(Adnkronos) – Donald Trump si prende un colpo di microfono in faccia. Il presidente degli Stati Uniti, prima di decollare dalla base di Andrews per volare in Florida, si ferma per rispondere alle domande dei cronisti sulla pista. Una giornalista, mentre Trump ascolta una domanda su Gaza, perde apparentemente il controllo del microfono che finisce dritto sul volto del presidente. Trump, sorpreso, incassa: prima si guarda attorno perplesso, poi 'fulmina' la giornalista. "E' appena diventata una grossa notizia stasera", dice rivolgendosi alla giornalista. La scena ricorda per certi versi l'episodio che vide protagonista Silvio Berlusconi a Catania nel 1996. Il leader di Forza Italia, assediato dai giornalisti, venne colpito da un microfono: "Cribbio, nei denti me l'ha dato!", esplose il Cavaliere. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
FISMU/La formazione per i medici di famiglia diventa specialistica
Plauso di La Vecchia, segretario regionale Molise FMT, per l’importante novità per i medici di famiglia con la formazione in medicina generale, che da «specifica» diventa specialistica.
Da sempre riteniamo che non sia adeguata l’offerta formativa italiana basata su corsi regionali, la formazione dei futuri medici di medicina generale dovrebbe essere demandata ai dipartimenti universitari di medicina generale gestiti da medici di medicina generale
La formazione di livello nazionale, permetterebbe che le conoscenze possano essere comuni a tutti i medici di medicina generale .
Le conoscenze, e le competenze debbono poter essere acquisite , in modo completo e permanente, e permettere una preparazione uniforme dei medici sul territorio nazionale.
“ Si accoglie così una richiesta avanzata dal ministro della salute Orazio Schillaci che, rispondendo a un question time alla Camera il 25 febbraio, aveva sottolineato la necessità di trasformare il percorso formativo in medicina generale in un percorso specialistico, per adeguare le borse di studio percepite dagli studenti.”
Manifestazione per l’Europa oggi a Roma, Serra: “Siamo tanti perché siamo popolo”
(Adnkronos) – E’ il giorno della ‘piazza grande’ per l’Europa, senza simboli di partito e tante bandiere europee oggi, 15 marzo, a Roma. Una mobilitazione volta a riaffermare i valori fondanti dell'Unione europea, promossa dai sindaci di 14 città che hanno raccolto l'appello del giornalista e scrittore Michele Serra dalle colonne di Repubblica. Migliaia le persone presenti in piazza del Popolo tra vessilli blu e grosse bandiere della pace. Dei bambini le attraversano tenendo in mano la bandiera con il blu stellato dell’Unione europea. Ai piedi dei lenzuoli arcobaleno dei cartelli dove si legge: “Per un’Europa che sostiene i diritti umani, la difesa civile, la ricerca scientifica, la transizione ecologica, la cooperazione e la solidarietà tra i popoli”. Nel secondo: “Per un’Europa che combatte le disuguaglianze tra i paesi ricchi e quelli poveri, riducendo la povertà e le migrazioni forzate”. Nel terzo: “Per un’Europa che si afferma come comunità politica, democratica ed economica in un sistema multilaterale senza dipendere dalla deterrenza militare”. E infine nell’ultimo: “Per un’Europa che promuove una politica estera comune, fondata sulla cooperazione, la pace, la giustizia, la non violenza, il disarmo e il rispetto del diritto internazionale” Tra in tanti cartelli c’è anche una partecipante che indossa una maschera della morte con appeso al collo la scritta ‘nazionalismo’. Un altro tiene in mano la targa che indica il luogo ‘piazza del Popolo, con l’aggiunta della scritta "europeo". Tra gli altri cartelli si legge: "L’Europa siamo noi"; "senza Europa siamo solo isole nel nulla". Tra le prime file di continua a cantare Bella ciao. Ad aprire la manifestazione è stato l'intervento di Michele Serra. “Siamo in tanti perché siamo popolo. Siamo in tanti e siamo diversi. Diamoci una mossa perché altrimenti rischiamo di credere che la sola bandiera che ci resta da sventolare è la carta di credito. Quella è la bandiera di Trump e del suo governo di miliardari”, ha scandito il giornalista salendo sul palco sulle note dell''Inno alla gioia’. Quella “è gente convinta che ricostruire Gaza rasa al suolo sarà una questione immobiliare e non una questione umana. Poveri loro”, ha aggiunto Serra. “Per quelli che sventolano questa bandiera, l’Europa non è un concetto astratto, è la salvezza. Ricordiamolo quando pensiamo che la resistenza degli ucraini sia solo una scocciatura che ci impedisce di riposare tranquilli”, ha sottolineato tra gli applausi. “Questa bandiera ha sventolato poco dalle nostre parti fin qui, è appesa negli uffici davanti ai palazzi ed è stata finora un simbolo freddo che non scalda i cuori, se