Ambiti sociali. La Passarelli replica alla consigliera Salvatore

Sinceramente, non so quale film abbia visto ieri la collega Alessandra Salvatore, nel corso dei lavori
del Consiglio regionale che ha trattato la mozione presentata dai consiglieri di minoranza.
Punto per punto, ho risposto – in qualità di consigliere delegato alle Politiche sociali – alle richieste
di impegno che la stessa mozione riportava.


Sul presunto mancato coinvolgimento dei sindaci, diventato ormai un tormentone, mi fa specie che
la consigliera regionale, nella sua nota stampa, non abbia fatto menzione dell’esistenza di una delibera
di Giunta regionale che ha istituito, nel febbraio scorso un gruppo operativo del quale sono parte
integrante, per la prima volta, i presidenti dei Comitati dei Sindaci degli Ambiti territoriali
sociali.


Lo ribadisco per l’ennesima volta: i sindaci sono ampiamente rappresentati posto che partecipa la
figura che ne è espressione. Senza dimenticare che i sindaci hanno preso parte al primo incontro
informativo tenuto il 24 gennaio scorso alla presenza del presidente della Giunta regionale, Francesco
Roberti.


E che dalla prossima settimana, sempre su indicazione del presidente, iniziamo una serie di incontri
specifici con ogni Ambito territoriale sociale. Cominciamo dagli Ats di Venafro, Agnone, Larino e
Riccia-Bojano incontrando tutti i sindaci dei Comuni che fanno parte.


Quindi, consigliera Salvatore, questo sarebbe un punto di arrivo e non, invece, il punto di
partenza che lei invoca nella sua nota stampa?


Sono costretta, evidentemente, a ribadire anche che allo stato attuale esiste uno schema di bozza di
Piano sociale regionale che è ancora sottoposto al lavoro incessante dei coordinatori degli Ats e
che quindi subisce integrazioni o modifiche continue: motivo questo per il quale non è
stata ancora inviata la bozza definitiva ai componenti del tavolo tecnico allargato (come
da Dgr 88/2024) del quale fanno parte i presidenti dei Comitati dei Sindaci degli Ats che avranno
il tempo per studiarla, condividerla con i primi cittadini, proporre modifiche o integrazioni.
Nell’argomentare le risposte alle richieste di impegno proposte nella mozione poi respinta dalla
maggioranza, ho spiegato ai consiglieri di opposizione che nel Piano sociale nazionale la
coincidenza tra Ats, Distretti sanitari e Centri per l’Impiego non è più e solo una
raccomandazione. Ho anche indicato il numero della pagina dove poter leggere quello che cerco di
spiegare da giorni: pagina 46, Priorità 1.

Come si fa a sostenere che si tratti di una raccomandazione che per il Molise non può valere?
Ho cercato altresì di spiegare ai colleghi che il mancato raggiungimento dei livelli delle prestazioni
sociali, soprattutto per quanto attiene alle assunzioni a tempo pieno e indeterminato degli
assistenti sociali è causa di mancata erogazione di fondi aggiuntivi e, soprattutto, possibile
motivo di commissariamento dell’Ambito territoriale sociale, con tutto quello che significa in
ordine alle prestazioni sociali in favore degli aventi diritto.


In ordine alle altre questioni poste su un documento che oggi è ancora allo stato embrionale – motivo
per il quale ho rimarcato che si stava parlando ‘del nulla’, intendendo proprio che non esiste ancora
una bozza definitiva, ovviamente – ho spiegato che la forma giuridica che ogni Ats intenderà
assumere esula dalle prerogative della Regione in quanto è una facoltà in capo proprio agli Ambiti
territoriali sociali. Preciso, inoltre, che anche il ricorso alle società esterne per l’erogazione dei
servizi esula dal Piano sociale regionale essendo attività specifica in capo agli Ats.
Ancora: per chi lamenta la carenza di opportunità lavorative, causa dello spopolamento, ho affrontato
il tema delle assunzioni a tempo pieno e indeterminato degli assistenti sociali (il famigerato Leps)
che consente di attivare un percorso virtuoso per l’internalizzazione del personale, così da
evitare forme di precariato e, perché no, anche di ‘sfruttamento’.


Niente da fare: oggi leggo che per la consigliera Salvatore l’assessore Cefaratti concorderebbe
con la minoranza di centrosinistra.
La consigliera Salvatore, però, dimentica che lo stesso assessore Cefaratti, nel sottolineare la bontà
dell’iter – e non potrebbe essere diversamente posto che quella delibera è nata proprio dalla volontà,
sua e della Giunta regionale, di consentire, per la prima volta, la partecipazione diretta al tavolo del
‘livello politico’ tanto caro a chi oggi finge che nulla sia cambiato – abbia rimarcato come la
possibilità di commissariamento per gli Ats che non raggiungono i Leps non sia affatto campata
in aria, smentendo i contenuti della ‘filippica’ della sua collega Fanelli.


L’assessore Cefaratti ha ricordato che in questi mesi è stato avviato un processo diverso rispetto a
quello seguito in passato dove si procedeva con un ‘copia e incolla’ dei Piani sociali regionali,
che questo iter deve essere contraddistinto da “coinvolgimento, coraggio e integrazione socio
sanitaria” e che la programmazione di incontri sul territorio consentirà di arrivare ad una sintesi.
Alla consigliera Salvatore ricordo che la sua mozione è stata respinta e che, per discutere della bozza
del prossimo Piano sociale regionale, dovrà necessariamente aspettare che il tavolo tecnico la licenzi.

Stefania Passarelli
Consigliere delegato alle Politiche Sociali

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