sabato, Luglio 27, 2024
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Food: tra farina e lieviti sempre più mani di donna, in crescita pizzaiole al top

(Adnkronos) – Acqua e Farina, lievito e olio, con fior di latte e pomodoro sono gli ingredienti tradizionali di una buona pizza. A far la differenza però è l'abilità del pizzaiolo. E oggi, molto di più rispetto al passato, delle pizzaiole. Sono infatti in crescita le donne che, tra forno e sala, esprimono il loro talento e la loro fantasia servendo ai loro clienti pizze d'eccellenza, come e più dei loro colleghi uomini. E la tendenza a sfornare margherite d'autore è in crescita tra le donne come racconta ad Adnkronos/Labitalia Barbara Guerra, co-curatrice delle guida internazionale '50 Top pizza', che nelle scorse settimane ha lanciato l'edizione 2024. “Nella grande comunità della pizza -spiega- osserviamo un bel protagonismo delle donne al banco pizza. Con impegno e dedizione affermano il loro talento che non è ancora sufficientemente valorizzato e riconosciuto, combattendo contro il pregiudizio molto diffuso che da un lato considera questo mestiere un lavoro da uomini, dall’altro le obbliga a scegliere fra carriera e famiglia", spiega. Ed è importante, sottolinea Guerra, far conoscere le storie di chi ha scelto questa strada professionale. "Come 50 Top Pizza abbiamo sempre avuto l’obiettivo di far emergere, portandoli sulla ribalta pubblica, i percorsi di carriera femminili, siano essi di pizzaiole, cheffe, direttrici di sala, proprietarie di attività ristorative e di accoglienza. Farli conoscere è uno dei modi per renderli modello di ispirazione per le altre donne che magari non hanno il coraggio o le condizioni per osare, restando nelle retrovie", sottolinea. Anche perchè, sottolinea Guerra, "il vecchio retaggio culturale per cui l’uomo cucina e la donna nutre deve essere ribaltato. Si può fare favorendo l’empowerment cioè riconoscendo e favorendo l’autonomia culturale, lavorativa ed economica delle donne e il mainstriming cioè attivare, sempre di più azioni, reti ed alleanze, sensibilità condivise anche con gli uomini affinché si capisca che una cucina, una famiglia, una società in cui le donne stanno bene è un vantaggio per tutti”, conclude.  E una donna che, facendo pizze, ha fatto tanta strada è Giorgia Caporuscio, star della pizza a New York con il suo 'Don Antonio' e che si è vista assegnare il 'Pizza Maker of the Year 2024 – Ferrarelle Award' durante la cerimonia di premiazione di 50 Top Pizza Usa 2024. Giorgia, figlia d'arte, ha 34 anni ed è arrivata nella Grande Mela 15 anni fa. "Sono venuta qua negli Stati Uniti -racconta ad Adnkronos/Labitalia- quando avevo 19 anni. Avevo finito l'alberghiero a Formia e non avendo nessuna idea di cosa fare nella mia carriera professionale ho deciso di venire a trovare mio padre perché era già negli Stati Uniti e aveva appena aperto la sua prima pizzeria napoletana a New York".  "Ho pensato di imparare l'inglese, e quindi la mattina andavo a scuola e il pomeriggio per stare insieme un po' a mio padre, stavo sempre in pizzeria con lui. I dipendenti, i collaboratori di mio padre, mi prendevano sempre in giro 'non sai fare la pizza, non sai fare la pasta'. E quindi per gioco e anche per far vedere a loro che, guarda un po', ho iniziato adesso e so fare la pizza meglio di voi, ho iniziato a fare le pizze un po' tutti i giorni. E scherzando, scherzando, alla fine è diventata la mia passione e io dico sempre che ce l'avevo già nel sangue questo lavoro", sottolinea.  E i risultati oggi si vedono. "Dopo 15 anni, a New York sono proprietaria, capo pizzaiolo e capo chef di 'Don Antonio', dietro Times Square, e mi occupo di tutta la parte gestionale, della cucina, ricette, organizzazione di tutti i dipendenti, insieme a mio marito. Abbiamo rilevato questa pizzeria da mio padre, abbiamo iniziato dal 2020", dice. Un percorso non semplice, ma per Giorgia i consigli possono aiutare. "La costanza, bisogna studiare tanto, e tanta determinazione. Questi sono i miei consigli, che dò a tutte. Non aver paura, perché tutti quanti possiamo iniziare da zero a fare questo mestiere, se si ha passione si va veramente lontano, e io sono l'esempio", sottolinea.  