mercoledì, Luglio 23, 2025
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Disservizi Trenitalia, la Regione ha un debito di circa 24 milioni di euro. M5S: presenteremo esposto alla Corte dei Conti

“La Regione Molise ha un debito di 23,9 milioni di euro con Trenitalia. – denunciano i Consiglieri regionale del MoVimento 5 Stelle – Debito accumulato nel 2018 che comprende anche 1,7 milioni di euro di interessi di mora per ritardati pagamenti. Il servizio di trasporto ferroviario in Molise peggiora di giorno in giorno: le tratte che collegano Campobasso a Roma o a Napoli sono ormai una vera odissea e, nonostante le continue proteste e gli annunci pre elettorali, la situazione sembra stia letteralmente degenerando.

 Ma pare che, nonostante l’impegno contrattuale assunto con Trenitalia, la Regione non paghi alla società i corrispettivi dovuti per l’espletamento del servizio e non svolga le proprie funzioni ispettive sulla qualità delle prestazioni erogate. Ecco dov’è la causa di un problema che tiene isolata la nostra regione, già martoriata sotto molti aspetti. Nonostante alla fine del 2016 il governo Renzi abbia dato il via libera al risanamento del debito di 90 milioni di euro che la Regione aveva accumulato nei confronti di Trenitalia attraverso l’utilizzo del Fondo di Sviluppo e Coesione, aprendo così la strada alla stipula del nuovo accordo contrattuale – spiegano i portavoce M5S – dal 2017 la Regione, invece di inaugurare una nuova stagione virtuosa, ha accumulato nuovi debiti. 

È bene spiegare che il debito è stato creato nel 2018, e che il presidente Toma e l’assessore Vincenzo Niro non potevano non sapere. Infatti, il dirigente del Servizio Trasporti nel luglio del 2018, con una precisa nota, richiedeva al Servizio Bilancio uno stanziamento di oltre 16 milioni di euro per permettere il pagamento a Trenitalia delle prestazioni contrattualmente pattuite. In risposta, la maggioranza ha deciso di non decidere: non ha stanziato le risorse richieste e nemmeno ha avviato la procedura prescritta dalla legge per il riconoscimento del debito fuori bilancio.

E qualora Toma volesse addossare la responsabilità alla precedente amministrazione, dovrà dirci se ha provveduto a segnalare alle autorità competenti eventuali irregolarità, perché è obbligato a farlo. Appare evidente, in una situazione come questa – dicono i pentastellati – che Trenitalia non sia ‘motivata’ a investire per migliorare i servizi, come previsto nel contratto: l’acquisto di nuovi treni, o il cosiddetto revamping (ristrutturazione), potrebbe risolvere molti problemi legati alle corse in ritardo, soppresse o ai convogli fatiscenti. Vi chiederete come mai la Regione Molise continui ad accumulare debiti con Trenitalia. La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: perché non apposta in bilancio le risorse per coprire i relativi costi, utilizzando la quasi totalità delle risorse per il pagamento del trasporto pubblico su gomma, con i risultati che sono noti a tutti i pendolari molisani.

Ebbene sì. Malgrado lo Stato garantisca annualmente trasferimenti per oltre 35 milioni di euro per il funzionamento del trasporto pubblico locale (ferro e gomma) – continuano i Consiglieri del gruppo M5S Molise – la Regione non copre la restante parte di sua competenza. E, forse consapevole di essere ‘dalla parte del torto’, la Regione non applica o non può applicare a Trenitalia le penali per disservizi previste nel contratto. Qui apriamo un altro capitolo: abbiamo notato che solo in data 6 settembre 2019, dopo un nostro accesso agli atti per poter visionare le contestazioni della Regione Molise a Trenitalia, l’ufficio competente si è affrettato a designare tre funzionari per effettuare controlli e richiami legati ai disservizi.

 Ciò vuol dire che la Regione Molise, a distanza di oltre due anni dalla sottoscrizione del nuovo contratto, non aveva mai segnalato i disservizi e non aveva addirittura designato il personale che avrebbe dovuto effettuare controlli e segnalazioni. A tal proposito abbiamo chiesto con accesso agli atti se, nonostante l’assenza di un team addetto ai controlli, la Regione Molise abbia addebitato a Trenitalia le penali per disservizi. Ma su questo punto attendiamo ancora la documentazione per avere il quadro completo. Intanto sulle ‘tasche’ dei molisani grava un nuovo debito di 23 milioni di euro con Trenitalia, debito dovuto alle inefficienze politico-amministrative di questo e dei precedenti governi regionali. – affermano ancora i pentastellati – E dove troverà i soldi per le coperture il presidente Toma? Farà un nuovo mutuo? Aumenterà la pressione fiscale? Ridurrà le spese? Staremo a vedere.