abbiamo deciso di riportarla in piazza è perché vogliamo sentirci europei non per trattato e non per un vincolo burocratico ma perché crediamo sul serio, ostinatamente, al rispetto della libertà e della pace, due madri delle costruzione europea”, ha affermato Serra. “Non può esistere pace senza libertà – ha aggiunto – ci sono anche in questa piazza idee diverse su come l’Europa deve proteggere se stessa e avere cura della sua gente. Nessuno può sentirsi in pace se è oppresso, invaso o sottomesso. E non esiste libertà senza pace, nessuno è libero sotto le bombe o con i fucili addosso. La guerra non è solo il contrario della pace ma anche il contrario della libertà”. “L’Europa che vogliamo costruire è un’Europa federale, un’Europa unita, un’Europa che affronta insieme le sue sfide" dice Elly Schlein arrivando in piazza del Popolo per la manifestazione. "Noi come Partito democratico ci siamo, ci siamo con lo spirito federalista che si richiama allo spirito di Ventotene, che vuole sfidare i nazionalismi, che vuole riuscire a far superare l’unanimità con i veti e gli egoismi nazionali che hanno fino a qui tenuto sempre a freno il progetto europeo che deve invece andare avanti. E deve fare anche uno sforzo di solidarietà con un nuovo grande piano di investimenti comuni europei, un nuovo Next Generation Eu, pensando ai valori fondamentali, il valore della giustizia sociale, della solidarietà, della pace giusta. Questo è lo spirito con cui il Pd partecipa con grande piacere insieme a tutte queste persone, unite nell’idea che l’Europa debba finalmente diventare un’Europa politica”. “Oggi niente polemiche, ci godiamo questa meravigliosa manifestazione” risponde a chi gli chiedeva delle diverse posizioni sul riarmo all’interno del Partito democratico. “La risposta è stata grandiosa. Ora questa piazza è di nuovo Ventotene”, dice Corrado Augias intervenendo dal palco. A infiammare la piazza l'intervento dello scrittore Antonio Scurati. “Noi non siamo gente che rade al suolo le città. Non massacriamo i civili e non deportiamo i bambini e li usiamo come riscatto. Lo abbiamo fatto quando gli italiani, non tutti ma troppi, erano fascisti e alleati con i nazisti. Ma proprio per questo – ha scandito Scurati – abbiamo smesso di farlo per sempre. Non deportiamo i migranti in catene a favore di telecamere. Non tagliamo i fondi pubblici alle associazioni umanitarie, non neghiamo il cambiamento climatico. Non umiliamo in mondo visione il leader di un Paese che da tre anni lotta per la sopravvivenza. Noi ripudiano la guerra, ma ripudiare la guerra non significa essere inermi, rinunciatari. Ho passato anni a raccontare il fascismo e le guerre, questo mi ha insegnato che la lotta è diversa dalla guerra, essere contro la guerra non significa rinunciare a lottare. La democrazia è sempre lotta per la democrazia”. “Siamo in tanti in questa piazza. Siamo diversi, ma tutti radunati da una passione che sentiamo forte in quest’ora: l’Europa e l’Europa unita! Certo, l’Europa – anche di fronte ai suoi cittadini – sembra lontana e ha perso credito. Ma di fronte ai grandi appuntamenti del futuro non si può non essere uniti. L’Europa è una necessità storica, non una retorica” sottolinea Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, dal palco della manifestazione. “Se non saremo insieme, i nostri valori, la nostra civiltà, si diluiranno nelle correnti della globalizzazione e tra i giganti del mondo. La storia ci ha consegnato, ancora tanto incompleta questa meravigliosa missione: essere europei in questo mondo complicato, conflittuale e in rapido mutamento. Perché l’Europa è storia, non smemoratezza”. "I nostri amici ucraini hanno conosciuto per ben tre anni il dramma della guerra causata dall’aggressione russa. C’è una domanda di pace che sale dal popolo ucraino. Pace vuol dire Europa. Perché l’unità europea, anche in tempi di guerra fredda, non è mai stata contro”. “Pace – prosegue – non solo per noi, ma essere un porto di pace per chi nel mondo l’ha perduta. Non una fortezza impaurita e invecchiata, ma un porto aperto, capace di accogliere, integrare, costruire il futuro. Chi non ha pace, possa contare su di noi. La passione, che sento in questa piazza, non può essere umiliata in mediocri letture partitocentriche italiane, ma è ben di più. La visione di un’Europa non imbelle o labirintica, ma coesa, solidale e di pace”. Attesi gli interventi in presenza o con contributi video dei tre senatori a vita Renzo Piano, Liliana Segre ed Elena Cattaneo. E poi Antonio Albanese, Claudio Amendola, Fabrizio Bentivoglio, Claudio Bisio, Luca Bizzarri, Gianrico Carofiglio, Javier Cercas, il sindaco di Barcellona, Renata Colorni, Lella Costa, Alessia Crocini (Famiglie Arcobaleno), Maurizio De