E per Giorgia le donne hanno un vantaggio non da poco. "Essendo un lavoro manuale, le donne hanno un'agevolazione, riescono a controllare la forza all'interno delle proprie mani e ad essere più flessibili rispetto agli uomini, nel toccare l'impasto, soprattutto nella pizza napoletana, che è un impasto molto più soft. Quindi abbiamo un'agevolazione in più rispetto a un uomo, che ha molta più forza e deve controllare molto di più la forza dentro le mani", sottolinea.  Controllo delle mani che Giorgia esprime al meglio per realizzare il 'cavallo di battaglia' del suo locale: "E' la famosa Montanara, la pizza fritta. È un disco di pasta che stendiamo, lo friggiamo, e poi mettiamo il pomodoro, la mozzarella affumicata, il basilico, il pecorino romano, e la mettiamo alcuni minuti dentro il forno, quindi l'olio in eccesso evapora, e quindi si ha una doppia cottura. Ha la sofficità e la croccantezza, e gli americani impazziscono, anche grazie al fatto che noi portiamo il 98-100% dei prodotti che usiamo dall'Italia, cercando di dare a New lo stesso prodotto che si può trovare a Napoli. E' quello il nostro vero segreto", conclude.  E da New York a Napoli ecco la storia di un'altra giovane donna che ha inseguito la sua passione fin da piccolissima. "Mio padre -racconta ad Adnkronos/Labitalia Jessica De Vivo, della pizzeria Mary Rose a Napoli- aveva la pizzeria e a sette anni io ho fatto la mia prima pizza. Poi appena finiti gli studi subito ho iniziato a lavorare in pizzeria. Oggi ho 29 anni, sono più di dieci anni che lavoro".  Il percorso non è stato semplice. "Io penso che una donna per fare questo lavoro deve avere realmente una passione, io dedico al mio lavoro quasi tutta la giornata, dalla mattina fino alla sera, cioè, sono sempre in pizzeria. Oggi stanno uscendo parecchie pizzaiole donne e questa per una donna è una bellissima cosa. Noi abbiamo qualcosa che l'uomo non ha: l'eleganza e il segreto per un'ottima pizza sono le mani di una donna", rivendica Jessica. E Jessica, con le sue pizze è una star di TikTok e Instagram. "I social aiutano oggi nel nostro mestiere, ti fanno conoscere, e tante persone poi vengono qui in pizzeria a provare le mie pizze. E poi da piccolina oltre la pizza l'altra mia grande passione era la recitazione", aggiunge. Ma qual è la pizza top per Jessica? "Io sono molto tradizionalista, quindi mi mantengo sempre sul tradizionale: una margherita provola e pepe o una pizza fritta", conclude.  Una passione, come quella fare la pizza, può anche 'svegliarsi' o per necessità, come nel caso di Roberta Esposito del Ristorante pizzeria 'La Contrada' ad Aversa, in provincia di Caserta, classificatasi al 32 posto nella classifica di '50 Top Pizza'. "Io ho cominciato più in sala, sapevo stendere e cucinare la pizza perché l'avevo imparato ma non era la mia prima aspirazione", racconta ad Adnkronos/Labitalia. "Poi all'improvviso, quando il pizzaiolo mancava o non veniva o ritardava dalle ferie io lo sostituivo. Fu una cosa automatica: non è venuto, non mandiamo via gente, dai falla tu. Fin quando un sabato il mio collaboratore non stette tanto bene, andò via e rimasi io di sabato sera lì dentro in pizzeria e da lì non me ne sono mai più uscita", sottolinea.  Oggi Roberta ha 41 anni "ma il locale la mia famiglia l'ha rilevato quando avevo 13 anni mentre il progetto pizza è nato quando ne avevo 25. Io credo che in realtà è come ogni lavoro, devi avere una predisposizione per poterlo fare. Io consiglio anche a una ragazza che magari si avvicina a questo mestiere, se ha le caratteristiche, di seguirla questa passione. E' comunque un lavoro sacrificato, facendo le pizze, vai la mattina, non si sa quando torni, comunque se ne vanno via tante ore della giornata", sottolinea. Di certo la fantasia delle donne aiuta. "A me piace la pizza fuori menù. È quella che posso preparare con un prodotto stagionale, un prodotto che trovo fresco, e quindi immagino di proporre quella pizza, la preparo, piace, è tutta la mia soddisfazione. Io ho l'abitudine ogni sei mesi di cambiare menù, quindi ne ho fatte tante di pizza, non ho proprio quella preferita", conclude.     —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Israele-Hamas, domenica a Roma vertice con Cia e Mossad per ostaggi e tregua

