T.P.L. riposi al personale di guida : la Faisa Cisal denuncia violazioni

Delle condizioni d’esercizio del TPL Molise, che già abbiamo semplicemente definito inefficiente e degradato, abbiamo ampiamente disquisito, dei possibili, ma assenti, provvedimenti da parte della Regione anche. Quello che evidenzieremo oggi è la pericolosità con cui è o sarà svolto il servizio pubblico (non intendiamo riferirci ai mezzi
più che vetusti), sperando che, con le segnalazioni che stiamo preparando, ci sia, fra i tanti organi dello Stato che si occupano, almeno a parole, di sicurezza e di regole, ci sia qualcuno che decida che sia l’ora d’intervenire.

Fatto questo breve preambolo, dobbiamo ricordare le manovre contro legge effettuate nei comuni di Belmonte del Sannio e Roccavivara, nonché le numerose fermate di servizio illecite. Queste ultime sono illuminanti per evidenziare l’ennesimo ridicolo paradosso, perché c’è qualcuno che ha deciso che l’autista che effettua frequenti soste e fermate non ha diritto alla quantità di riposo, previsto dal Regolamento Europeo, per coloro che effettuano un percorso sopra i 50 km.

Risultato, oltre al rischio civile e penale in cui incorrono gli autisti per le fermate di servizio illecite, gli autisti si vedono ridurre anche il riposo, per aver fermato, dietro imposizione aziendale, dove non ci si poteva fermare. Meglio di così non si può.

Questo potrebbe essere il risultato se, a quanto pare, c’è un impresa, operante nel TPL regionale (stavolta non è l’Atm o la Sati), che ha deciso di ridurre il riposo settimanale spettante per i percorsi sopra i 50 km, in quanto il regolamento europeo n.561/06 non sarebbe loro applicabile. Il Molise potrebbe essere un’enclave dove non è applicabile il regolamento europeo in tema di riposi.

Non entreremo nel merito della questione, lo faremo compiutamente appena accerteremo la violazione effettiva, in quanto la società elude anche la risposta ad una semplice interrogazione in merito, evidenziamo solo che l’impresa che gestisce un Trasporto Pubblico dovrebbe ben conoscere le leggi di riferimento, pena, oltre al pericolo di creare incidenti, le sanzioni previste dall’art.174 del CdS, comma 14 e succ. (fino alla decadenza o revoca dell’esercizio). Per il fatto specifico, invece, ci basta citare solo l’art.4, punto q), del reg. CE n. 561/06, secondo il quale, il periodo di guida è “il periodo complessivo di
guida che intercorre tra il momento in cui un conducente comincia a guidare dopo un periodo di riposo o un’interruzione fino al periodo di riposo o interruzione successivi. Il periodo di guida può essere ininterrotto o frammentato”.

Questo vuol dire che le frequenti soste e fermate non incidono sull’applicabilità del Regolamento Europeo. Giusto per completezza, visto il deficit conoscitivo, l’interruzione non è la fermata, ma quella prevista dal punto d) del medesimo articolo.

Orbene, violare il C.d.S. e la normativa sul riposo significa, se qualcuno non lo ha ancora capito, violare norme di sicurezza, cosa si aspetta, che accada l’incidente e poi sentire, per l’ennesima volta, di un incidente sul lavoro che non deve più accadere?

Fra l’altro, giusto per completezza, ci potrebbero essere violazioni di norme penali, come mettere in pericolo la sicurezza dei trasporti e la pubblica incolumità (Art.432 c.p.), oltre all’indice di sfruttamento della mano d’opera (Art.603 bis, c.3, c.p.). Saprà la Regione, una volta interessata, capace d’intervenire? Oppure, come al solito, mostrerà la sua incapacità?

Faisa Cisal

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