(Adnkronos) – "La grande novità è avere ottenuto la rimborsabilità per secukinumab, un farmaco che blocca la isoforma A dell'interleuchina-17 che svolge il ruolo maggiore e cruciale in uno scenario fisiopatologico molto complesso" nell'idrosadenite suppurativa. "Questa citochina è infatti un driver importante nel determinare lo sviluppo delle lesioni infiammatorie" anche "avanzate. Pertanto, avere oggi un farmaco biologico che blocca selettivamente questa citochina è di grande importanza”. Così Angelo Marzano, direttore della struttura complessa di dermatologia del Policlinico di Milano, commenta l’approvazione alla rimborsabilità dell’anticorpo monoclonale secukinumab per il trattamento dell’idrosadenite suppurativa (acne inversa) attiva di grado da moderato a severo in adulti con una risposta inadeguata alla terapia sistemica convenzionale. "I risultati dei trial registrativi, lo studio Sunshine e lo studio Sunrise, pubblicati su Lancet – continua l'esperto – sono molto incoraggianti: si è arrivati fino al 46% dei pazienti alla settimana 16 che ottiene il cosiddetto HiScr50, cioè una riduzione di almeno il 50% dei noduli e degli ascessi, le lesioni infiammatorie della patologia. Dopo un anno di trattamento, la risposta migliora ancora e ci sono pazienti che raggiungono anche il 70-90% di miglioramento rispetto alla condizione cosiddetta baseline”. L’idrosadenite suppurativa "è una malattia infiammatoria cronica che colpisce i follicoli piliferi terminali, con un'incidenza intorno all'1% della popolazione, anche se si ritiene che la prevalenza sia probabilmente sottostimata- continua – Questa malattia si manifesta clinicamente con delle lesioni infiammatorie, i noduli e gli ascessi e con delle lesioni avanzate drammaticamente impattanti sulla qualità della vita dei pazienti" a causa dei "cosiddetti tragitti fistolosi, dei tunnel che possono secernere materiale purulento e sono una fonte continua di infiammazione. Queste lesioni, colpendo tipicamente le pieghe, quindi le regioni ascellari, inguinali e l'area anogenitale, hanno un impatto che può essere drammatico sulla vita di relazione, lavorativa, sociale e sessuale del paziente. La malattia si caratterizza anche per sintomi che accompagnano queste lesioni, come il prurito ma, soprattutto, il dolore, che può essere anche molto intenso e quindi tale da condizionare la vita quotidiana del paziente", conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Natalità, dallo smog al clima: tutti gli effetti sulla fertilità
(Adnkronos) –
L'allarme caldo nasconde insidie anche per chi cerca di concepire un figlio. L'inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici minacciano sempre di più la capacità riproduttiva umana, incidendo negativamente sulla fertilità. A evidenziarlo è un recente documento pubblicato dall'Eshre, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia, riunita per il suo 41esimo congresso annuale dal 29 giugno al 2 luglio a Parigi. Giorni roventi per la capitale francese, che si prepara a picchi di 38 gradi. Nel rapporto l'Eshre riassume le principali evidenze scientifiche sull'effetto che smog e climate change possono avere per la natalità, aggravando un'emergenza in crescita. "L'innalzamento delle temperature e l'aumento dell'inquinamento atmosferico – spiega – sono associati a un peggioramento della qualità del seme maschile, con alterazioni nei parametri spermatici, riduzione del numero di spermatozoi e danni al Dna. Anche la riserva ovarica nelle donne può essere ridotta, con impatti negativi sul potenziale riproduttivo spontaneo e sulla risposta ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita". Il report evidenzia come circa 3 miliardi di persone nel mondo vivano in aree ad alta vulnerabilità climatica, con possibili ripercussioni sulla salute di donne in gravidanza, bambini, anziani e pazienti con malattie croniche. "Negli ultimi anni, nella nostra pratica clinica abbiamo osservato un crescente numero di casi in cui le cause dell'infertilità appaiono sempre meno riconducibili