Giovanni, Roberto Vecchioni, Corrado Formigli, Roberto Gualtieri, Jovanotti, Luciana Littizzetto, Gaetano Manfredi, Alice Manone (coordinatrice Acli giovani), Stefano Massini, Daniel Pennac, Pif, Paolo Virzì e Gustavo Zagrebelsky. Una piazza che vede la presenza dei leader di partito di opposizione (Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi, Matteo Renzi, Carlo Calenda) e l'assenza di Giuseppe Conte secondo il quale "oggi manifestare per questa Europa significa manifestare per il piano di riarmo". Tante le associazioni e organizzazioni che hanno aderito: dalle tre grandi confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil all'Anpi, dalla Comunità di Sant’Egidio all’Agesci, dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace a Legacoop. Insieme a loro cittadini comuni che stanno sventolando le bandiere europee e della pace e qualcuno alza cartelli per l’Europa. Sono arrivati con i pullman da ogni parte d'Italia. L’aspettativa è quello di un grande raduno per esprimere – secondo le parole del sindaco Gualtieri – "un sentimento europeista, senza condizionamenti di appartenenza politica". La segretaria del Pd, Elly Schlein, è stata accolta in piazza del Popolo, a Roma, alla manifestazione ‘Una piazza per la pace’ lanciata da Michele Serra da un’ondata di gente e affetto. “Vai Elly”, i cori rivolti alla leader dem che, con alcuni dei presenti si è prestata ad abbracci e selfie. Solo un signore, sulla sessantina, ha voluto manifestare a Schlein la sua contrarietà: “Viva Picierno, cerca di votare e non astenerti”, il rimprovero. E anche la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picerno è in piazza del Popolo, assieme ad Alessandro Alfieri (Pd) e ad Alessia Morani (Pd), alla manifestazione indetta da Michele Serra. Sono stati accolti con applausi dallo spezzone della comunità ucraina. "Siamo qui sulle orme di Altiero Spinelli, per i valori della libertà e della democrazia e per tutto ciò che rappresenta l'Unione europea", commenta Picierno. L’Europa che vogliamo costruire è un’Europa federale, un’Europa unita, un’Europa che affronta insieme le sue sfide. Noi come Partito democratico ci siamo, ci siamo con lo spirito federalista che si richiama allo spirito di Ventotene, che vuole sfidare i nazionalismi, che vuole riuscire a far superare l’unanimità con i veti e gli egoismi nazionali che hanno fino a qui tenuto sempre a freno il progetto europeo che deve invece andare avanti. E deve fare anche uno sforzo di solidarietà con un nuovo grande piano di investimenti comuni europei, un nuovo Next Generation Eu, pensando ai valori fondamentali, il valore della giustizia sociale, della solidarietà, della pace giusta”. Lo dice Elly Schlein in piazza del Popolo per la manifestazione ‘Una piazza per l’Europa’, lanciata da Michele Serra. “Questo è lo spirito con cui il Pd partecipa con grande piacere insieme a tutte queste persone, unite nell’idea che l’Europa debba finalmente diventare un’Europa politica”, conclude la segretaria dem. "Dalla piazza di oggi arriva un messaggio molto chiaro, che nessuno dovrebbe strumentalizzare: fatela questa Europa, fate l’Europa politica che manca, a cominciare dalla politica estera e di difesa". Lo ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi parlando con la stampa a piazza del Popolo. "Da federalista europeo – afferma Magi – ho le idee molto chiare: abbiamo perso decenni nel realizzare l’integrazione europea e per quanto ci riguarda noi oggi siamo qui in piazza con la comunità ucraina e con uno striscione con i colori dell’Ucraina e con su scritto 'resistenza europea'. Siamo stati tra i primi ad aderire a questa piazza anche se non condividiamo le motivazioni che hanno portato altri ad essere qui''. La delegazione di +Europa ha fatto il suo ingresso nella piazza dove è in corso la manifestazione per l’Europa insieme alla comunità ucraina. ''Pensiamo che in questo momento cantare bella ciao sia possibile solamente con la resistenza ucraina, perché quello che il popolo ucraino chiede ormai da più di 10 anni è di entrare nell’Unione europea, quindi penso che abbiano le idee più chiare sull’Europa di quelle che hanno tanti pacifisti del nostro paese”. “Dove si manifesta contro le armi e contro la guerra, contro la distruzione e la morte, ci saremo sempre. Ancor più contro una occupazione brutale, contro il genocidio che stiamo subendo. Giusto essere oggi qui, in questa piazza e non nell’altra, per affermare anche il nostro diritto alla resistenza, alla difesa e per dire no alla guerra”. Lo dice all’Adnkronos il presidente della comunità palestinese di Roma e Lazio, Yousef Salman, in piazza Barberini con i movimenti riuniti per dire no al riarmo. Quanti oggi manifestano contro la guerra sostengono con forza la possibilità di risolvere le controversie internazionali senza armi. Anche in Medio Oriente. “Assolutamente sì- spiega Salman – Basterebbe applicare le centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite e che Israele non ha rispettato nè voluto applicare. È per questo che la guerra e l’occupazione vanno avanti”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sardegna, l’offerta culturale delle aree interne: un patrimonio da valorizzare
