E’ indubbio che Frattura, politicamente parlando, sia un “uomo morto in marcia”

E’ indubbio che Frattura, politicamente parlando, sia un “uomo morto in marcia”.
Il merito di averlo eliminato dalla scena politica regionale e’ ascrivibile a pochissime persone, 4-5 in tutto.
Questi pochi valorosi si sono esposti, pagando di persona, per combattere un sistema marcio, costruito sulle connivenze, orientato al raggiungimento di obiettivi personali, teso alla distruzione di chiunque avesse osato opporsi e finalizzato all’arricchimento di pochi.
Un sistema che, potendo contare su coperture politiche e non solo, ha destrutturato lo stato sociale di una intera comunità, smantellando i presidi costituzionalmente garantiti come la sanità, il lavoro, la Protezione Civile, la sicurezza dei cittadini. Un sistema, soprattutto, che ha calpestato la legalità, la moralità e la trasparenza dei comportamenti, portando all’attenzione nazionale un Molise dove non esiste più lo stato di diritto e dove le prerogative costituzionali delle persone sono quotidianamente calpestate, nell’ indifferenza colpevole e complice degli organi di controllo.
Tolto di mezzo Frattura bisogna adesso ricostruire una comunità, fatta di persone libere e non ricattabili, con i piedi ben piantati sul terreno della democrazia, della legalità e del bene comune e non dei pochi.
Questa regione ha tutte le possibilità, le qualità morali e la forza per riuscirci.
E’ necessario però non dimenticare.
Non dimenticare che Frattura ha potuto provocare queste macerie perché ci sono stati molti, troppi, che non solo non lo hanno contrastato e non si sono opposti alla sua attività, ma addirittura lo hanno prima candidato e poi sostenuto dentro e fuori il consiglio regionale.
Non vorremmo che, come la storia purtroppo insegna, tutti coloro che si sono resi complici di questo misfatto ai danni del Molise si ergessero a paladini del nuovo corso e, salendo sul carro di chi ha vinto questa battaglia, volessero anche dare lezioni di moralità e di comportamenti virtuosi.
Ma per questa operazione di verità ci sarà una intera campagna elettorale, per ricordare ai molisani fatti, nomi (e cognomi) e soprattutto responsabilità.

sen. Ulisse Di Giacomo

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