a fattori individuali e sempre più legate a elementi ambientali", conferma Alberto Vaiarelli, ginecologo specialista in medicina della riproduzione e coordinatore scientifico del centro Genera di Roma. "Tutto quello che noi facciamo, il modo in cui viviamo – sottolinea – sicuramente ha un'influenza sulla fertilità. L'inquinamento atmosferico e l'ipertermia ambientale sono fra le variabili che progressivamente rischiano di minare la salute riproduttiva, sia maschile che femminile". L'esperto ricorda il ruolo chiave della temperatura testicolare nei maschi: "Anche un aumento di soli 1-2 gradi può compromettere la spermatogenesi. Studi clinici e di laboratorio – rimarca Vaiarelli – dimostrano un calo significativo del numero e della motilità degli spermatozoi in presenza di esposizioni croniche a temperature elevate". Proprio come quelle che l'Italia sta vivendo in queste settimane, stretta in una morsa bollente che in molte aree del Centro-Sud ha portato la colonnina di mercurio stabilmente sopra i 40°C. "L'ondata di calore che sta colpendo il nostro Paese – ammonisce il ginecologo – non è solo un disagio climatico: è un fattore di rischio concreto per la salute riproduttiva. Certo non è il solo", precisa, però "è sicuramente qualcosa su cui dobbiamo tenere alta l'attenzione". Nel suo documento, l'Eshre invita a "politiche rapide e coordinate per ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell'aria entro i prossimi 20 anni, in linea con il Green Deal europeo". La società scientifica sollecita inoltre "un investimento massiccio nella ricerca sugli effetti dell'inquinamento sulla fertilità, per orientare meglio la prevenzione". "In un mondo che cambia – osserva Vaiarelli – anche la salute riproduttiva chiede protezione. E il cambiamento climatico non è solo una minaccia per l'ambiente: è una sfida per la sopravvivenza stessa della specie umana, che peraltro sta perdendo la spinta a procreare per una serie di motivi sociali ed economici". Al 41esimo Congresso dell'Eshre di Parigi è stato presentato anche uno studio del gruppo Genera, condotto su oltre 1.200 coppie di aspiranti genitori, che invita le donne a non arrendersi se il primo tentativo di fecondazione assistita è andato male. Al secondo tentativo, infatti, circa il 50% delle pazienti produrrà più ovociti e più embrioni. Ma attenzione a non aspettare troppo: riprovarci presto può aumentare di molto le probabilità di una gravidanza a termine; al contrario, ogni mese di ritardo può ridurle un po' di più. Secondo gli ultimi dati del Registro Pma dell'Istituto superiore di sanità, sono quasi 88mila le coppie italiane ricorse alla procreazione medicalmente assistita nel 2022, in aumento del 2,3% rispetto alle circa 86mila del 2021. Sempre nel 2022, i bimbi nati grazie a queste tecniche sono 16.718: il 4,3% del totale nati vivi (393.333, fonte Istat), in crescita dello 0,5% circa rispetto ai 16.625 del 2021. La ricerca ha voluto rispondere a una domanda cruciale per molte coppie che intraprendono un percorso di fecondazione assistita: il fallimento di un primo ciclo di trattamento condiziona negativamente le possibilità di successo di un secondo tentativo? I risultati dello studio dicono di no, indicano che l'esito del secondo ciclo di Pma non c'entra con come è andato il primo. "Spesso sono le pazienti stesse a tirare le somme sulla base della loro esperienza, pensando che se nel primo tentativo sono stati ottenuti, ad esempio, solo embrioni cromosomicamente anomali, allora anche i prossimi lo saranno", spiega il ginecologo Alberto Vaiarelli, responsabile medico-scientifico del centro Genera di Roma, uno dei 7 del gruppo presenti in Italia. "Abbiamo voluto dimostrare con evidenze scientifiche che gli esiti clinici del primo ciclo non predicono quello che succederà dopo. L'unica vera strategia efficace che abbiamo – sottolinea lo specialista – è procedere con una nuova stimolazione ormonale senza perdersi d'animo e il nostro studio ci dimostra che prima la si fa, maggiori sono le probabilità di successo".
