Consiglio regionale: approvate due proposte di legge

Presieduto dal Presidente Salvatore Micone si è tenuto il 26 maggio in modalità videoconferenza, il Consiglio regionale che ha provveduto ad approvare due leggi riguardanti la previsione di contributi per l’acquisto di parrucche in favore di pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia e per la promozione e tutela dell’attività di panificazione.
La prima proposta di legge esaminata e quindi varata, con voto unanime, dall’Assemblea è stata la n. 63, avente ad oggetto “Contributo a sostegno dell’acquisto di parrucche ed attività di supporto a favore di pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia”, presentata dal Consigliere Aida Romagnuolo.


I contenuti del testo proposto sono stati illustrati all’Aula dal Presidente della IV Commissione, Filomena Calenda; sono seguiti gli interventi per dichiarazione di voto dei Consiglieri Primiani, Fanelli, Romagnuolo, Manzo e del Presidente della Giunta Donato Toma.
In particolare l’iniziativa legislativa prevede che la Regione intervenga a sostegno dei pazienti oncologici affetti da alopecia per evitarne la sofferenza psicologica, oltre a quella derivante dalla malattia e dalle cure che ne conseguono, al fine di migliorarne la qualità della vita e favorire il ritorno al lavoro e alla socialità. A tal fine è previsto che l’Ente regionale conceda un contributo, stabilito nella misura massima di 250 euro –erogabile una volta ogni due anni-, per l’acquisto di una parrucca ad ogni paziente affetto da alopecia a seguito di trattamento antitumorale. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della nuova norma la Giunta regionale è chiamata a stabilire le modalità di richiesta ed erogazione del contributo.


La seconda pdl vagliata e approvata dall’Assise consiliare, ancora una volta all’unanimità, è stata la n° 9, di iniziativa dell’allora Consigliere Nicola Eugenio Romagnuolo e dei Consiglieri Facciolla, Nola, Cefaratti, D’Egidio, Pallante, avente ad oggetto “Disposizioni in materia di promozione e tutela dell’attività di panificazione in Molise”. Il provvedimento è stato presentato al Consesso legislativo dal Consigliere relatore, Aida Romagnuolo. Si sono quindi succeduti quindi gli intervenuti i Consiglieri Manzo, Fanelli e il Presidente della Regione Toma, che hanno voluto esprimere la propria posizione politica a riguardo.


Nello specifico il provvedimento varato dall’Aula prevede che la Regione, nel rispetto dei principi e delle normative del settore, disciplini il “Sistema della Panificazione Artigianale” sul territorio regionale per garantire l’esercizio dell’attività di panificazione e al fine di assicurare la qualità professionale degli operatori, valorizzando le produzioni artigianali, il pane fresco e di filiera, le specialità tradizionali e territoriali, la sicurezza igienico-sinitaria.
La nuova norma –ha spiegato il relatore A. Romagnuolo-, che si muove nel rispetto del D.L. 223/2006, convertito dalla L. 248/2006 (che disciplinata l’attività della panificazione a livello statale), intende creare uno strumento legislativo utile a fornire agli operatori del settore le giuste garanzie a tutela della loro attività professionale, nonché per offrire al consumatore la certezza di un prodotto sano e genuino.


Nell’articolato varato con voto unanime dall’Assemblea consiliare si specifica quindi che la denominazione di “panificio” è da riservarsi solo alle imprese che svolgono l’intero ciclo di produzione del pane ed eventualmente altri prodotti da forno e assimilati o affini, dalla lavorazione delle materie prime fino alla cottura finale. Ne consegue che l’impresa di panificazione sia l’azienda intesa come il complesso di beni e servizi organizzati dall’imprenditore per la produzione di pane, impastati da pane, pizza, focacce, prodotti da forno (dolci e salati) e pasticceria fresca. Tale impresa di panificazione è chiamata a nominare un responsabile dell’attività produttiva, cui è affidato il compito di garantire il

rispetto delle regole di buona pratica professionale, l’utilizzo di materie prime in conformità alle norme vigenti, l’osservanza delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché la qualità del prodotto finito. La norma prevede poi che il panificio possa svolgere anche: attività di produzione e vendita di prodotti da forno; impasti e prodotti semilavorati refrigerati, congelati e surgelati; attività di vendita di prodotti di propria produzione per il consumo immediato con esclusione del servizio assistito di somministrazione, nelle forme e secondo le modalità di cui alla legge vigente in materia di esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande e con l’osservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie. Nel testo approvato dal Consiglio si precisa, inoltre, che gli esercizi commerciali che si limitano al completamento della cottura del prodotto intermedio di panificazione, non sono da considerarsi imprese di panificazione.
Si prevede poi che, per svolgere l’attività di panificazione, i soggetti interessati debbano aver conseguito l’idoneità all’esercizio di panificatore: attraverso la partecipazione a corsi di formazione -somministrati dalle Agenzie formative regolarmente autorizzate dalla Regione Molise e dai Centri di Assistenza Tecnica- per il conseguimento della qualifica di “operatore di panificio e pastificio”; o con l’acquisito la qualifica professionale ai fini contrattuali a seguito del rapporto di apprendistato. Il provvedimento, quindi, esplicita le disposizioni per la liberalizzazione dell’attività di produzione di pane, provvedendo anche a definire le tipologie di “pane fresco” e “pane conservato”. In più il testo approvato dall’Assise prevede che la Regione, riconoscendo l’importanza di sostenere e rilanciare l’economia del settore e di migliorare l’offerta al consumatore, valorizzi le filiera del pane e dei prodotti da forno, attraverso accordi o programmi di filiera attuati dai soggetti interessati. E’ istituita, in ultimo, la “Giornata del pane e dei prodotti da forno”, che si dovrebbe svolgere ogni anno, tra il mese di settembre e quello di ottobre, con il patrocinio dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, previa intesa con le associazioni di produttori e panificatori.

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