#corpedelascunzulatavecchia/Assessore Cotugno, Capracotta, il Conte Max e le percoche

Questa foto cattura l’istante preciso del film “Il Conte Max”, istante in cui Alberto Sordi edicolante del Conte Max (Vittorio de Sica) “confessa al Conte che per Natale andrà in vacanza a Capracotta. A parte il “refuso geografico” del film che posiziona Capracotta negli Abruzzi, ma era il 1957, ed il Molise sarebbe “nato” solo nel 1963, quindi tutto ok.

Le cronache narrano, o le leggende riportano, non è dato sapere, che Capracotta in seguito all’uscita del film ebbe un impennata di turisti, anche in considerazione delle strade che allora avevano la “pretesa” di collegare il Molise, anzi gli Abruzzi e Molise, con il resto del Mondo.

Tutto il mondo è paese ed anche se “passano i giorni, gli anni e se li conti anche i minuti”, come canta De Andrè, il mondo resta più o meno uguale e nel Molise abbiamo avuto un’impennata di turisti l’anno scorso con la “complicità” della chiusura avuta a causa Covid19 e per (ri)scoperta del territorio e delle sua bellezze.

Oramai è cosa rifatta parlare delle cascate di Carpinone, del ponte tibetano, delle bellezze della nostra costa e della stupenda attrattiva dei nostri siti archeologici alcuni dei quali ancora, forse, ancora molto da scoprire.

Questo è il Molise da scoprire, o come si diceva negli anni ottanta di Milano da bere, ma nel caso del Molise molto si sono bevuto. Poi esiste tutto il resto del Molise, quello che sopravvive per, alle volte, un colpo di ingegno di qualche indigeno. Ed è proprio di questo Molise che varrebbe la pena parlare proprio in questo mese di agosto che oramai è concluso.

In questi giorni ho sentito voci inneggianti al turismo molisano che viaggiava a livelli altissimi di partecipazione, e proclami da parte dell’Assessore Cotugno di soldi in arrivo per investimenti proprio per il turismo. L’assessore in pubblica sede si è sbilanciato sino a pronunciare l’importo che sarà messo a disposizione (investito) da parte della regione nel campo del Turismo. UN MILIARDO DI EURO. Giova ricordare che un miliardo di euro sono tanti di quei soldi che nemmeno si riesce ad immaginare da parte di noi persone comuni e semplici. Ma si sa i politici sono razza superiore e quindi aspettiamo gli investimenti e speriamo….oddio aspettiamo e speriamo evoca un attimo “…aspetta e spera…” e già sappiamo come andò a finire….

Comunque bando alle ciance e vorrei fermarmi un attimo, oggi, su un turismo particolare in Molise: i molisani che tornano al loro paese nel mese di agosto.

Nel mese agosto in ogni paese del Molise ritornano i nostri corregionali che sono costretti a vivere fuori regione per motivi di lavoro. In questi ultimi due anni non supportati da sagre e feste, ma sono sempre tornati, ed è proprio il loro ritorno che genera la possibilità di sopravvivenza dei nostri piccoli comuni con le loro minuscole attività per tutti i 365 giorni dell’anno.

Il piccolo negozio di alimentari, il minuscolo bar, la ridotta ferramenta, con quello che incassano nel mese i agosto riescono, alle volte, a coprire le spese di buona parte dell’anno e possono continuare ad offrire il loro supporto alla collettività durante tutto l’anno.

Detto questo, credo che potesse essere cosa logica, voglio sperare che il MILIARDODIEURO di cui si sente ronzare in giro, possa, ma debba, servire non per interventi mirati ai soliti noti, ma per interventi destinati a tanti (in)soliti molisani che riescono a sopravvivere nel nostro Molise.

Se volessero fare cosa buona, per esempio, i nostri governanti, ma soprattutto nello specifico chi si occupa di turismo, potrebbe, ma dovrebbe, innanzitutto fare un censimento delle cose che abbiamo e potremmo proporre in una vendita turistica, una specie di catalogo con possibilità di proposte a tema: dal turismo balneare all’artigianato, dal turismo religioso a quello agrituristico, da quello dei castelli a quello dei santuari….da quello a quello…..abbiamo in Molise un censimento di tali proporzioni e fatta? Siano coscienti delle bellezze che abbiamo o ci rimettiamo “alla clemenza della corte” ed aspettiamo un altro lockdown per sperare che arrivino turisti alle cascate di Carpinone? Ci accontentiamo delle promesse del MILIARDO o i posteri faranno monitoraggio di questa promessa e ci si regolerà di conseguenza?

La storia è sempre la stessa: in Molise siamo in pochi per farcela da soli, abbiamo bisogno di “iniezioni” esterne di persone che possiamo attirare solo con il turismo fatto bene, con scienza e coscienza. Tutto il resto non serve. Serve solo un’analisi concreta delle nostre bellezze, delle nostre possibilità, della nostra cultura, della nostra enogastronomia, del nostro vivere e saper vivere con gli altri. Facendo questo, per tornare a Capracotta eper parafrasare un famoso detto, potremmo essere capaci di fare crescere le percoche a Capracotta.

Con infinita stima ed immutato affetto: statevi arrivederci

Franco di Biase

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