(Adnkronos) – Spopolamento e invecchiamento della popolazione ma anche un’offerta culturale da valorizzare. Le aree interne del Paese sono, allo stesso tempo, aree problematiche e un patrimonio da difendere. Secondo la nuova mappatura della Strategia nazionale delle aree interne (Snai), il 48,3% dei Comuni italiani si trova in territori caratterizzati dalla difficoltà ad accedere a beni e servizi fondamentali, ovvero sanità, istruzione e mobilità. Il 44,8% dei Comuni delle aree interne si concentra nelle regioni del Mezzogiorno, particolarmente in Basilicata, Molise, Sardegna e Sicilia. Nei Comuni delle aree interne vivono circa 13 milioni di persone e i territori sono diffusamente caratterizzati da spopolamento e invecchiamento della popolazione. Nonostante le diverse fragilità, tali territori sorprendono per la ricchezza e la varietà dell’offerta culturale: il 29% dei Comuni delle aree interne ha almeno un museo, un monumento o un sito archeologico. Rispetto al totale di 4.416 luoghi della cultura censiti in Italia dall’Istat nel 2022, 1.740 si trovano nei Comuni delle aree interne, pari al 39,4% del totale, percentuale che sale al 48% quando si tratta di aree o parchi archeologici. A livello nazionale, le aree interne più ricche di siti e strutture del patrimonio culturale si trovano in Toscana, Sardegna, Emilia-Romagna e Lombardia. In Sardegna, a fronte di 263 tra musei, gallerie, aree archeologiche, complessi monumentali, 178 sono localizzati nelle aree interne. Il dato espresso in valori percentuali corrisponde a quasi il 68% del totale delle strutture culturali sull’Isola, nettamente superiore alla media nazionale del 39,4% e, a livello regionale, dietro soltanto a Basilicata (86,8%) e Molise (71,4%). In particolare, la Sardegna si distingue per il numero di aree archeologiche, 61 su 298 del totale nazionale, pari al 23,2%. Dei 61 siti archeologici dell’Isola, il 78,7% si trova nelle aree interne e spesso meno frequentate dai grandi flussi turistici che si concentrano, per lo più, lungo le coste. La densità di offerta culturale varia notevolmente da un’area interna all’altra del Paese. Infatti, se nel 2022 la media nazionale è di 2,7 luoghi del patrimonio culturale ogni 10 mila abitanti delle aree interne, il numero cresce sino a 13 in Valle d’Aosta, seguita dal Piemonte con 6,5 e dal Friuli con 6,3. La Sardegna si piazza al sesto posto con 5,1 strutture culturali per 10 mila abitanti. Dei 178 luoghi della cultura e strutture culturali censiti dall’Istat nel 2022 nelle aree interne sarde, 107 sono musei, gallerie, raccolte e collezioni d’arte, 48 sono aree o parchi archeologici, 23 monumenti o complessi monumentali. In percentuale, sul totale del patrimonio culturale dell’entroterra della Sardegna, il 60% sono musei e gallerie d’arte, poco più del 27% è rappresentato da siti archeologici, il 13% circa è costituito da monumenti e complessi monumentali. Entrando nel dettaglio delle diverse tipologie del patrimonio culturale, oltre un quarto dell’offerta dell’entroterra sardo è costituito da aree archeologiche (25,3% del totale). Seguono con il 16,9% del totale le strutture etnografiche e antropologiche, quindi quelle archeologiche con il 10,7%. Numeri che raccontano della storia e della cultura millenaria del territorio, ma non mancano strutture dedicate all’arte moderna e contemporanea, che rappresentano il 7,3% del totale dell’offerta culturale dell’entroterra sardo. Per quanto attiene alla titolarità delle strutture, il patrimonio culturale delle aree interne della Sardegna nell’80,3% dei casi appartiene a soggetti pubblici, una delle percentuali più elevate tra le regioni italiane. Per contro, solo il 19,7% ha titolarità privata. Complessivamente, nel 2022, sono stati 1.194.593 i visitatori dei musei e delle strutture delle aree interne della Sardegna, dei quali oltre 923 mila hanno pagato un biglietto di accesso. Da notare che oltre l’87% di tali strutture prevede una forma di accesso a pagamento, una percentuale decisamente superiore a tutte le altre regioni, mentre solo l’11,8% è gratuito. In quanto all’affluenza per singola struttura, il 33,1% ha registrato un numero inferiore a mille visitatori, il 35,4% ha avuto tra 1.001 e 5.000 visitatori. Solo una percentuale minima (0,6%) ha avuto un numero elevato di visitatori compreso tra 100mila e 500mila. Quasi il 60% dei luoghi della cultura dell’entroterra sardo ha registrato una netta maggioranza di visitatori italiani ovvero oltre il 70%. Nel dettaglio, il 26,9% delle strutture ha registrato tra il 50% e il 70% di pubblico italiano. Parallelamente, c’è anche il 3,4% di strutture che non ha registrato nessun visitatore straniero. Musei e istituti similari delle aree interne sarde vedono impiegati nel complesso 1.110 addetti con una media di 6 persone per struttura, in linea con la media nazionale. Nello specifico, il 30,3% di esse ha tra 6 e 10 addetti, il 23% ha 4 o 5 lavoratori, il 20,2% ne ha 2 o 3. Soltanto il 5,6% delle strutture ha più di 15 impiegati, ma c’è anche l’1,7% che non dichiara alcun occupato in maniera prevalente. Per funzionare, le strutture culturali fanno affidamento sia sugli introiti dei biglietti d’accesso che su altri proventi. In fatto di incassi dovuti ai biglietti, la percentuale più elevata di strutture ovvero il 17,3% ha entrate lorde comprese tra 2.501 e 5.000 euro, segue il 16,7% che incassa meno di mille euro. Solo nell’1,3% del totale la vendita dei biglietti porta entrate considerevoli, comprese tra 500 mila e 1 milione di euro. Tra le altre tipologie di entrate, il 49,4% delle strutture ha proventi derivanti da servizi offerti al pubblico, il 48,3% da contributi e finanziamenti pubblici, il 10,3% da finanziamenti privati, ovviamente alcune strutture usufruiscono di più d’una tipologia. Musei e strutture similari delle aree interne della Sardegna si distinguono rispetto a quelle di molte altre regioni per una serie di supporti digitali e attività offerte al pubblico parallelamente alla proposta culturale. Tra i supporti alla visita disponibili, in particolare, il 33,7% propone video e touch-screen, il 28,1% QR code e sistemi di prossimità, il 25,3% allestimenti interattivi, ricostruzione virtuale, realtà aumentata. In tutte le categorie indicate, le strutture culturali delle aree interne dell’Isola hanno un’offerta superiore rispetto alla media nazionale delle pari strutture. In aggiunta, i musei sardi offrono ulteriori esperienze al pubblico, quali visite guidate (93,8% delle strutture, media nazionale 87,6%), spettacoli dal vivo e animazione culturale (54,5% delle strutture, media nazionale 46,1%), laboratori didattici (50,6% delle strutture, media nazionale 44,8%). Per cercare di valorizzare i luoghi della cultura delle aree interne, l’Istat ha prodotto una graduatoria della tipologia di servizi e attività strategiche sulle quali le strutture sarebbero disposte ad investire. Dall’osservazione dei dati emerge che il 44,9% delle strutture della Sardegna investirebbe in campagne di comunicazione e informazione per attrarre più visitatori. La seconda attività strategica su cui puntare per valorizzare l’offerta culturale è l’organizzazione di manifestazioni ed eventi, indicata dal 33,7% delle strutture, segue la necessità di interventi di ristrutturazione e/o di adeguamento degli impianti, indicata dal 27% delle strutture. A livello di governance regionale, dal mese di gennaio 2025 è stata avviata la nuova Programmazione Territoriale, nell’ambito della nuova politica di coesione Italia 2021-2027 cofinanziata dall’Unione europea. Il Programma prevede oltre 400 milioni di euro di risorse, la maggior parte delle quali, oltre il 61% del totale, per interventi di valorizzazione ambientale e culturale. Per fare il punto sull’avanzamento delle iniziative e programmare i nuovi interventi della Programmazione Territoriale, la Regione Sardegna ha avviato un ciclo di incontri territoriali con le amministrazioni locali, i partner privati e la società civile. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Bayern, il nuovo inno è ‘Montagne Verdi’. Marcella Bella: “Che emozione”
(Adnkronos) – Da Sanremo all'Allianz Arena. Cosa c'entrano il Bayern Monaco e Marcella Bella? Più di quanto si possa pensare. In occasione dei 125 anni della squadra bavarese, il club ha deciso di adottare un nuovo inno, ovvero un riadattamento di 'Montagne Verdi', brano con cui la cantante italiana ha partecipato al Festival di Sanremo nel 1972. La versione 'da stadio' è stata scritta da Gianni Bella su testo di Giancarlo Bigazzi e ed è stata registrata lo scorso dicembre, dopo la partita di Bundesliga all'Allianz Arena contro l'Heidenheim. A partecipare al brano, oltre a circa 8mila tifosi, anche il tenore Jonas Kaufman, protagonista del ritornello in italiano: "Il mio destino è di stare accanto a te/Con te vicino più paura non avrò/E un po’ bambino tornerò". In tedesco invece il resto del testo, cantato dai tifosi: "Per sempre forza Bayern. Campioni di Germania, orgoglio