Noi intanto continuiamo a depositare proposte concrete che consentirebbero alla Regione Molise di evitare inutili sprechi e recuperare quattrini. Proposte che finora la maggioranza a guida Toma non ha mai voluto prendere in considerazione. Quindi i cittadini molisani a chi devono attribuire le responsabilità di un modus operandi così discutibile? Ce lo dirà la Corte dei Conti – concludono i portavoce M5S – alla quale nei prossimi giorni invieremo un esposto per far luce sulla vicenda. Certo, questo triste capitolo andrà ad aggiungersi a operazioni contabili non corrette e a squilibri su partite di Bilancio del 2017/18 per un importo pari a 15 milioni di euro: altre pagine spiacevoli della gestione dei soldi dei molisani, che la Corte dei Conti ha già individuato questa estate.”

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Cultura a Campobasso: senza la musica classica aperta a tutti, è un essere monco

Riceviamo e pubblichiamo

Vorrei soffermarmi sull’offerta musicale “pro populo” del comune di Campobasso. Premesso che pago regolarmente i miei biglietti per andare ad ascoltare musicisti ed orchestre di indubbio prestigio e seguo gli allievi del Conservatorio Perosi tutte le volte che posso, considero deludente l’organizzazione di eventi di musica classica aperti a tutti.


Parliamo di Piazza Prefettura: attualmente in mano all’improvvisazione, a gazebo di dubbio gusto e ad un impoverimento culturale nonché estetico, perché non può diventare un laboratorio musicale che, in determinate occasioni, vede esibirsi tanto i valenti professori e studenti del Conservatorio quanto qualche musicista nostrano che ha fatto fruttare i suoi talenti altrove?


Penso ad un concerto del due giugno, in occasione della Festa della Repubblica, ad un concerto (e non concertone) dei Misteri, ad un appuntamento estivo nel fine settimana, nell’atmosfera suggestiva del nostro centro storico.


S’immagini per esempio l’esecuzione della “Gazza ladra” di Gioacchino Rossini piuttosto che della “Traviata” di Giuseppe Verdi: uno spettacolo in tutti i sensi che, tra l’altro, potrebbe avvicinare, con le sue suggestioni, alla soavita’ della musica classica anche chi non l’ha mai ascoltata e pensa che sia roba da vecchi.


Quando si parla di cultura nel capoluogo, si lega questo termine a serate culinarie piuttosto che a concerti jazz: molto, molto riduttivo. E di parte, perché risponderebbe a gusti e tendenze di qualche assessore. Come cittadini ed eredi del genio di Vivaldi piuttosto che di Puccini, meritiamo ben altro. ( nella foto un concerto del Perosi)


Maria Giulia Castaldi

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Online il nuovo bando del Premio Zavattini: iscrizioni aperte fino all’11 ottobre

E’ stato presentato nell’ambito della 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ed è ora ufficialmente on line sul sito http://premiozavattini.it il nuovo bando relativo al Premio Cesare Zavattini per l’edizione 2019/20.

Come nelle tre precedenti edizioni, il concorso si rivolge a giovani filmmaker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che siano interessati a utilizzare il cinema d’archivio e il materiale di repertorio per realizzare nuove creazioni audiovisive di carattere documentario che sappiano connettere in forme e linguaggi originali la dimensione della memoria e della storia con il nostro presente.

Il Premio si articola in più fasi e periodi:

–       nel periodo di vigenza del bando ed entro l’11 ottobre 2019, i candidati dovranno inviare, oltre alla domanda di partecipazione, la proposta progettuale di un cortometraggio documentario a base parziale o totale d’archivio della durata massima di 15 minuti.

–       Una volta pervenuti i progetti, nove di essi saranno selezionati da una Giuria composta da cinque personalità del mondo del cinema e della cultura cinematografica in base a parametri di completezza e precisione della proposta, originalità del progetto (dal punto di vista tematico, linguistico, estetico, della modalità di fruizione) e nel modo di utilizzazione del materiale di repertorio.