Lo studio Genera ha incluso 1.286 secondi cicli di Pma eseguiti tra il 2015 e il 2021, con un'età media delle pazienti di 39 anni e un valore mediano dell'ormone anti-Mülleriano (Amh) pari a 1,2 ng/ml. I ricercatori hanno analizzato numerosi parametri del primo ciclo – dall'età materna alla causa d'infertilità, fino agli esiti embriologici – per capire se influenzassero il secondo tentativo. Le pazienti hanno intrapreso un secondo ciclo per diversi motivi: mancata formazione di blastocisti (41%), fallimento dell'impianto (20%), aborto (5%), o per il protocollo DuoStim (26%) che prevede 2 stimolazioni in un unico ciclo mestruale. Tutti i cicli includevano stimolazione ovarica e fecondazione Icsi con coltura a blastocisti. Dall'analisi è emerso che il 48% delle pazienti ha prodotto un maggior numero di ovociti al secondo tentativo; la competenza ovocitaria è migliorata nel 40% dei casi, con un aumento medio del 3% nel tasso di blastocisti per ovocita. Anche il numero di blastocisti è cresciuto nel 43% dei cicli successivi. E il tasso cumulativo di nati vivi dopo il secondo ciclo, indipendentemente dall'esito del primo, è stato del 24%. Il tempo tra il primo e il secondo tentativo è apparso un fattore chiave: "Ogni mese di ritardo è associato a una leggera diminuzione delle probabilità di successo", avvertono gli autori. "Anche 6 mesi fra una stimolazione e l'altra fanno la differenza per le nostre pazienti", precisa Vaiarelli. I dati confermano che "le coorti follicolari sono indipendenti fra di loro, anche se i parametri clinici come età e riserva ovarica restano invariati – commenta Danilo Cimadomo, Research Manager di Genera – Una paziente che ha avuto pochi ovociti o embrioni nel primo ciclo non è destinata a ottenere lo stesso risultato. Il 90% di chi non ottiene ovociti al primo ciclo li ottiene nel secondo, e il 60% riesce ad avere embrioni vitali. La variabile decisiva è il tempo: prima si effettua il secondo pick-up, migliori sono le probabilità". Alla luce dei risultati, per gli esperti serve un cambio di prospettiva: "Non bisogna considerare la Pma come un singolo trattamento, ma come un progetto di genitorialità personalizzato, con obiettivi di medio-lungo periodo". Conclude Vaiarelli: "E' necessario considerare la Pma come una strategia multiciclo, utile non solo per ottenere una gravidanza, ma per realizzare un vero e proprio progetto familiare, che può prevedere uno o più figli. I centri specializzati e all'avanguardia basano il loro lavoro su un miglioramento continuo del trattamento e delle tecnologie a disposizione e su un counseling precoce e personalizzato, già dal primo colloquio. L'unico vero consiglio che possiamo dare, di fronte a un primo tentativo andato male, è che dobbiamo andare avanti, senza giudicare un esito negativo iniziale, dato che nei successivi cicli le chance di successo aumentano progressivamente". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Villa Pamphili, si indaga anche sul film di Kaufmann: possibile truffa Stato da 800mila euro
(Adnkronos) – Si potrebbe aprire un nuovo fronte di indagine sul caso di Francis Kaufmann. L'uomo è accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia di 11 mesi Andromeda, trovate morte a Villa Pamphili, a Roma. I pm capitolini, dopo aver acquisito dal Mic i documenti relativi ai fondi pari a 863mila euro in forma di tax credit per la realizzazione del film 'Stelle della Notte', mai distribuito, vogliono compiere accertamenti per capire se il denaro sia stato solo deliberato o anche elargito e, in questo caso, a chi. Un eventuale nuovo filone di indagine che potrebbe portare all'apertura di un nuovo fascicolo, in cui Kaufmann potrebbe anche comparire come parte lesa di una truffa o tentata truffa ai danni dello Stato. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ucraina, la guerra ombra russa: giovani reclutati senza saperlo per attentati suicidi, l’inchiesta choc
