i ricordi della Seconda Guerra Mondiale e che
ancora oggi si ripropone ai confini della nostra Europa . L’arte come espressione di pace a cui
rivolgere le proprie coscienze umane per combattere l’assurdità delle guerre che ciclicamente si
ripetono
Per il concorso letterario, gli studenti più giovani delle terze medie hanno immaginato il periodo
dell’aviazione alleata a Campomarino, creando testi che celebrano l’amicizia con i piloti e
l’ammirazione per i loro aerei. Ieri realtà vissuta dai loro nonni, oggi trasformata in una narrazione
creativa dai loro nipoti. Anche qui un grazie alla dirigente scolastica e al corpo docente per aver
aperto le porte agli eventi della storia e aver permesso ai loro alunni di liberare il loro talento.
Vincitrice è stata l’alunna Colapietra Desirèe della 3A.
Per l’importante evento, del VE-Day, l’artista Michele Carafa ha realizzato una stupenda opera in
bronzo che rappresenta la grella (PSP) simbolo dei campi di aviazione alleati a Campomarino. Su
di essa si liberano in volo cinque colombe che simboleggiano la pace che i nostri cinque campi di
aviazione di Biferno, Canne, Nuova Madna e Ramitelli hanno contribuito a riconquistare in Europa
Bellissima la cartolina realizzata da Sara Pellegrini con grafica annullo di Chiara Carafa. Sara ha
realizzato una cartolina molto significativa in cui viene rappresentata in alto l’Europa con le sue
stelle disposte su un cielo dipinto di blu aeronautico dove nuovi aerei non più di guerra si liberano
in volo. Al centro le stelle in oro dei cinque campi di aviazione di Campomarino che si stagliano su
un paesaggio costiero fatto di sabbia , di cielo e di mare dove un ragazzo gioca con un aereo di
carta : la guerra ormai ha ceduto il passo alla pace e alla serenità ritrovata. Il timbro dell’annullo è
parlante nella sua realizzazione. Le 12 stelle della Comunità Europea rappresentano l’unità e la
solidarietà tra le nazioni europee. L’aereo ormai non più militare simboleggia la memoria storica del
conflitto e il passaggio da un’epoca di guerra a quella di pace. Il campanile è memoria storica della
città, simbolo del territorio che si arricchisce dell’aviazione alleata transitata in queste terre. Il
timbro raccoglie questi simboli e lega la microstoria locale alla grande storia internazionale
Brillanti sono state le realizzazioni dell’Artista Antonella Mattarocchia che ha disegnato per
l’occasione 6 tavole raffiguranti i vari aerei legati ai campi di aviazione con i simboli del territorio su
cui erano dislocati. Gli stessi sono stati donati agli ospiti insieme alle pergamene della cittadinanza
onoraria
Tutto quello che è stato rappresentato nelle opere menzionate non sono altro che frammenti di
memoria parlante di storia condivisa, un omaggio alla collettività e alla resilienza del territorio e al
volo che ha aperto la strada alla luce e ad ottant’anni di pace in Europa.