(Adnkronos) – E' atteso per domenica un vertice a Roma tra il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani, e il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamal, per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e far tornare gli ostaggi israeliani a casa. E' quanto rivelano Axios e Walla citando fonti israeliane e americane.  Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che ieri Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l'accordo fondamentale per la sua "legacy". Alle famiglie degli ostaggi incontrate ieri ha infatti ribadito che continuerà a spingere verso questo obiettivo fino alla fine del suo mandato, e queste, dopo l'incontro, a cui ha partecipato anche Bibi, si sono dette più ottimiste. L'incontro di ieri è stata anche l'occasione per discutere le nuove richieste, più severe, di Netanyahu, l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio di armi e militanti dal sud al nord di Gaza e il mantenimento del controllo israeliano del confine tra Gaza e l'Egitto. Bibi si è impegnato a far avere entro due giorni una proposta aggiornata ai mediatori degli Usa, Qatar e Egitto per passarla ad Hamas. Le fonti di Axios, però, sottolineano come, anche dopo 3 ore di colloqui, Biden e i suoi consiglieri non sanno ancora se Bibi voglia veramente l'accordo o stia solo guadagnando tempo per evitare il collasso del suo governo. Riguardo all'incontro di Roma, fonti informate spiegano che non si ritiene che vi saranno negoziati dettagliati sui punti ancora aperti, ma si concentrerà a individuare una strategia per procedere. Negoziatori israeliani non sperano quindi che a Roma si possa arrivare ad una svolta, dubitando che la pressione di Biden abbia convinto il premier ad alleggerire alcune delle sue nuove, severe richieste. "Netanyahu vuole un accordo impossibile, al momento non è disposto a muoversi e quindi potremo andare incontro ad una crisi dei negoziati piuttosto che ad un accordo", conclude una fonte israeliana di Axios. Intanto oggi – dopo il discorso al Congresso, i colloqui separati alla Casa Bianca con Joe Biden e Kamala Harris – Benjamin Netanyahu oggi è in Florida per incontrare Donald Trump a Mar a Lago. Si tratta del primo incontro tra i due da quando il tycoon ha lasciato la Casa Bianca, cosa che colpisce vista la stretta relazione personale con il premier israeliano che Trump vantava quando era presidente. Le cose sarebbero però cambiate quando Netanyahu inviò un messaggio di congratulazioni a Joe Biden per la vittoria nel 2020, facendo infuriare Trump che continuava a denunciare presunte elezioni rubate. In tempi più recenti, dopo il 7 ottobre, il tycoon non ha esitato a criticare il modo in cui Netanyahu sta gestendo la guerra, accusandolo di essersi fatto cogliere "impreparato" dall'attacco di Hamas. Secondo fonti citate da Times of Israel, i due non solo non si sono visti in questi anni, ma non si sono neanche parlati al telefono. Il primo colloquio tra i due dal gennaio 2021 è avvenuto questo mese, quando Bibi ha chiamato Trump per fargli gli auguri del 4 luglio. Fonti dell'ex amministrazione Trump parlano di "relazione di odio e amore tra i due". "È tempo che questa guerra finisca", ha detto la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris in quello che ha definito un colloquio "franco e costruttivo" con Netanyahu. Usando un tono più duro rispetto al presidente Biden, Harris ha affermato di aver espresso chiaramente le sue "serie preoccupazioni" in merito alle vittime di Gaza, sottolineando con Netanyahu quanto sia importante il modo in cui Israele si difende. Harris ha inoltre sottolineato la necessità di trovare un percorso verso una soluzione a due Stati. Le parole della vicepresidente americana Harris non possono essere ignorate, potrebbero ritardare un accordo sugli ostaggi, ha affermato un funzionario israeliano. "Spero che le cose che la vicepresidente ha detto in una conferenza stampa non vengano interpretate da Hamas come una frattura in via di sviluppo tra Israele e gli Stati Uniti, che ritarderebbe un accordo", ha detto il funzionario.  "Non possiamo permetterci di restare insensibili di fronte alla sofferenza e non resterò in silenzio", aveva dichiarato la Harris in una conferenza stampa dopo l'incontro con il primo ministro israeliano.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Ferrazzano/ La statua dell’Assunta restituita alla comunità