di Monaco. Noi vogliamo celebrarti in ogni stadio, noi siamo i tifosi del Bayern. Come abbiamo fatto per oltre cento anni, lo faremo fino alla morte. Il nostro club: Fc Bayern, nei colori bianco e rosso". Il nuovo inno, presentato con un video sui profili social del Bayern che ripercorre la storia del club, ha debuttato lo scorso weekend in occasione della sfida di campionato contro il Bochum. "Una grandissima emozione scoprire che il nuovo inno del Bayern Monaco per festeggiare i 125 anni di storia della società è totalmente ispirato a 'Montagne Verdi', ha commentato Marcella Bella sul proprio profilo Instagram. "Non solo, il ritornello viene interpretato in italiano dal celebre tenore Jonas Kaufmann. Grazie a tutti i tifosi di questa grande squadra che fanno rivivere uno dei miei più grandi successi". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Marco Carta a Verissimo, chi è il cantante: la vittoria a Sanremo, il coming out e l’arresto alla Rinascente
(Adnkronos) –
Marco Carta sarà ospite oggi, sabato 15 marzo, a Verissimo. Il cantante, reduce della partecipazione di 'San Marino Song Contest 2025' torna nello studio di Silvia Toffanin per un'intervista ritratto: il percorso del cantante, tra luci e ombre, fino alla sua rinascita. Classe 1985, Marco Carta è nato e cresciuto a Cagliari. Ha trascorso la sua infanzia insieme alla nonna materna e al fratello maggiore, perché orfano di entrambi i genitori: all’età di 8 anni ha perso il papà, malato di leucemia, e a 10 anni la mamma, affetta da tumore. La sua carriera nel mondo della musica comincia nel 2008 quando Marco Carta partecipa ad ‘Amici’, talent show di Maria De Filippi, arrivando in finale e ottenendo la vittoria. Firma un contratto con la Warner Music Italia e pubblica così il suo primo disco, intitolato ‘Ti rincontrerò’. Nel 2009 partecipa al Festival di Sanremo con il brano ‘La forza mia’ conquistando il primo posto sul podio. Pubblica il secondo album, che ha raggiunto il disco di platino e comincia a portare la sua musica in giro per l’Italia. Nel 2010 Marco Carta pubblica il singolo, ‘Quello che dai’, scritto per lui dal cantautore inglese James Morrison, che anticipa il terzo disco del cantante cagliaritano, ‘Il cuore muove’, certificato disco d’oro. Nel 2011 torna nella scuola di Amici e insieme ad altri ex concorrenti, tra cui Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Annalisa e Valerio Scanu, prende parte all’edizione vip del talent show di Maria De Filippi, 'Amici Big'. Nel 2015 debutta come scrittore, con il suo primo libro ‘Ho una storia da raccontare’. E nel 2016 parte per l’Honduras per sbarcare all’Isola dei Famosi, dove raggiunge la semifinale. Qualche anno dopo, torna in un reality, questa volta partecipa a ‘Tale e Quale show’, il programma condotto da Carlo Conti su Rai 1, ottenendo la vittoria. Nel 2019 esce il suo secondo libro, ‘Libero di amare’. Il 28 ottobre del 2018, ospite di ‘Domenica Live’, Marco Carta ha fatto coming out per porre fine alle domande riguardo alla sua sessualità. E ospite a Verissimo, il cantante ha detto: "I miei amici lo sapevano ed ero fidanzato, quindi non ha cambiato nulla nella mia vita privata. Ho scelto di farlo solo perché ero stufo delle domande idiote che mi faceva la gente. Sentivo la costrizione di doverlo fare e io la vivevo malissimo". Nel 2020 aveva dichiarato di essere fidanzato con Sirio: "Stiamo insieme da sei anni e siamo molto affiatati, sono molto innamorato. Visto tutto quello che abbiamo superato insieme, abbiamo capito che la nostra storia è per sempre: quando finirà la pandemia ci sposeremo. Lui non credeva nel matrimonio, ma forse per me e per il nostro amore ha cambiato idea!". Sempre a Domenica Live, Marco Carta aveva dichiarato di aver subito a giugno del 2018 un malore che lo ha obbligato a un intervento d’urgenza durato diverse ore. “Mi sono sentito male in treno, tanto che il capotreno ha fermato il mezzo e chiamato un medico. Mi hanno tenuto ad Arezzo per qualche ora sotto sorveglianza. Ho reagito bene e sono andato a cantare, anche se stavo malissimo”, ha raccontato il cantante che poi è stato portato dagli amici in ospedale a causa dei forti dolori. “L'intestino si era perforato, ma fortunatamente si è riparato da solo, con l'aiuto degli antibiotici. Mi hanno messo 37 punti”, aveva spiegato. Il 31 maggio del 2019 Marco Carta è stato arrestato alla Rinascente di Milano, con l'accusa di furto aggravato per aver rubato alcune t-shirt del valore di 1200 euro. Il cantante è stato sottoposto a processo, ed erano stati chiesti otto mesi di reclusione, ma nell'ottobre del 2020 è stato ufficialmente assolto. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Terremoto oggi ai Campi Flegrei, nuova scossa di magnitudo 3.9