–       Gli autori prescelti saranno ammessi a un percorso di formazione e di sviluppo dei progetti stessi, che prevede – fra i mesi di ottobre 2019 e gennaio 2020 a Roma – 6 incontri di formazione di 3 ore ciascuno e, per ogni progetto, 9 ore di tutoring individuale in presenza e 12 ore di tutoring individuale a distanza. Gli incontri saranno tenuti da professionisti del cinema italiano diversi dai componenti della Giuria.

–       Al termine del suddetto percorso, la Giuria selezionatrice esaminerà il lavoro di sviluppo e sceglierà, dopo un apposito pitch, i tre progetti vincitori, meritevoli di essere sostenuti nella realizzazione. Oltre al dossier di sviluppo, i finalisti potranno presentare alla Giuria il relativo teaser, di massimo tre minuti, con la possibilità di utilizzare liberamente, a seconda delle esigenze, i materiali d’archivio AAMOD e dei partner. 

–       I progetti vincitori, che saranno realizzati tra febbraio e maggio 2020, potranno usufruire dei servizi messi a disposizione, tra cui il suddetto utilizzo dei materiali d’Archivio (con licenze Creative Commons), il supporto di figure professionali per la post-produzione, la possibilità di fruire di postazioni e tecnologie e l’attribuzione di 2.000 euro per ogni progetto, che verrà consegnato al termine del compimento del cortometraggio.

Il Premio Zavattini – la cui direzione è affidata ad Antonio Medici – è promosso dalla Fondazione Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) nell’ambito del progetto UnArchive (“comando” informatico, traducibile con “estrai da un archivio”), con cui essa intende sperimentare percorsi di massima apertura alla conoscenza, alla diffusione e alla riutilizzazione del proprio patrimonio filmico, attraverso l’adozione di licenze aperte e la valorizzazione delle opportunità offerte dal Web.

L’edizione 2019/20 del Premio è sostenuta da MIBAC, Nuovo IMAIE, Istituto Luce Cinecittà, con la collaborazione di Cineteca Sarda, Deriva Film, Officina Visioni, FICC. Media partner, Radio Radicale.

Vi informiamo infine che il corto vincitore dell’edizione 2018/2019, SUPEREROI SENZA SUPERPOTERI di Beatrice Baldacci, dopo essere stato selezionato al recente festival del cinema di Venezia (unico corto italiano in concorso) ed aver ottenuto una menzione speciale del Premio Fedic, sarà in programmazione a Roma, presso il Cinema Farnese, domani, martedì 17 settembre alle ore 21,30, nell’ambito della rassegna DA VENEZIA A ROMA.

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Campobasso/ A fuoco tetto di uno stabile

Intorno alle ore 13.30 di oggi, personale dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Campobasso è intervenuto, con due mezzi antincendio ed un’autoscala, in Via Mosca, per l’ incendio del tetto in legno di una palazzina di due piani. Sul posto si operava lo spegnimento dall’alto utilizzando l’autoscala ed acqua ad alta pressione. La copertura del tetto, interessato da lavori di ristrutturazione, è stata spenta velocemente, ma la completa messa in sicurezza delle strutture e bonifica dei residui si è protratta per alcune ore. Sul posto anche il personale vigilfuoco del NIAT (Nucleo Investigativo Antincendio Territoriale) del Comando Provinciale per stabilire le cause dell’incendio.

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Nuovo provvedimento normativo per tutelate lavoratrici e lavoratori sui luoghi di lavoro, Lembo: sarà la volta buona?

Un nuovo provvedimento normativo per tutelate le lavoratrici e i lavoratori sui luoghi di lavoro, la Direttiva n.2 recante «Misure per promuovere le  pari opportunita’ e rafforzare il ruolo dei Comitati Unici di garanzia nelle Amministrazioni Pubbliche», è già in vigore e registrata alla Corte dei Conti in data 16 luglio 2019, ma davvero qualcosa cambierà in direzione della parità di genere e della non discriminazione? – Con questa domanda inizia il comunicato stampa della Consigliera di Parità della Provincia di Campobasso Giuditta Lembo – “In Italia, come sempre, occorrono norme su norme e quindi obbligare e sanzionare per riuscire forse a vedere fatto qualche passo in avanti verso una maggiore tutela sui luoghi di lavoro, come prevede questa direttiva.