La comunità di Ferrazzano in festa per la restituzione alla Chiesa ed alla comunità della statua dell’Assunta restaurata.

La cerimonia si terrà nella Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo sabato 27 luglio p.v. Alle ore 19. I

l programma prevede alle ore 19, la Santa Messa, presieduta dall’arcivescovo di Campobasso-Bojano, mons. Biagio Colajanni e di seguito alle ore 20 il concerto per l’intronizzazione della statua dell’assunta restaurata; ad esibirsi sarà la corale di Sant’Onofrio di Ferrazzano, diretta dal maestro Marco Columbro.

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Parigi 2024, Israele accusa Iran: “Ha sabotato treni e prepara attentati”

(Adnkronos) –
Sabotaggi ai treni in Francia, nel giorno della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024, e Israele accusa l'Iran. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha accusato Teheran di essere responsabile del sabotaggio dei treni francesi avvenuto oggi e ha sostenuto che la Repubblica islamica sta preparando un attacco contro la delegazione olimpica israeliana durante i Giochi olimpici di Parigi. 
La Compagnia nazionale delle ferrovie francesi (Sncf) ha denunciato un "attacco massiccio" contro la sua rete di treni ad alta velocità, situazione che colpisce tre delle quattro linee della capitale, Parigi, e che si verifica poche ore prima della cerimonia di apertura Giochi Olimpici. "Il sabotaggio dell'infrastruttura ferroviaria in tutta la Francia prima dei Giochi Olimpici è stato pianificato ed eseguito sotto l'influenza dell'asse del male dell'Iran e dell'Islam radicale", ha dichiarato Katz tramite un messaggio sul suo account Instagram. Le autorità francesi non hanno ancora attribuito l'azione a nessun gruppo o Paese specifico e il primo ministro ad interim, Gabriel Attal, ha chiesto questo pomeriggio cautela su qualsiasi tipo di accusa. "L'indagine è ancora in corso", ha indicato in dichiarazioni riportate da 'Le Monde'. Tuttavia, Katz ha assicurato che "secondo le informazioni" che hanno in questo momento i servizi segreti israeliani, "gli iraniani stanno pianificando attacchi terroristici contro la delegazione israeliana e tutti i partecipanti alle Olimpiadi" e di aver informato il suo omologo francese, Stéphane Séjourné, questa settimana. "Occorre adottare maggiori misure preventive per contrastare il loro complotto. Il mondo libero deve fermare l'Iran adesso, prima che sia troppo tardi", ha aggiunto il ministro israeliano.  L'Iran ha respinto le accuse in maniera categorica.. "Le operazioni terroristiche non hanno posto nella dottrina politica dei gruppi di resistenza" anti-israeliani, ha scritto in un comunicato stampa la missione iraniana delle Nazioni Unite a New York. Israele, hanno affermato, "non può usare queste bugie e distrazioni per passare dal ruolo di carnefice a quello di vittima", si legge nel comunicato stampa citato dall'agenzia di stampa iraniana Isna. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Il Presidente della Fondazione SYMBOLA Ermete Realacci a Castel del Giudice nel quadro del progetto PNRR Centro di (Ri)generazione