(Adnkronos) – Nuova scossa di terremoto oggi, sabato 15 marzo, nell'area dei Campi Flegrei. Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è stata di magnitudo 3.9 con una profondità di 3 chilometri ed epicentro vicino alla Solfatara di Pozzuoli. Il sisma si è sentito anche in diversi quartieri di Napoli e nella provincia del capoluogo campano. Anche ieri sera l'ultima scossa di magnitudo 3.5 con epicentro a Bagnoli si è sentita nel quartiere Chiaia e nel Vomero del capoluogo partenopeo. Tanta paura tra gli abitanti, ma non ci sono stati danni. Chiuso il parco archeologico dei Campi Flegrei. Dopo lo sciame sismico dei giorni scorsi nell'area dei Campi Flegrei, i vigili del fuoco fanno sapere che nelle ultime 24 ore ci sono state oltre 170 verifiche di stabilità nelle zone di Bacoli, Bagnoli e Pozzuoli. Tra queste anche quella di una palazzina nel quartiere Bagnoli che, dopo la scossa di magnitudo 4.4 di tre notti fa è stata evacuata. Nella palazzina c'erano 40 famiglie che sono state costrette a lasciare lo stabile. Alcuni disabili sono stati portati via con l'ambulanza. In totale a Bagnoli sono state evacuate 67 famiglie da tre palazzi. Secondo l'Osservatorio Vesuviano da giovedì scorso si sono verificati oltre una ventina di terremoti con una magnitudo massima di 4.4. L'evento bradisismico è stato avvertito in tutti i quartieri di Napoli, oltre ad Avellino e Salerno. Per il direttore dell'Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, "questo segnale, assieme ad altri, ci dice che il processo sta continuando a una velocità sostenuta e possiamo aspettarci altra sismicità". Alla domanda sull'intensità dei prossimi eventi bradisismici, la direttrice dell'Osservatorio Francesca Bianco ha risposto che "si tratta, comunque, di terremoti, che sono imprevedibili". "Una scossa pesante, si balla" ha detto all'Adnkronos il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione. "E' in corso il monitoraggio delle scuole e sono in allestimento altre due aree di attesa", informa il sindaco. "Una nel centro di Bacoli all’area mercatale e l’altra nel campo di calcio a Cuma, che si aggiungono al centro accoglienza già predisposto, dove stanotte hanno dormito nove persone e che è stato aperto anche per i cittadini di Monte di Procida". "Vogliamo fare tutto il possibile per essere al vostro fianco. Mi rendo conto che non è semplice affrontare questi giorni così caotici. Ma invito la comunità a non cedere al panico. Noi ci siamo. Restiamo uniti. Faremo sentire sempre più forte la voce del popolo flegreo, ovunque sia necessario. E otterremo tutto ciò che ci serve. Tutto. Forza". "Lo spavento è stato grande” dice all'Adnkronos il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni. "C’è un problema urgente a Pozzuoli e riguarda il cavalcavia che collega la parte alta della città con quella bassa, che conduce al porto. Ora il cavalcavia è chiuso per la presenza di crepe, stiamo facendo le verifiche del caso, se fosse impraticabile avremmo un problema non di poco conto”. L’assessore, inoltre, riferisce che “sugli sgomberi siamo fermi ai dati di stamattina, ossia a tre fabbricati e 27 famiglie. E' in corso una verifica su una decina di immobili e qualcuno potrebbe essere sgomberato”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Latina, l’auto finisce contro un albero e prende fuoco: morto conducente
(Adnkronos) – Ha perso il controllo della propria auto finendo fuori strada e impattando contro un albero. A causa dello scontro violentissimo, la Mini cooper ha preso fuoco con il conducente, ancora da identificare, all'interno. E' successo la notte scorsa sulla via Litoranea, a Latina. Sul posto, insieme ai vigili del fuoco e ai sanitari del 118 che non hanno potuto che constatare il decesso della persona al volante, sono intervenuti i carabinieri della Stazione Borgo Sabotino e della Sezione Radiomobile della Compagnia di Latina. La salma è stata portata all'istituto di medicina legale, in attesa di eventuali accertamenti che saranno disposti dall’Autorità Giudiziaria. Sono in corso indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell'incidente: la macchina è stata sequestrata. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Giorgetti: “Lite con Meloni? Tutte balle”