Ma il nostro Paese vive di contraddizioni perchè si emana da un lato una norma a tutela di una categoria di soggetti, mentre dall’altro si depotenziano gli organismi preposti a salvaguardarla! Un esempio per tutti in questo caso le Consigliere di Parità che si vedono tagliate i fondi per difendere in giudizio le lavoratrici e i lavoratori discriminati o vittime di mobbing o molestie. Ritengo – prosegue la Lembo – che tale contraddizione scaturisca da una mancata valutazione complessiva della problematica che va esaminata a 360 gradi non potendo trascurare quattro attori principali: la presunta vittima, la situazione discriminatoria, l’azione a tutela, il soggetto che fornisce la relativa tutela, altrimenti, la norna qualunque essa sia non è efficace ed esaustiva. Inoltre, auspico che davvero venga attivata da parte del Ministero della Funzione pubblica una costante e puntuale azione di monitoraggio sulla effettiva applicazione della Direttiva nell’ambito delle Pubbliche Amministrazioni onde evitare eventuali impugnative farraginose e dispendiose per la finanza pubblica in caso di ricorsi.

Tanti sono i casi di disapplicazione delle norme che non prevedono sanzioni e che si potrebbero citare, un esempio? La legge Golfo–Mosca per quanto riguarda l’obbligatorietà della presenza del genere femminile nei Consigli di Amministrazione delle Società partecipate delle P.A., disapplicazione che spesso avviene nella totale indifferenza degli organismi preposti al controllo o la Direttiva n.3 del 2017 in materia di “lavoro agile” (Smart working); ma non mancano casi di disapplicazione di norme anche laddove la sanzione la prevedono! Questo accade perché non viene fatto un regolare monitoraggio e una seria vigilanza da parte di chi la norma la deve fare applicare.

Tornando alla Direttiva n.2 – precisa Giuditta Lembo – essa prevede diverse novità che tradotte in azioni sono: obbligatorietà dei piani triennali di azioni positive da parte dei CUG; politiche di reclutamento e gestione del personale; organizzazione del lavoro; formazione e diffusione del modello culturale improntato alla promozione delle pari opportunità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; rafforzamento dei Comitati Unici di garanzia; formazione delle lavoratrici e dei lavoratori, fino ai ruoli apicali e per ridurre gli oneri informativi a carico delle Amministrazioni e facilitare l’accesso e la comprensibilità delle informazioni relative allo stato di attuazione delle disposizioni in materia di pari opportunità, dall’entrata in vigore delle direttiva ( dal 2020) non dovranno più redigere, entro il 20 febbraio di ciascun anno, la relazione prevista dalla direttiva 23 maggio 2007, ma trasmettere al CUG ogni anno una serie di informazioni:

  • l’analisi quantitativa del personale suddiviso per genere e per appartenenza alle aree funzionali e alla dirigenza, distinta per fascia dirigenziale di appartenenza e per tipologia di incarico conferito ai sensi dell’articolo 19 del d.lgs. n. 165 del 2001;
  • l’indicazione aggregata distinta per genere delle retribuzioni medie, evidenziando le eventuali differenze tra i generi; – — la descrizione delle azioni realizzate nell’anno precedente con l’evidenziazione, per ciascuna di esse, dei capitoli di spesa e dell’ammontare delle risorse impiegate;
  • l’indicazione dei risultati raggiunti con le azioni positive intraprese al fine di prevenire e rimuovere ogni forma di discriminazione, con l’indicazione dell’incidenza in termini di genere sul personale;
  • la descrizione delle azioni da realizzare negli anni successivi con l’evidenziazione, per ciascuna di esse, dei capitoli di spesa e dell’ammontare delle risorse da impegnare;
  • il bilancio di genere dell’Amministrazione.
    In attesa ancora una volta che un qualche reale cambiamento avvenga – conclude la Consigliera di Parità Giuditta Lembo – non ci resta che citare una frase di Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.
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Vacanze a settembre in moto . Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise tra gli itinerari più belli secondo TrueRiders.it

3 centauri su 4 si concederanno brevi vacanze in autunno. Val D’Orcia, Parco dei Sibillini e Faggete del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Questi gli itinerari più belli nel Centro Italia secondo TrueRiders.it, tra foliage, natura e curve adrenaliniche

Sempre più persone scelgono il mese di settembre per le vacanze. In questo periodo, infatti, i prezzi sono più contenuti, le località meno affollate e le temperature solitamente più miti rispetto ad agosto. Una combinazione di fattori che sembra essere molto gradita dai centauri della comunità di TrueRiders.it, portale del gruppo Valica dedicato al mototurismo.