A Castel del Giudice sono tante e variegate le iniziative culturali e sociali, aperte alla cittadinanza ma anche ai visitatori, sul progetto di sviluppo dell’area interna molisana Castel del Giudice Centro di (ri)Generazione dell’Appennino, con il quale il Comune ha vinto il Bando Borghi del PNRR – Linea A del Ministero della Cultura.

Il 24 luglio 2024, Ermete Realacci, presidente di Symbola, la Fondazione che promuove e aggrega le qualità italiane, è stato protagonista di una passeggiata itinerante per conoscere gli abitanti e i luoghi che animano la comunità di Castel del Giudice (IS).

Una opportunità per confrontarsi sulle scelte in materia di trasformazioni infrastrutturali e immateriali in occasione di alcune interessanti azioni in svolgimento: l’incontro partecipativo tra la comunità locale e gli organizzatori del campus estivo di Casa Frezza; l’iniziativa curata da Officina Creattiva e APS ‘Liberi di Essere’ e le relative azioni di animazione locale radicate nei valori condivisi della solidarietà e dell’inclusione; infine l’avvio del progetto di documentazione fotografica “ImmaginARTI”.

Quest’ultimo è un progetto di lungo raggio incentrato sulla fotografia come occasione di interpretazione e comprensione del ‘senso dei luoghi’. La sezione “Riscatti di Paese” per la raccolta fotografica all’interno della comunità, la sezione “Fotografia Circolare” pensata come un intervento di documentazione ed esposizione in itinere che prevede la partecipazione di diversi fotografi/e al racconto del processo di trasformazione locale e il “Contest fotografico” dedicato alla nozione concreta e simbolica di ‘Cantieri di rigenerazione’ come esercizio creativo sul processo di rinnovamento delle forme di vita, di lavoro e creatività all’interno dei borghi.

«E’ stato un incontro informale che pure restituisce la vivacità del cantiere aperto a Castel del Giudice nel contesto nazionale: per
l’impegno e il senso di responsabilità messo negli interventi materiali e la messa a terra dei processi rigenerativi posti in essere dall’intervento finanziario del “Bando Borghi del MiC cui lavoriamo alacremente con la RUP, ing. Rosita Levrieri, il gruppo di ricercatori e operatori selezionati per il progetto e con la collaborazione del nostro Centro permanente di competenze composto dalle Università del Molise, del Politecnico di Torino, della Sapienza di Roma e de L’Aquila».

Così sintetizza il sindaco Lino Gentile. Gli fa eco la docente dell’Unimol Letizia Bindi in qualità di responsabile delle azioni immateriali e a base culturale del Centro di ri-Generazione sorto tra le mura del piccolo borgo. «Si tratta di un lavoro di relazioni efficaci e collaborazioni strategiche innestate nel quadro di progetto che sviluppano buone pratiche e azioni dinamiche contro le fragilità sistemiche dei piccoli
comuni specie delle aree interne e fragili. Azioni sperimentali di rigenerazione urbana a trazione bio-culturale applicate qui in Molise che ci auguriamo possano diventare modelli di riferimento innovativi per future progettualità di area vasta». All’incontro ha partecipato a
tal fine anche il prof. Angelo Belliggiano referente dell’azione #rurobserv incentrata sul monitoraggio e la progettazione in materia di sviluppo rurale sostenibile e innovazione sociale in agricoltura. Curiosità e interesse nel Presidente di Symbola – Fondazione per le
qualità italiane: «Conosco da tempo l’esperienza di Castel del Giudice, che è anche socio di Symbola.