(Adnkronos) – Nella guerra segreta che si combatte lontano dal fronte, la Russia starebbe arruolando giovani ucraini tramite Telegram, trasformandoli in attentatori suicidi inconsapevoli. È quanto emerge da una nuova inchiesta del Guardian, che svela un'escalation inquietante delle operazioni di sabotaggio attribuite ai servizi d'intelligence russi. Il caso di Oleh, 19 anni, disoccupato originario dell'Ucraina orientale, è emblematico. Contattato tramite un canale Telegram che offriva lavoretti ben pagati, il ragazzo accetta di recarsi a Rivne per imbrattare una stazione di polizia con vernice spray in cambio di mille dollari. Ma nel momento in cui apre lo zaino ricevuto da uno sconosciuto, scopre con orrore un ordigno esplosivo artigianale, con fili scoperti e un cellulare collegato per la detonazione remota. Solo il suo gesto istintivo di chiedere aiuto a un agente di polizia, insieme all'intervento tempestivo dell'Sbu, ha evitato una strage. Secondo Artem Dekhtiarenko, portavoce dell'Sbu citato dal Guardian, è in corso una campagna di sabotaggio lanciata da Mosca nella primavera del 2024, che ha recentemente fatto un salto in avanti: dagli incendi dolosi si è passati agli attentati esplosivi. I reclutatori usano pseudonimi e fingono di essere ucraini stanchi della guerra. L'obiettivo è colpire simboli dello Stato – stazioni di polizia, centri di reclutamento, edifici pubblici – alimentando al contempo il malcontento interno e la narrativa russa. Le modalità di Mosca sono subdole: i giovani minorenni o in condizioni economiche precarie ricevono piccole somme in criptovaluta per incarichi apparentemente innocui, come fotografare uffici pubblici o affiggere volantini. Poi, una volta agganciati, sono spinti a compiti sempre più estremi, con ricatti, minacce e manipolazioni psicologiche. Secondo l'Sbu, nel 2024 sono stati arrestati oltre 700 individui per reati legati al sabotaggio e al terrorismo, tra cui molti adolescenti e persino un 11enne. Dekhtiarenko denuncia: "In alcuni casi, gli attentatori inconsapevoli vengono fatti esplodere dai russi stessi. È una pratica ormai comune". Il caso di Oleh e del suo amico Serhiy – entrambi fermati prima che l'ordigno potesse essere attivato – segue di pochi giorni un attacco simile a Rivne, in cui un 21enne è rimasto ucciso e otto soldati feriti. Grazie a sofisticate contromisure elettroniche, l'Sbu è riuscita a bloccare la detonazione remota, impedendo un nuovo massacro. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Il Molise ragiona sul futuro energetico: A Larino confronto e approfondimento su fonti alternative e aree non idonee
Un momento cruciale di confronto e approfondimento si è tenuto a Larino, presso il Palazzo Ducale, con l’iniziativa promossa da “Partecipa Molise” sul tema “Fonti energetiche alternative fra uso e abuso. Le aree non idonee”. L’incontro ha riunito una buona platea proveniente da ogni angolo del Molise, unita dalla preoccupazione per quella che si preannuncia come una nuova emergenza territoriale, dopo l’annosa questione della gestione irrisolta delle risorse idriche. Il dibattito, infatti, ha visto una forte partecipazione con i dubbi sollevati da Marina Colonna e Angelo D’Uva, imprenditori molisani simbolo di un’agricoltura di qualità; l’ex consigliere regionale Pasquale Di Lena invece ha espresso la posizione dell’associazione che raggruppa gli ex eletti a Palazzo Moffa, con le perplessità di numerosi tecnici comunali (Rotello, Larino, ecc.), le denunce degli avvocati specializzati nel settore nonché la presenza di segretari e dirigenti del Partito democratico.
L’allarme è stato lanciato dalla Dott.ssa Loredana Pietroniro (Arsarp), che ha presentato dati sconcertanti sull’assalto di aziende e multinazionali al servizio regionale, con richieste di progetti per impianti eolici e agrivoltaici. “Abbiamo in istruttoria regionale progetti per 500 nuove pale eoliche alte 250 metri, per l’equivalente di 2500 megawatt, e impianti agrivoltaici per circa 3300 megawatt” – ha rivelato la Dott.ssa Pietroniro, evidenziando un totale di 5,8 gigawatt (GW) di richieste. Questo dato contrasta nettamente con gli 1,3 GW assegnati al Molise nel riparto nazionale per il raggiungimento degli obiettivi minimi fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), obiettivo già ampiamente superato per il 2030. “Saranno i decisori politici a determinare quale indirizzo si vuole dare alla produzione di energia” – ha concluso.