Secondo un’indagine fatta dal portale tra i suoi iscritti, 3 utenti su 4 si concederanno una fuga di almeno 2 giorni nel mese di settembre, rigorosamente in sella ad una motoLe strade meno trafficate, infatti, consentono di godere appieno del paesaggio e delle curve, riuscendo – dove possibile e sicuro – anche a dare un po’ più di gas. Inoltre, le alte temperature, che in agosto arrivano a toccare anche i 40°, rendono poco confortevole indossare la tuta da motociclista e il casco integrale. Ultimo motivo, ma non per questo meno importante, è rappresentato dal fascino del foliage, ovvero, il mutare del colore delle foglie degli alberi in autunno, che dipingono i paesaggi di incredibili pennellate verdi, gialle e arancioni.

Il mototurismo, infatti, è strettamente legato al paesaggio e ai luoghi che si attraversano. A differenza degli altri format, qui non conta solo la destinazione, ma anche – o soprattutto – il percorso che si compie per raggiungerla.

Ecco, dunque, alcune idee di itinerario nelle regioni del centro Italia a cura di TrueRiders, per concedersi qualche curva adrenalinica e ammirare le suggestive sfumature dei paesaggi autunnali.

Val d’Orcia nella “Valle delle Meraviglie”. Da Montalcino a Radicofani

Le bellezze della Val d’Orcia sono largamente conosciute ed apprezzate in tutto il mondo, al punto che questo territorio è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Campagne, borghi medioevali, abbazie e fortezze, la Valle offre davvero molti spunti culturali. Il percorso prevede strade provinciali molto sinuose ma semplici, in ottime condizioni e molto panoramiche. Si parte da Montalcino, su una piccola collina a circa 564 metri sul livello del mare, e via lungo strade costeggiate dai tipici vigneti. Lungo il percorso si incontreranno deliziosi borghi, fino ad arrivare alle pendici del Monte Amiata. Da qui, la strada si fa più impegnativa e, sicuramente, più interessante per i bikers. Curve e tornanti vi accompagneranno fino al punto di arrivo, il borgo di Radicofani.

KM percorsi: 96.7

Per l’itinerario completo: https://www.trueriders.it/itinerari-moto/val-dorcia/

In moto sui Monti Sibillini tra Umbria e Marche. Da Norcia a Colfiorito

Un itinerario che ci porta nel cuore geografico dell’Italia, lungo la catena degli Appennini, attraversando alcune delle zone più belle del nostro paese. Un’area che fu profondamente scossa dai devastanti terremoti del 2016, e che in alcune delle località che si andranno ad incontrare, come la città di Muccia, presenta ancora segni visibili dell’accaduto, ma non per questo risulta meno emozionante. Si parte da Norcia e si arriva a Colfiorito, entrambe in Umbria, ma passando per alcune delle località naturalistiche più belle delle Marche “di montagna”, toccando Pieve Torina e Camerino, tra arte e faggete. L’itinerario tocca anche Castelluccio, a oltre 1.400 metri d’altezza, nota per la produzione di lenticchie.

KM percorsi: 137

Per l’itinerario completo: https://www.trueriders.it/itinerari-moto/monti-sibillini-in-moto/

In moto tra le Faggete del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Da Pescina a Pescina

Proponiamo ora un itinerario circolare, con partenza e arrivo nella stessa città, Pescina. Il percorso si snoda lungo il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che in questo periodo dell’anno risulta particolarmente suggestivo proprio per il fenomeno del foliage che interessa i faggi della zona. Nel mese di settembre il parco attira diversi trekker che vengono ad ammirare la bellezza della natura, ma anche fotografi. Le Faggete Vetuste del luogo, infatti, sono talmente belle da essere entrate a far parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel novero del sito “Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”.