Un esempio positivo di quello che il nostro Paese può mettere in campo partendo dalle sue forze vitali, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione con vivacità, competenza e capacità di fare rete. Senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. È lo spirito della Legge 158/2017 sulla valorizzazione dei piccoli comuni di cui sono il primo firmatario, che anche da Castel del Giudice aveva preso ispirazione. Un’Italia che fa l’Italia che può affrontare le sfide che abbiamo davanti coniugando coesione e innovazione. Ci piace l’idea di accompagnare e supportare esperienze che mostrano che cambiare l’Appennino si può fare insieme».

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Fine vita, svolta in Toscana: sì della Asl a richiesta 54enne con sclerosi multipla

(Adnkronos) – Dopo aver negato per settimane la richiesta di morte assistita a una donna toscana di 54 anni, completamente paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva, l'Ausl Toscana Nord Ovest ha comunicato il suo parere favorevole. La donna possiede tutti e 4 i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per poter accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito in Italia. Da oggi, se confermerà la sua volontà, potrà procedere a porre fine alle sue sofferenze. La Commissione medica dell'azienda sanitaria ora aspetta di conoscere le modalità di esecuzione e il medico scelto dalla donna, così da assicurare "il rispetto della dignità della persona", rende noto l'Associazione Luca Coscioni. La 54enne aveva inviato la richiesta di verifica delle sue condizioni il 20 marzo e, a causa del diniego opposto, aveva diffidato l'azienda sanitaria, il successivo 29 giugno, alla revisione della relazione finale con particolare riferimento alla sussistenza del requisito del trattamento di sostegno vitale, essendo totalmente dipendente dall'assistenza di terze persone e avendo, legittimamente e consapevolmente, rifiutato la nutrizione artificiale.  La revisione del parere della Asl, inizialmente negativo, è avvenuta alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale 135 del 2024, che ha esteso l'interpretazione del concetto di "trattamento di sostegno vitale". L'azienda sanitaria, infatti, fino a questo momento, non riconosceva la presenza di questo requisito, in quanto equiparava il rifiuto della nutrizione artificiale (Peg) all'assenza del "trattamento di sostegno vitale". Nella nuova sentenza, però, i giudici costituzionali hanno chiarito che "non vi può essere distinzione tra la situazione del paziente già sottoposto a trattamenti di sostegno vitale, di cui può chiedere l'interruzione, e quella del paziente che non vi è ancora sottoposto, ma ha ormai necessità di tali trattamenti per sostenere le sue funzioni vitali". "E' la prima applicazione diretta della sentenza numero 135 della Corte costituzionale che interpreta in modo estensivo e non discriminatorio il requisito del trattamento di sostegno vitale indicato nella sentenza 242 sul caso Cappato-Antoniani – dichiara Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'Associazione Coscioni, difensore e coordinatrice del collegio legale della 54enne – La signora, dopo mesi di attesa e sofferenze, con il rischio di morire in modo atroce per soffocamento anche solo bevendo, potrà decidere con il medico di fiducia quando procedere, comunicando all'azienda sanitaria tempi e modalità di autosomministrazione del farmaco al fine di ricevere assistenza e quanto necessario. Le decisioni della Consulta, che hanno valore di legge, colmano il vuoto in materia dettando le procedure da seguire per chi vuole procedere con il suicidio medicalmente assistito. Il Parlamento ora dovrà adeguare i testi dei disegni di legge su cui sono iniziate le audizioni perché risultano non conformi al giudicato costituzionale alla luce delle motivazioni della Corte secondo cui un intervento organico del legislatore in materia dovrà rispettare i principi affermati nella sentenza n. 135 del 2024 e nelle precedenti decisioni sul caso Cappato-Antoniani (ordinanza n. 207 del 2018, sentenza n. 242 del 2019)". —salute/sanitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Petacciato/ Si presenta “Campo Ferramonti storia di una vita”