Il Sindaco di Larino e Presidente della Provincia di Campobasso, Pino Puchetti, ha espresso forte preoccupazione per le richieste di impianti fotovoltaici anche sulle Piane di Larino, un territorio riconosciuto per l’eccellenza dei suoi prodotti agricoli e sede di importanti aziende di trasformazione, finora privo di pale eoliche. Puchetti ha sottolineato l’importanza vitale di garantire livelli occupazionali e tutelare gli investimenti imprenditoriali nell’intero Basso Molise. “Chiediamo a gran voce alla Regione una legge che faccia da spartiacque tra la speculazione dei giganti dell’energia e la vocazione del territori” – ha affermato il primo cittadino frentano, invocando una revisione del Piano Paesaggistico regionale, della relativa cartografia, e del Piano Energetico Integrato Regionale.
Il dibattito ha visto numerosi interventi da parte di cittadini, produttori, imprenditori e associazioni, tutti allarmati dalla massiva presenza di impianti che, se collocati in aree non idonee, fertili e irrigate, comprometterebbero irreversibilmente produzioni agricole di alta qualità, cuore dell’economia molisana.
Il Professor Claudio Colombo (docente di Scienza del Suolo all’UNIMOL) ha presentato i risultati degli studi condotti dall’Ateneo, evidenziando la necessità impellente di aggiornare le mappe regionali del suolo (ferme al 1994) e l’allarmante stato della qualità dei terreni. Il Professore ha proposto l’opportunità di investire in un agrivoltaico innovativo e di qualità, seguendo rigide linee guida, anche grazie al recupero dei circa trentamila ettari di terreni agricoli abbandonati in Molise (vigneti, frutteti, uliveti).
La Capogruppo PD alla Regione Molise, Micaela Fanelli, in veste di moderatrice, ha posto gli obiettivi del dibattito, ribadendo la richiesta di Partecipa Molise al governo regionale: “Dobbiamo accelerare e scegliere quale metodo possa rendere i territori protagonisti. Presto in Aula, compatibilmente con il quadro nazionale in evoluzione, saremo chiamati a individuare criteri utili per non commettere errori, come quello di poter persino pensare di produrre energia da fotovoltaico nelle piane irrigue e fertili di Larino.” Fanelli ha sottolineato l’importanza di un agrivoltaico affidabile e responsabile ammonendo: “Eolico e fotovoltaico sono necessari, il Molise ha fatto la sua parte abbondantemente, le ulteriori autorizzazioni andrebbero rilasciate dopo l’individuazione delle aree idonee e non idonee. Noi chiediamo al Governo regionale di accelerare al massimo” – ha concluso, evidenziando il ruolo della consapevolezza dei cittadini come “prima difesa del paesaggio e dei valori dell’agricoltura di qualità.“
L’incontro di Larino si configura come un punto di partenza per una mobilitazione del territorio volta a tutelare il paesaggio e l’agricoltura molisana di fronte alle nuove sfide energetiche che vedono coinvolte anche le aree montane di pregio come Pizzone e Castel San Vincenzo. Il prossimo appuntamento di confronto di Partecipa Molise si terrà l’11 luglio a Termoli sulla proposta di legge che introduce le quote generazionali per favorire un necessario ricambio generazionale che garantisca che le istituzioni non siano dominate da una singola fascia d’età, ma che ci sia un flusso continuo di nuove energie e prospettive.