(Adnkronos) – Leggo che "io avrei litigato con Meloni" all'ultimo Consiglio dei ministri "naturalmente sono tutte balle, ma se i giornalisti decidono che è cosi è inutile che smentisci". E' quanto ha detto oggi, sabato 15 marzo, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti a 'Tutta un'altra economia, la sfida del valore', il primo dei tre eventi della Lega che porteranno al Congresso Federale. "Trump fa casino, vuole mettere i dazi perché lui pensa che in questo modo difende i giusti diritti delle imprese americane – sottolinea Giorgetti -, io dico che è l'occasione buona per discutere di come difendere i giusti diritti delle imprese italiane, anche delle migliaia di imprenditori che hanno dovuto chiudere per la concorrenza sleale che arrivava dalla Cina e da questi Paesi". "Questa è l'occasione buona – sottolinea – per andare a riscrivere le regole della competizione globale". Le grandi banche "fanno grandissimi profitti però forse si dimenticano di fare quello per cui sono nate, cioè fare credito alle imprese e soprattutto alle Pmi". "E quindi se io devo prendere una decisione devo fare in modo che continui a sopravvivere quella che qualcuno ha chiamato la biodiversità bancaria, grandi banche, piccole banche, banche attente al territorio, attente ai grandi gruppi e banche attente anche alle Pmi", aggiunge. La risposta per consentire alle imprese di crescere passa per la flat tax e anche la pace fiscale. "Partendo dei piccoli è esattamente il tipo di risposta a questa realtà economica per l'impresa che ha bisogno di lavorare senza troppi casini e troppe regolamentazioni", afferma il ministro. Bisogna "fare in modo che gli imprenditori possano crederci, lavorare, continuare investire", afferma ancora Giorgetti, sottolineando l'importanza di "dare fiato e respiro agli imprenditori vecchi e nuovi che sono la molla per lo sviluppo economico". E per fare questo "prima di tutto la politica deve ispirare fiducia", conclude Giorgetti. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Iginio Massari chi è, il pasticciere a Verissimo: gli esordi in Svizzera, la famiglia e l’incidente
(Adnkronos) –
Iginio Massari sarà ospite oggi, sabato 15 marzo, a Verissimo. Un racconto intenso della lunga carriera del maestro pasticciere italiano più celebre al mondo. Vincitore, dal 1964, di oltre 300 concorsi, premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, ecco chi è Iginio Massari. Iginio Massari è nato a Brescia il 29 Agosto del 1942. Già dall’infanzia scopre il piacere per la cucina: la mamma Rachele era cuoca e il papà Pietro, direttore di una mensa. A 16 anni, dopo qualche mese di lavoro in un panificio del centro città, si trasferisce in Svizzera, nei cantoni francesi dove in quattro anni, acquisisce la prima esperienza di pasticceria e cioccolateria. Esperienza che lo avvicina alla sapienza del Maestro Claude Gerber, uno dei primi grandi maestri cioccolatieri. Terminato il primo percorso di formazione, Massari torna in Italia. La sua carriera, tuttavia, subisce un arresto a causa di un brutto incidente stradale in moto che lo costringe a un lungo periodo di immobilità. Nel 1968 si sposa con Maria Damiani, conosciuta pochi anni prima mentre lavorava nel laboratorio della storica pasticceria Camera di Brescia dove lei faceva la cameriera. Successivamente comincia a lavorare per Bauli, dove consolida le proprie conoscenze in paste lievitate. Diventa quale responsabile e capopasticcere dei FLLI Cervi e dirigente tecnico in STAR del settore artigianale e industriale dal 1969 al 1971. Nello stesso anno, per volere della moglie, apre la Pasticceria Veneto, che si classifica prima nella selezione della guida del Gambero Rosso dal 2011 al 2016. Nel marzo 2015, in occasione dell'evento enogastronomico, gli viene conferito il Leone d'oro alla carriera. Considerato da molti il padre putativo del pandoro e del panettone, in occasione dell’Expo 2015 di Milano, realizza una rivisitazione del classico dolce natalizio milanese conciliando tradizione e innovazione. Comincia a farsi conoscere come volto televisivo in qualità di giudice e ospite fisso a partire dalla seconda edizione di Masterchef Italia. Dal 2017 è il protagonista del programma ‘Iginio Massari – The Sweetman’, dove i concorrenti si cimentano nella creazione del loro dolce migliore. A marzo del 2018 apre a Milano la sua seconda pasticceria ottenendo un immediato successo. Massari è papà di due figli, Debora e Nicola, entrambi lavorano con lui nell'attività di famiglia. Per alcuni, Massari è un personaggio televisivo troppo "severo" con i concorrenti dei talent di cucina. In un’intervista a cookist, ha rivelato: “Le persone affibbiano marchi continuamente ed è difficile toglierseli. La tv non mi pesa perché non bado alle telecamere, non costruisco domande e risposte, sono proprio fatto così. Esprimo i giudizi che direi senza problemi ai miei ragazzi in pasticceria. Non recito: così come mi vedi in televisione sono nella vita". “Il mio sogno – ha spiegato il pasticciere a Cookist – è di arrivare a 200 libri scritti, un obiettivo che conto di raggiungere ma mancano ancora parecchi volumi". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)