Garanzia Giovani. I fondi sono stati stanziati, la Regione accelleri l’iter

In Molise ci sono circa 15.100 giovani, nella fascia dai 15 ai 29 anni, non inseriti in percorsi di studio, formativi o lavorativi (definiti NEET). Questo numero impressionante per la nostra realtà molisana, e che – purtroppo – non tiene conto della ulteriore consistente fascia dai 30 ai 40 anni, è stato individuato  al fine del progetto denominato “Garanzia Giovani” da poco approvato definitivamente in Parlamento. Una attività formativa mirata ad aiutare i nostri giovani a trovare la propria strada lavorativa, nella consapevolezza che “imparando” il mestiere si apprezza, si comprende meglio e si migliora l’impegno profuso.
Alla Regione Molise sono stati assegnati, per sviluppare il progetto “Garanzia Giovani”,  ben euro 7.673.740,00 (quale regione definita “in transazione”), un badge di tutto rispetto se messo a frutto nel migliore dei modi senza dispersioni in rivoli strani e utilizzato esclusivamente in favore dei giovani e delle imprese che li accolgono per questo percorso formativo. Ci auguriamo che non succeda come, penosamente, siamo stati abituati nel passato non troppo lontano!Per attuare al meglio questo progetto, non serve contrapposizione tra pubblico e privato, ma collaborazione piena tra i Servizi al lavoro, Centri per l’impiego pubblici e operatori privati accreditatiCerto alcuni ritardi si registrano anche per la nostra Regione, in quanto facente parte di quel gruppo di regioni che hanno emanato il regolamento ma senza avere attivato l’Albo (unitamente a Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento, Lazio, Campania e Puglia), ma accelerando si può recuperare senza grandi difficoltà.
Più rapidamente si agisce, più avremo modo di recuperare un pochino di quel gap di fiducia ed interesse verso la politica da parte dei cittadini ed in particolare dei giovani!. In questa fase è fondamentale la comunicazione, in ogni sua forma, anche per convincere quei giovani sfiduciati – e sono tanti – che ora c’è una proposta concreta e non solo sulla carta. Ora bisogna agire anche per insegnare loro che sono protagonisti del proprio futuro.
I campi d’azione dove il giovane può esercitare il talento sono molteplici: la stessa formazione, lavoro dipendente, lavoro autonomo, autoimpresa, auto impiego, alternanza scuola/lavoro e servizio civile. Bisogna crederci, non rinunciare ai propri sogni e avere il coraggio di mettersi in gioco e con “Garanzia Giovani” si può fare. Vediamo come.Il programma si delinea come un PON Nazionale in capo al Ministero del Lavoro, con la collaborazione, oltre che delle Regioni, anche di INPS, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e  della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quali organismi Intermedi che agisco tramite Convenzione.
Le risorse sono state recentemente assegnate alle Regioni (per il Molise i sopracitati 7.637.740,00 euro) che autonomamente predispongono i piani attuativi con interventi mirati su alcune misure rispetto ad altre, valutando anche se l’erogazione dei servizi ai giovani debba essere completa titolarità pubblica attraverso i Centri per l’Impiego, oppure se i CPI possano avvalersi degli altri operatori pubblici e privati. La Regione Molise sembrerebbe in ritardo, pur recentemente avendo ripartito i fondi nelle singole misure, non avendo ancora attivato l’Albo regionale degli operatori pubblici e privati (art. 7 del D.Lgs 276/2003 e ss.mm.ii.).
L’accesso al programma, dovrà avvenire tramite registrazione del giovane interessato al progetto sul portale nazionale collegato a: www.cliclavoro.gov.it o sui portali regionali dedicati in cooperazione applicativa con il sistema nazionale (cliclavoro).Dopo la registrazione, sarà convocato dallo Youth Corner del servizio competente (CPI o soggetto accreditato) per realizzare il colloquio di “profilatura” e per stipulare il Patto di Servizio che codifica gli impegni del giovane e del servizio che lo prende in carico.Orientativamente dal colloquio di profiling/patto di servizio decorreranno i circa 4 mesi entro cui il servizio competente deve “garantire” una “via d’uscita”, ossia proporre al giovane o il reinserimento in percorsi di studio/formazione compreso un tirocinio, oppure un contratto di lavoro a tempo indeterminato, determinato, di somministrazione o apprendistato, oppure ancora un anno di servizio civile o percorsi di mobilità lavorativa anche transnazionale.
I Servizi e le misure di politica attiva, quindi, sono così sintetizzabili: accoglienza, presa in carico e orientamento, formazione specialistica con premialità per successiva occupazione; accompagnamento al lavoro o ad una esperienza di lavoro; apprendistato; tirocini; servizio civile; autoimprenditorialità e autoimpiego; mobilità territoriale e transazionale; bonus occupazione.
Insomma un metodo innovativo per aiutare i giovani a farsi strada nel mondo

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