KM percorsi: 234

Per l’itinerario completo: https://www.trueriders.it/itinerari-moto/in-moto-tra-le-faggete-del-parco-nazionale-dabruzzo-lazio-e-molise/

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Il sindaco di Campobasso in visita negli istituti scolastici cittadini per la ripresa dell’anno scolastico

Il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, accompagnato dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Luca Praitano, ha voluto portare personalmente gli auguri per l’inizio dell’anno scolastico agli studenti, ai docenti e al personale degli Istituti Comprensivi cittadini, recandosi lunedì mattina in visita informale presso tutte le sedi centrali.

Al suono della prima campanella del nuovo anno, il giro dei saluti dell’Amministrazione comunale ha preso il via dalla sede centrale dell’Istituto Comprensivo D’Ovidio, per poi continuare al Mario Pagano, alla Colozza, alla Montini, alla Jovine e concludersi all’Istituto Comprensivo Petrone in via Alfieri.

Si è trattato di momenti di confronto aperti e interessanti che il sindaco Gravina e l’assessore Praitano hanno condiviso con alunni, dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico e amministrativo, all’insegna della volontà di proseguire un cammino collaborativo con il mondo scolastico cittadino che ha già preso il via nelle settimane precedenti all’apertura dell’anno scolastico quando, tutti insieme, Amministrazione comunale e Istituti, hanno lavorato per consentire un inizio sereno delle attività didattiche.

“Entrare in queste aule e parlare con gli studenti e i docenti che si apprestano a riprendere il loro percorso di formazione, è emozionante anche per chi come me e l’assessore Praitano vi arriva per una visita e per porgere un augurio. – ha dichiarato con una certa emozione il sindaco Gravina – Le emozioni sono spesso il carburante del quale tutti abbiamo bisogno per le sfide che quotidianamente, in tutti i campi, ci proponiamo di affrontare. Sono convinto che le mozioni di questo primo giorno per questi ragazzi e per i loro docenti, saranno fondamentali soprattutto quando troveranno ostacoli da superare. È allora che questa riserva di carburante andrà messa a frutto per affrontare con serenità ciò che gli sembrerà complicato ma di certo non impossibile. La scuola insegna, tra le altre cose, proprio questo: che ci si può sentire capaci di risolvere problemi e situazioni facendo riferimento ai saperi appresi.”

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Precari PA, Boccardo: “In Molise si continuano a intralciare le stabilizzazioni”

“A distanza di anni, ormai, ci troviamo ancora a dover fare i conti con una gestione del precariato nella pubblica amministrazione che offende la dignità dei lavoratori, limitando e calpestando le legittime aspettative di stabilizzazione di coloro che da anni sostengono pezzi importanti dei servizi pubblici, come sanità, scuola, sicurezza, gestione dei fondi europei, mercato del lavoro, formazione, ambiente, viabilità, servizi territoriali.. Insomma,  centinaia di lavoratori, spesso sconosciuti dai cittadini e dimenticati dalla politica (tranne in campagna elettorale), ma fondamentali per la garanzia dei servizi spesso essenziali per la tenuta del territorio e per la qualità della vita. Questo emerge anche dall’ultima deliberazione sul piano occupazionale della giunta Toma e fortemente contestato dal sindacato“

Così la Segretaria della Uil Molise, Tecla Boccardo.

“Ma la cosa che più ci preoccupa è che continuiamo a riscontrare un metodo generico e diffuso di non condivisione con le parti sociali rispetto alle esigenze del mondo del lavoro e delle scelte che riguardano questi lavoratori.

Ci saremmo aspettati un svolta, un nuovo modello in grado di sostenere lo sviluppo del Molise, la ripresa delle imprese  e la conseguente crescita dell’occupazione; invece assistiamo a un continuo temporeggiare e all’assenza di azioni concrete che aprano la strada a un nuovo modello di regione, in quanto quello attuale è inefficiente, superato ed evidentemente incapace di dare alla nostra terra quel cambio di marcia e quel cambiamento di cui avrebbe tanto bisogno.”

“E, continua Boccardo, un lampante esempio è rappresentato proprio dalla questione legata ai precari della regione Molise: una battaglia che la Uil porta avanti da anni, fino ad arrivare alle aule giudiziarie per la violazione di norme imperative e, nonostante il Giudice del lavoro ci abbia dato ragione, anche per la seconda volta, vediamo l’amministrazione continuare ad andare avanti, disattendendo le prescrizioni. Ovviamente andremo avanti con determinazione e non faremo sconti a nessuno: l’abbiamo detto ai tavoli di confronto e scritto nell’ennesima diffida rivolta alla Regione. Insomma, a nostro giudizio “sbagliano sapendo di sbagliare!”

