Cultura a Campobasso: senza la musica classica aperta a tutti, è un essere monco

Riceviamo e pubblichiamo

Vorrei soffermarmi sull’offerta musicale “pro populo” del comune di Campobasso. Premesso che pago regolarmente i miei biglietti per andare ad ascoltare musicisti ed orchestre di indubbio prestigio e seguo gli allievi del Conservatorio Perosi tutte le volte che posso, considero deludente l’organizzazione di eventi di musica classica aperti a tutti.


Parliamo di Piazza Prefettura: attualmente in mano all’improvvisazione, a gazebo di dubbio gusto e ad un impoverimento culturale nonché estetico, perché non può diventare un laboratorio musicale che, in determinate occasioni, vede esibirsi tanto i valenti professori e studenti del Conservatorio quanto qualche musicista nostrano che ha fatto fruttare i suoi talenti altrove?


Penso ad un concerto del due giugno, in occasione della Festa della Repubblica, ad un concerto (e non concertone) dei Misteri, ad un appuntamento estivo nel fine settimana, nell’atmosfera suggestiva del nostro centro storico.


S’immagini per esempio l’esecuzione della “Gazza ladra” di Gioacchino Rossini piuttosto che della “Traviata” di Giuseppe Verdi: uno spettacolo in tutti i sensi che, tra l’altro, potrebbe avvicinare, con le sue suggestioni, alla soavita’ della musica classica anche chi non l’ha mai ascoltata e pensa che sia roba da vecchi.


Quando si parla di cultura nel capoluogo, si lega questo termine a serate culinarie piuttosto che a concerti jazz: molto, molto riduttivo. E di parte, perché risponderebbe a gusti e tendenze di qualche assessore. Come cittadini ed eredi del genio di Vivaldi piuttosto che di Puccini, meritiamo ben altro. ( nella foto un concerto del Perosi)


Maria Giulia Castaldi

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