Farmaceutica, Sapio acquisisce Baywater Healthcare Bastide Uk Limited dal gruppo francese Bastide
(Adnkronos) –
Il Gruppo Sapio ha siglato un accordo per l’acquisto, dal gruppo francese Bastide, di Baywater Healthcare Uk Limited, società che opera nel settore dell’ossigenoterapia domiciliare e dell’assistenza respiratoria domiciliare nel Regno Unito, con un fatturato annuo intorno ai 60 milioni di euro e circa 500 dipendenti. Si tratta di un’acquisizione strategica particolarmente rilevante in quanto Baywater Healthcare – informa una nota – è leader nell’erogazione di tali servizi in Uk con oltre 60mila pazienti e una quota di mercato superiore al 50%. "Siamo molto contenti che il gruppo Bastide abbia deciso di siglare un accordo con la nostra azienda – ha commentato Maurizio Colombo, vicepresidente di Sapio – perché è un attestato alla bontà del nostro progetto di acquisizione e integrazione rispetto ad altri competitor qualificati e, allo stesso tempo, rappresenta un’importante accelerazione del piano di sviluppo estero cominciato molti anni fa. Il nostro approccio privilegia da sempre la qualità del servizio al paziente e su questo c’è stata subito sintonia con il management di Baywater. Quello inglese, per altro – osserva – è un mercato in crescita in cui potremo in futuro assistere con i nostri servizi pazienti affetti anche da altre patologie, che già eroghiamo in altre Nazioni. Come azienda familiare a nome dei soci di Sapio non possiamo che dare il benvenuto a tutti i collaboratori di Baywater in attesa, dopo il via libera delle autorità inglesi, di lavorare assieme". "Siamo estremamente soddisfatti di aver raggiunto l'accordo per l'acquisizione di Baywater Healthcare – ha aggiunto Mario Paterlini, Ceo Gruppo Sapio – in primo luogo perché rappresenta un importante passo avanti nella strategia di sviluppo del piano 'inspire', attraverso il quale puntiamo a diventare uno dei principali player indipendenti nell’assistenza domiciliare in Europa. Baywater Healthcare, la cui posizione di leadership rappresenta un'opportunità unica per Sapio di operare nel Regno Unito – sottolinea – ha ottenuto risultati eccellenti negli ultimi anni grazie a un team manageriale di grande esperienza e professionalità e si integrerà perfettamente nella strategia e nei valori di Sapio. L’ingresso nel Gruppo di Baywater Healthcare conferma, inoltre, la volontà di Sapio di investire in Paesi ad alto potenziale di crescita come quello inglese e di proseguire nell’espansione internazionale guardando a tutte le opportunità di mercato". Sapio prevede di chiudere l’acquisizione, supportato da Goodwin Procter (Uk) Llp, in qualità di consulente legale, e da EightAdvisory, in qualità di consulente finanziario e fiscale, nel terzo trimestre del 2025. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sinner, domani esordio a Wimbledon 2025: orario e come vederlo in tv
(Adnkronos) – Jannik Sinner pronto al debutto a Wimbledon 2025, domani 1 luglio. L'azzurro, numero 1 del mondo, scenderà in campo per il primo turno del singolare maschile alle 13 di Londra, le 14 in Italia, per il derby con Luca Nardi, numero 94 del mondo. Sinner torna in campo dopo il passo falso nel torneo Atp di Halle, con l'eliminazione quasi immediata contro Alex Bublik, e con la fresca 'rivoluzione' nel team, che non comprende più il preparatore Marco Panichi e il fisioterapista Uli Badio. Domani il programma prevede una ricca presenza azzurra sui campi dell'All England Club. Sul campo numero 2, alle 12, apre il match femminile Cocciaretto-Pegula. A seguire, Musetti-Basilashvili. Sul campo numero 5, il secondo match in programma è Bronzetti-Teichmann. Sul campo numero 8, alle 12 si comincia con Sonego-Faria. Infine sul campo numero 16 è di scena Cobolli nel terzo match contro il kazako Zhukayev. Wimbledon 2025 sarà trasmesso in diretta esclusiva su Sky (con undici canali dedicati, a cominciare da Sky Sport Tennis) e in streaming su Sky Go e Now. Su Sky Sport Tennis saranno visibili tutti i match giocati sul Centrale, mentre sugli altri canali di Sky ci saranno le partite più interessanti sugli altri campi. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sassari, esplosione in una palazzina: un ferito grave
(Adnkronos) – Esplosione oggi, lunedì 30 giugno, in una palazzina a Sassari. Un 63enne è stato ritrovato sotto le macerie dai vigili del fuoco. E' in condizioni gravissime. Nel frattempo vanno avanti le ricerche di eventuali altri dispersi con tutta l'area intorno chiusa al pubblico per il rischio di ulteriori crolli. I vigili del fuoco erano intervenuti per una fuga di gas in una palazzina all'angolo tra via Don Minzoni e via Principessa Maria. Poco dopo il loro arrivo la deflagrazione, che ha sventrato la mansarda, con le macerie finite sulle auto in sosta. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Automobilismo, oltre 100 Tesla a Monza in griglia di partenza per il primo Light Show su circuito F1