Con la naturale conseguenza che si è arrivati a una sorta di “guerra tra poveri” e una classificazione tra lavoratori.

“Ricordo a me stessa, per restare sulla questione, che con il precedente governo regionale, insieme  alle altre organizzazioni sindacali, firmammo un protocollo d’intesa per l’applicazione del Decreto Madia, teso al superamento del precariato nel sistema regione, al fine di avviare le procedure consequenziali.

Ebbene, mentre in tutte le altre regioni si sta stabilizzando e molte sono in fase avanzata, da noi siamo ancora all’anno zero.”

“Ci batteremo ancora, insieme alle altre OO.SS, per l’applicazione del vigente protocollo da noi proposto e sottoscritto con il governo Frattura che sostiene tutti i precari della regione e del sistema regionale.

E la Uil continuerà a battersi contro l’ingiusta esclusione annunciata di alcuni lavoratori al processo di stabilizzazione e perché venga istituito un ulteriore elenco per tutti coloro che avevano una scadenza del contratto successiva, ma tale da far mature  il requisito dei tre anni, oltre il 31.12.2017, e per quanti l’hanno già maturata in tale scadenza nell’ambito del sistema regionale.”

“Il sindacato, precisa La Segretaria, non vuole mettersi di traverso rispetto all’azione amministrativa della PA, ma deve tutelare i lavoratori, pretendendo sempre il rispetto e la garanzia universale dei loro diritti.

E proprio per questo non condividiamo il piano occupazionale proposto dalla Regione, perché riteniamo che il decreto Madia abbia la priorità rispetto ad altre procedure assunzionali, poiché nasce proprio per il superamento del lavoro a tempo.


Conclude la sindacalista: “Non molleremo sul grande problema del precariato nella PA e proseguiremo in tutte le strade a nostra disposizione.

Non ci interessa chi guidi il governo o la regione, a noi interessa che i problemi vengano presto affrontati e risolti, seguendo i principi di uguaglianza, di pari dignità ed opportunità che le istituzioni dovrebbero garantire e promuovere piuttosto che dimenticare o peggio ancora negare. “

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Isole Tremiti/ Incidente sul lavoro, muore un 67enne di Termoli

FOTO DI REPERTORIO

Un 67enne di Termoli mentre lavorava all’interno di un cantiere, pare su un ponteggio, per lavori di manutenzione sul tetto di un hotel, sarebbe caduto da un’altezza di circa 4 metri. La dinamica non è chiara ed è al vaglio degli inquirenti. Nell’impatto con il terreno, il 67enne avrebbe sbattuto violentemente la testa a terra. Immediati i i soccorsi ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono sopraggiunti i carabinieri di Tremiti che stanno portando avanti tutte le indagini del caso.

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Crisi di governo e nuovo esecutivo: non c’è fine all’incoerenza

Riceviamo e pubblichiamo una nota inviataci da una nostra lettrice:

La storia del Governo italiano dell’ultimo mese e mezzo è il segno della decadenza della nostra società. E del suo relativismo.
In queste ultime settimane abbiamo assistito a tutto e al contrario di tutto, a trasformismi imbarazzanti, a improvvise vocazioni per il bene del Paese, a metamorfosi di movimenti antisistema in forze pro-sistema.
I retroscena della crisi nessuno li conosce, tranne chi ne è stato il protagonista e, forse, i suoi congiunti, ma il dato di fatto è innegabile: se prima c’erano fazioni politiche che se ne cantavano di tutti i colori, ora queste stesse forze si sono messe insieme per “il bene dell’Italia”.
Vogliamo dimenticarci per un attimo della narrazione sull’attaccamento alla poltrona e della paura del voto? Facciamolo, e soffermiamoci su tutto ciò che è seguito all’annuncio della crisi: non sarà sfuggito il forte imbarazzo del segretario del PD, tirato per la giacchetta da Renzi (che ha il suo partito nel partito) e che a febbraio dichiarò di essersi stancato di ribadire “mai con i pentastellati”.

