BCE, Vietina (FI): “UE non sia matrigna: Lagarde si dimetta. Serve il coraggio di una madre per il futuro di Stati e Unione

“Di fronte a una crisi senza precedenti che sta investendo il nostro Paese e si prepara a travolgere l’Europa e il mondo, la Presidente della Banca Centrale Europea Lagarde veste i panni della “matrigna cattiva” causando il giorno peggiore nella storia di Piazza Affari e dimostrandosi inadeguata a gestire una situazione estrema come quella causata dal Coronavirus. Proprio quando sarebbe servita un’iniezione di fiducia e di capitali – come accaduto negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve ha immesso 1.500 miliardi di dollari nel mercato americano per i prossimi tre mesi – la BCE ha agito tiepidamente e dei 60 miliardi richiesti per fare ripartire l’economia del nostro Paese e dell’Unione Europea ne sono stati approvati appena 35. Si doveva e si poteva fare molto di più: la pandemia sta causando danni economici, oltre che sociali e in termini di vite umane, paragonabili a una guerra. Ma si tratta di una guerra davvero mondiale, planetaria: per affrontare quello che succederà servono interventi coraggiosi, sia congiunturali che strutturali, serve un piano di investimenti europeo sul fronte delle infrastrutture, a partire da quelle sanitarie ma non solo. Il voto sul fondo Salva-Stati di lunedì va rimandato e vanno varate iniziative che destinino risorse eccezionali a sostegno della popolazione: casse integrazione, mutui, sussidi alle imprese, sostegno alle famiglie e alle fasce più deboli. A essere minacciato oggi non è solo il futuro dell’Italia ma quello dell’intera Unione Europea”. Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia.

“Senza uno scudo adeguato – incalza la parlamentare azzurra – i nostri Titolo di Stato rischiano di essere travolti dagli effetti della pandemia mentre sul fronte interno ci aspettiamo dal Premier nuove misure ancora più restrittive già nelle prossime ore vista la gravità della situazione. Per parte nostra dovremmo avere il coraggio che sta mancando all’Unione Europea e chiudere le fabbriche e imprese la cui produzione non rientra nell’ambito dei beni di prima necessità e controllare con grande severità e attenzione tutte quelle che rimangono aperte affinché gli operai e i lavoratori vengano fatti turnare adeguatamente, riducendo il rischio di contagio”.

“La nostra economia – conclude Vietina – è di fronte alla più grave crisi dal Dopoguerra a oggi: l’Unione Europea deve tornare a essere madre e non arcigna matrigna, e con la forza e la furia di una madre che vede minacciati i propri figli, deve agire con coraggio, fermezza e decisione. È questo di cui abbiamo tutti bisogno in questo momento”.  

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