Celebrazione della Prima Guerra Mondiale, l’intervento della Venittelli

“Ricordare una data storicamente dolorosa per la nostra storia, come l’ingresso nella prima guerra mondiale dell’Italia, vuol dire anche riflettere profondamente e far sì che simili tragedie non accadano più”. L’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli interviene così alla vigilia del centenario del 24 maggio 1915, che domani vivrà un momento istituzionale a Campobasso, per iniziativa della presidenza del Consiglio regionale.
“Alla fine della Grande guerra, costata 17 milioni di vittime, cominciò a diffondersi l’esigenza di creare una comunità politica internazionale, purtroppo spazzata via da un altro conflitto bellico ancor più sanguinoso, ma quel germe di speranza che venne lanciato allora ha portato a frutti concreti, basti pensare all’Unione europea, all’Onu e alle altre istituzioni sovranazionali.
In un contesto come quello attuale, dove l’ordine mondiale subisce quotidianamente attacchi e scossoni dagli integralismi e dove popoli interi migrano altrove, abbandonando origini e radici, dobbiamo far tesoro di tutte le esperienze passate, battendoci tutti insieme per una società migliore, pacifica, inclusiva, dove i diritti si affermino insieme alla dignità di ciascuno”.
Nell’occasione, con la cerimonia che richiama all’impegno comune di Abruzzo e Molise nella Prima Guerra Mondiale lo spunto sulla nuova comunanza interregionale è naturale, nel solco di un dibattito sempre più profondo. Da qui l’esigenza di disegnare un percorso virtuoso che recuperi le potenzialità congiunte con una terra gemella, nel rispetto delle autonomie amministrative e politiche sancite costituzionalmente. Concludendo, l’onorevole Venittelli commemora i caduti molisani sul fronte bellico. “Il loro sacrificio non è stato vano. Il senso di patria e di appartenenza al nostro territorio si è rinsaldato, a quasi sei decenni dall’Unità d’Italia ed è a questi sentimenti di fierezza cui dovremmo orientare il nostro impegno, per costruire insieme un Paese moderno e sempre più democratico e meritocratico”.

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