Impianto di trattamento rifiuti a confine con il Molise, Petraroia chiede di fare chiarezza

Riceviamo e pubblichiamo

Preso atto che la Conferenza di Servizi del 15 gennaio 2018 ha espresso parere formale alla
realizzazione dell’impianto di lavorazione e trattamento della frazione umida dei rifiuti per 22 mila tonnellate annue (Prot. 2018. 0026164 del 15.01.2018), così come previsto dal Decreto Dirigenziale n. 127 del 26.10.2017 della Regione Campania, e vista la nota del 29 gennaio 2018 a firma del Sindaco di SASSINORO (BN), Geom. Pasqualino Cusano (All. 1), si trasmette formale adesione quale Consigliere Regionale del Molise e componente della Commissione Ambiente e Territorio, all’istituendo Comitato Civico Interregionale a cui demandare il coordinamento delle iniziative di mobilitazione sociale, impugnative legali, ricorsi amministrativi, contenziosi e/o di ogni altra azione da promuovere in qualsiasi sede a tutela del territorio del Matese recentemente individuato dalla Legge Finanziaria n. 205 del 27.12.2017 quale Parco Nazionale.
Come si può evincere dalla lettura dell’Accordo di Programma del 22.11.2017 (All. 2) tra Regione Campania e Provincia di Benevento risulta individuato a pochi chilometri da Sassinoro (BN) e dal confine con la Regione Molise un sito per realizzare un impianto di lavorazione e trattamento della frazione umida dei rifiuti per una capacità di 30 mila tonnellate annue con relativo finanziamento pubblico.
È singolare che nella stessa area, la Regione Campania autorizzi due impianti simili per una potenza complessiva pari a 52 mila tonnellate annue, di gran lunga superiori alle necessità di smaltimento del territorio interessato.
Preme ricordare che l’avvio del Parco Nazionale del Matese potrà valorizzare gli importanti siti ambientali, turistici e culturali presenti a partire dal Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, dell’invaso di Morcone – Campolattaro, dalla Valle del Tammaro con la millenaria Città Sannitico – Romana di Saepinum – Altilia, fino ai Santuari di Cercemaggiore, Sepino, Sassinoro e Morcone, e alle attività agricole, zootecniche, tipiche e biologiche.
Autorizzare un impianto di lavorazione e trattamento della frazione umida per 22 mila tonnellate annue a Sassinoro (BN) pregiudica la qualità dello sviluppo locale dell’area a confine tra Campania e Molise, penalizza altre e diverse imprese presenti nell’Area PIP di Sassinoro (BN), lascia aperte perplessità sulla compatibilità ambientale e riprende una pessima linea d’azione già intrapresa in passato dalla Regione Campania tesa a localizzare migliaia di tonnellate di eco balle di rifiuti in località Colle Alto di Morcone (BN) a pochi metri dal Molise, dal fiume Tammaro, dal sito archeologico di Saepinum – Altilia e del Tratturo Pescasseroli – Candela.
Grazie alla mobilitazione popolare nel 2007 – 2008 venne impedito un errore grossolano che avrebbe pregiudicato anche la qualità delle acque raccolte nella Diga di Morcone – Campolattaro.
Oggi si ripropone la medesima questione ed oggettivamente offende e umilia l’impostazione che i territori di confine sia destinatari di scelte poco condivisibili come se quelle comunità avessero meno diritti di altre per il solo fatto di essere posto a ridosso tra due Province, di due diverse Regioni.
Il Consigliere
Michele Petraroia
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