(Adnkronos) – Sulla griglia di partenza dell’Autodromo Nazionale di Monza, oltre 100 Tesla hanno preso parte al primo Light Show al mondo realizzato su un circuito di Formula 1. L’evento, ideato e organizzato da Tesla Owners Italia, si è svolto in occasione del Mimo, Milano Monza Motor Show 2025, manifestazione internazionale dedicata alla mobilità, all’innovazione e al motorsport. Le Tesla, disposte in formazione sulla griglia di partenza e perfettamente sincronizzate, hanno eseguito una coreografia con musiche e giochi luminosi, progettata e programmata direttamente dagli esperti di Tesla Owners Italia, la community dei proprietari più seguita d’Italia. Il progettista e designer artistico dello spettacolo, Matteo Massarenti di Tesla Owners Italia – associazione ufficiale dei proprietari Tesla più seguita d'Italia, organizzazione no-profit -, ha commentato: "a differenza delle auto tradizionali, grazie a un tipo di approccio preponderante sullo sviluppo software e sulle interfacce utente, si aprono enormi potenzialità di sviluppo e ampliamento delle funzionalità di un veicolo anche in un momento successivo all’acquisto. Chi prova le vetture elettriche – Tesla in particolare – si rende conto quanto siano pensate fin dall’origine per essere programmabili, aggiornabili da remoto e in grado di dare vita, a un evento spettacolare con cento auto che reagiscono coordinate al millisecondo". Il presidente di Tesla Owners Italia Luca Del Bo ha aggiunto: "il Light Show è stato il momento conclusivo di una giornata dedicata alla community di Tesla Owners Italia che ha visto la partecipazione di quasi 300 Owners, provenienti da Svizzera, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Spagna e da tutte le regioni italiane". Il Light Show – ideato, realizzato e finanziato in autonomia da Tesla Owners Italia, senza alcun coinvolgimento da parte della casa madre – realizzato a Monza non si è basato su una funzione predefinita di cui le Tesla sono dotate, ma è stato progettato per l’occasione da Tesla Owners Italia, in modo da attivare fari, portiere, schermi interni e suoni in perfetta sincronia in un gioco di luci e musica altamente emozionale. Nel pomeriggio, le auto hanno partecipato a una Parata d’Onore lungo il tracciato dell’autodromo di Monza, comprese le storiche sopraelevate, in una formazione compatta che ha messo in scena, anche visivamente, la forza e l’identità del gruppo. Anche l’aperitivo offerto da BbqKing e Duroc, con prodotti regionali selezionati a chilometro zero, ha vantato una particolarità tecnica coerente con lo spirito dell’evento: il barbecue utilizzato era completamente elettrico e alimentato da XTrolley, una batteria portatile dall’ingegneria tutta italiana, dimostrando concretamente come le tecnologie dell’elettrico possano trovare applicazioni reali anche nella quotidianità. Tesla Owners Italia devolverà il 10% degli incassi dell’evento a Casa Sollievo Bimbi Vidas. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Wimbledon 2025, continua la favola di Tarvet: il carneade vince ma non guadagna
(Adnkronos) –
La favola di Oliver Tarvet a Wimbledon 2025 continua. Il 21enne carneade, numero 733 del ranking, dopo aver superato le qualificazioni e aver conquistato un posto nel tabellone principale del singolare maschile si regala anche il passaggio al secondo turno. Il britannico, sul campo numero 4, oggi 30 giugno vince tra la sfida tra 'chi è questo?' battendo lo svizzero Leandro Riedi, numero 503 del mondo, per 6-4, 6-4, 6-4. Tarvet, che in carriera vanta la 624esima posizione come best ranking, conferma il feeling con l'erba londinese e si prepara a fare un bel salto in classifica. Con ogni probabilità, la sua avventura a Wimbledon 2025 finirà al secondo turno, visto che il sorteggio gli riserva l'incrocio con Carlos Alcaraz, detentore del titolo, o in alternativa Fabio Fognini. Il ragazzo di St. Albans – nell'Herfordshire – fa notizia anche per la sua scelta penalizzante a livello economico. Tarvet è uno studente della San Diego University, partecipa alle competizioni NCAA e come atleta di un college americano non può percepire premi o ingaggi superiori ad una soglia predeterminata di circa 8500 euro. Lui, che in carriera ha intascato appena 15mila dollari complessivi, per ora non potrà godersi i 77mila euro che spettano a chi entra nel tabellone principale né i 116.130 euro che vanno a chi approda al secondo turno. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)