Di Giacomo: Che fine ha fatto la politica?

L’ assenza dei partiti, l’ irresponsabilità di chi rappresenta pro tempore le istituzioni a tutti i livelli e la mancanza di buon senso da parte di tutti sono gli elementi alla base del tentativo di suicidio politico che si sta consumando in quello che resta del centrodestra molisano nella competizione elettorale per il comune di Isernia.

Due, almeno fino ad ora, i candidati alla carica di sindaco, nel momento in cui il centrosinistra, invece, riesce a trovare la sintesi e una rinnovata unità, seppure con molte ombre e incertezze. Qualche decina di anni fa non sarebbe mai successo, per il semplice motivo che chi guidava i partiti o rivestiva ruoli di responsabilità nelle istituzioni non lo avrebbe permesso.

L’appartenenza e il ruolo della politica venivano sempre prima degli interessi personali o di parte, e nessuno mai si sarebbe sognato di mettere in pericolo una competizione elettorale in cui gli avversari erano sempre individuati nell’altra parte politica, mai nello stesso partito o nella stessa coalizione.

Lo so, i tempi sono cambiati e anche gli uomini, ma la politica, pur nelle pessime condizioni in cui è ridotta, dovrebbe essere rimasta la stessa. Così come dovrebbe essere rimasto lo stesso lo spirito di una competizione elettorale con regole non scritte che però valgono per tutti. E veniamo alla questione Isernia . C’erano accordi nella coalizione sulle candidature a sindaco nei comuni di Campobasso, Termoli e Isernia? Se si, vengano rispetati.

Ulisse Di Giacomo . ​Se no, persone con la testa ancora sulle spalle si siedano ad un tavolo e trovino un candidato unico che faccia sintesi e rappresenti degnamente il centrodestra. Arrivare alle elezioni con la coalizione spaccata in due fazioni e con due candidati vuol dire rinunciare in partenza ad una probabile vittoria al primo turno e prepararsi al ballottaggio, che per la situazione politica esistente ad Isernia e per una lunga serie di situazioni già viste porterebbe ad una sconfitta certa. Gravi e incomprensibili, poi, sono i motivi, non detti ma noti a tutti, alla base di questa pericolosa situazione: la guerra tra bande di chi siede negli scranni della regione, il posizionamento di Tizio o di Caio in vista delle prossime elezioni regionali e politiche, il desiderio di vendette personali e di regolamento di conti , come se la città di Isernia non meritasse una classe dirigente all’altezza e un programma amministrativo per i prossimi cinque anni ma fosse diventata terreno di scontro tra personaggi che, nella maggior parte dei casi, con Isernia hanno ben poco da spartire. Mi permetto di ricordare a tutti i contendenti in campo che la coalizione di centrodestra non è proprietà di nessuno ma patrimonio di tutti quelli che la compongono e dei cittadini che la votano, mentre le colpe per una eventuale ”debacle“ elettorale ad Isernia verranno addebitate a tutti, ognuno per la sua quota di responsabilità. 18/08/2021 Ulisse Di Giacomo

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