“A poche settimane dalla commemorazione delle vittime dell’Olocausto, è un nostro dovere tornare a riflettere su un altro terribile eccidio consumatosi, a ridosso del secondo conflitto mondiale, nell’ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell’Adriatico orientale.
Un altro crimine dell’umanità contro l’umanità, purtroppo passato per anni sotto silenzio, nella logica irrazionale di classificare i crimini in relazione all’autore o alle motivazioni ideologiche che li hanno provocati. Un crimine che lo Stato italiano ha ritenuto di dover fissare nella memoria storica dell’umanità istituendo, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, la ricorrenza annuale, il 10 di Febbraio, del “Giorno del Ricordo”, un’ occasione per ripensare alle tante vittime di quei massacri e meditare sulla responsabilità individuale e collettiva difronte ad eventi così aberranti. Il dovere di conoscere e tramandare alle nuove generazioni ciò che è accaduto è il dovere di tutti, e soprattutto delle istituzioni e della scuola, con l’intento di rendere il “Giorno del Ricordo”, un evento da destinare non a vuote e retoriche celebrazioni ma ad approfondimenti, confronti ed incontri sulle ragioni, le cause storiche che determinarono quei tragici eventi, perché possano essere superati in un processo di riappacificazione e di nuova intesa e collaborazione tra i popoli. Questa è la strada per rimarginare le ferite del passato e per evitare che se ne aprano di nuove nel futuro, così che non abbiano più a scriversi altre tristi pagine di Storia. Solo il rispetto delle idee e dei diritti di ciascuno può essere vero fondamento di pacifica e duratura convivenza tra i popoli.