Di Clemente: il caso Neptum di Venafro dimostra il carattere nefasto della privatizzazione idrica

Il Caso Neptun- Comune di Venafro è emblematico per dimostrare la validità del NO alla privatizzazione del servizio idrico e dei servizi comunali in genere.
Come è noto anche il P.C.L. Molise sostenne per quel poteva le proteste popolari contro l’affidamento a privati del servizio idrico e fognario di Venafro; ne fu documentata sin dall’epoca la mala gestio: peggioramento notevole del servizio, esosità delle tariffe, sino allo scandalo del servizio di riscossione privatizzato, con milioni di euro sborsati dalla popolazione venafrana e finiti non si sa dove, anziché all’ex ERIM e nelle casse comunali come prescritto.
Sulla base di non condivisibili sentenze di primo e secondo grado, gli utenti, di fatto, furono condannati a pagare due volte: la prima a fronte dei milioni di euro da loro sborsati per le salate bollette e poi “spariti”, la seconda per il debito rimasto accollato al Comune verso l’ex l’ERIM e per il mancato introito proprio.
Oggi non si può che essere soddisfatti per l’esito in Cassazione della vicenda Neptun-Comune di Venafro secondo cui, quanto meno il debito verso l’ex Erim non deve essere pagato dal Comune ma dalla società privata.
Tuttavia quel che rimane scandaloso, privatizzazione a parte, è che nel 2016, a distanza di oltre 10 anni dallo scandalo, stante quanto riferito dal Vice Sindaco di Venafro, ancora si deve “indagare” su dove sono finiti i soldi dei lavoratori venafrani pagati per le salate bollette.
La Sezione della Corte dei Conti del Molise con riferimento al 2007, già con deliberazione n.16/2009/prsp) rilevò il credito del comune di Venafro confronti della Neptun s.r.l. riferito al mancato pagamento di fatture relative all’erogazione di risorse idriche per gli anni 2003, 2004 e 2005, per € 2.350.525,28.
Dunque le autorità giudiziarie di Isernia e della Corte dei Conti ben sapevano cosa stava accadendo sin dall’epoca, come anche noi denunciavamo.
Orbene: come è possibile che la Procura della Repubblica di Isernia e quella della Corte dei Conti del Molise, da oltre dieci anni, ancora non abbia scoperto dove finiti i soldi pubblici pagati dai Venafrani per tale servizio idrico-fognario ?
Certo sarebbe stato molto più utile impegnare le aule del Tribunale di Isernia per tali questioni anziché per assurdi processi verso la sinistra anticapitalista locale, PCL in primis, solo per aver espresso legittime critiche contro il nefasto potere locale e proposte alternative o per aver cantato “Bella Ciao”.
Pertanto il PCL Molise, nel continuare la sua iniziativa per far risarcire la collettività venafrana dai danni causati dalla privatizzazione del servizio idrico, nell’ambito della lotta contro le istituzioni e la magistratura borghese, come fa da anni, persevererà nel denunciare e incalzare pubblicamente, e nel sottoporre a verifica sociale, anche l’operato della Procura di Isernia e della Procura della Corte dei Conti di Campobasso su tale vicenda.

Tiziano Di Clemente PCL

Commenti Facebook