Non saranno neanche sfuggiti i mal di pancia e le azioni maldestre di questi ultimi, che, a giochi fatti, si sono inventati il voto popolare sulla piattaforma Rousseau, dopo una captatio benevolentiae da parte di un ispiratore del movimento e di colui che, nonostante le onde di un mare in burrasca, è rimasto al suo posto: il Presidente del Consiglio. Un posto che è rimasto il medesimo, ma ha visto una forte trasformazione da parte di chi lo ha rivestito: prima muovendosi con cautela, discrezione e quasi silenzio, all’ombra di personalità più carismatiche, ora mostrando polso, presenza, piglio deciso, protagonismo.


Mia nonna mi ha insegnato che, per quanto una situazione possa essere scomoda a causa della persona che ci sta di fronte, bisogna prendere il coraggio a quattro mani e dirle che cosa si pensa. La chiarezza ha sempre pagato, anche se costa. L’ho visto nelle mie piccole vicende personali, e non posso che ringraziare la mia progenitrice per il prezioso consiglio. Dunque mi chiedo: perché, se non era d’accordo con azioni o parole del leader del Carroccio, il nostro Primo Ministro non si è palesato con lui? Ha firmato decreti su decreti, ora dovrà firmare atti che potrebbero (ma il condizionale si può anche togliere) recitare il contrario. Il buon Lewis Carroll diceva: “Sii quello che sembri”. Sarebbe superfluo aggiungere altro.


Infine, vorrei soffermarmi sull’improvvisa apertura dell’Europa (pardon, dell’asse franco-tedesco) nei confronti del nostro Paese dopo l’istituzione del nuovo Governo: con uno scenario ormai privo di un ministro che intendeva responsabilizzarli sula ripartizione dei migranti, che dava il giusto peso alle parole legate al fenomeno dell’immigrazione, la cui declinazione del concetto di identità nazionale è stata furbescamente presentata come revival di orrori del passato che non hanno nulla a che vedere con le nuove destre, i franco-tedeschi si sono improvvisamente spesi in sorrisi e pacche sulle spalle.

Sull’Europa non intendo soffermarmi perché l’argomento richiederebbe un capitolo a parte, ma gli innamoramenti di certi partiti politici per Bruxelles dimenticano che il sistema Europa, nonostante esista da anni, continua ad essere fortemente disparitario, e che non si possono ritenere certi Paesi semplici colonie di un asse che ha nel vecchio continente la sua prima piattaforma economica, e che quindi ha tutto l’interesse a fissarne le regole. La dimenticanza si fa più forte quando non si pensa che le regole comuni sono tali solo quando c’è il tornaconto dell’asse Parigi-Berlino, ma che i rispettivi premier hanno ottenuto le sforature dei deficit per i propri Paesi senza che nessuno proferisse parola. E forse ancora in pochi sanno che Paolo Gentiloni, una volta messo piede a Bruxelles, avrà come cane da guardia uno dei più grandi rigoristi di quel consesso (perdonate, ma non ricordo lo spelling del cognome di questo signore).

Infine, non va sottovalutato che, per quanto le ideologie siano andate indebolendosi nel corso degli anni, delle reminiscenze -per fortuna- ci sono ancora, quindi dietro ad un partito o ad una coalizione c’è una visione della società e dell’uomo. Non pensiamo solo a quanti posti di lavoro potrà creare un esecutivo, ma anche a come vorrà impostare l’insegnamento scolastico, come formare i nostri figli, se farli immergere nel relativismo che vuole mettere in discussione i concetti di maschio e femmina, e parlare della distruttiva ideologia del gender, o renderli veramente liberi: liberi di conoscere se stessi e non trovare scappatoie ai problemi della vita. Pensiamo a quanto può essere offesa la dignità umana attraverso provvedimenti legislativi che istituzionalizzano l’omicidio (eufemisticamente ribattezzato fine vita), pensiamo a quanto caos può provocare la spersonalizzazione di un’identità nazionale che, in nome di un mondialismo da salotto, dovrebbe rinunciare ai valori culturali, spirituali, morali che ne hanno fatto la bellezza e la solidità nel corso dei secoli.

Lascerei perdere le finte pacche sulle spalle e rifletterei seriamente su tutto questo. Contro derive elitarie in stile globalista e relativista occorre una seria presa di coscienza da parte di tutti noi.

Carlotta Malagò

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