Campo Ferramonti storia di una vita, che verrà presentato a Petacciato, presso il Palazzo Ducale domenica 28 luglio alle ore 21, è un libro storico avvincente, dove si alternano forti emozioni, ansie e amore. Pino Ambrosio ci dona una storia nella storia che molti italiani, ebrei italiani e a vario titolo cittadini stranieri, sono stati costretti a vivere e subire nel Campo di concentramento di Ferramonti.

Ferramonti è una frazione del Comune di Tarsia in provincia di Cosenza, dove negli anni del ventennio fascista, era sorto un campo di concentramento, risultato delle politiche di difesa della razza adottate dal regime fascista. Il campo venne aperto ufficialmente il 20 giugno del 1940 e in esso, nel corso degli anni, vennero internati oltre tremila ebrei stranieri presenti in Italia, ebrei italiani, antifascisti, cinesi, profughi politici e dissidenti del regime provenienti da tutta Italia. A Ferramonti i prigionieri venivano raccolti e internati ma non uccisi.

Nel romanzo la narrazione si sviluppa in Grecia, in Italia e in Svizzera, da fatti realmente accaduti durante la seconda guerra mondiale ed è una testimonianza dei crimini commessi contro ii popolo ebraico e della Shoah.

Non mancano riferimenti storici, sociali, religiosi come: l’odio razziale nei confronti degli Ebrei e la loro deportazione nei campi di sterminio nazisti; il ricordo sanguinario e macabro delle fucilazioni ordinate dal generate Pietro Fumel, nei confronti di inermi contadini. C’e anche tanto amore tra un ragazzo ebreo fuggito dal campo di concentramento e la sua soccorritrice.

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Iscro 2024, cosa è l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa: requisiti

(Adnkronos) – L'Inps ha emesso una circolare con le istruzioni riguardanti l'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro), che è entrata a regime dal 1° gennaio 2024. Ma cosa è? E quali sono i requisiti per ottenere la prestazione che può arrivare fino a 800 euro? L'Iscro è destinata ai professionisti iscritti alla Gestione separata che svolgono attività di lavoro autonomo. I requisiti per accedere a questa prestazione includono l'iscrizione alla Gestione separata, non essere percettori di trattamenti pensionistici diretti, non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie e aver prodotto un reddito di lavoro autonomo inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo degli anni precedenti, comunica l'Inps. La domanda per l'Iscro deve essere presentata all'Inps esclusivamente in via telematica entro il 31 ottobre di ogni anno, utilizzando i canali online dell'Istituto. Inoltre, in conformità alla Legge di Bilancio 2024, i beneficiari dovranno partecipare a percorsi di aggiornamento professionale e autorizzare la trasmissione dei propri dati di contatto alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano-Alto Adige.  Per l'anno 2024, la domanda di indennità Iscro sarà disponibile dal 1° agosto e potrà essere presentata fino al 31 ottobre 2024.  L'indennità Iscro è pari al 25 per cento, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto nei due anni precedenti all'anno precedente alla presentazione della domanda. Ad esempio, per una domanda presentata nel 2024, se l’assicurato ha dichiarato per gli anni 2021 e 2022 (due anni precedenti all’anno che precede la presentazione della domanda) rispettivamente un reddito pari a 6.000 euro e a 5.000 euro, si determina la media degli stessi (€ 6.000 + € 5.000 = € 11.000/2 = € 5.500), ottenendo il valore di 5.500 euro, quindi, si divide quest’ultimo importo per due (base semestrale € 5.500/2 = € 2.750) e si procede a calcolare la misura della prestazione che è pari a 687,50 euro (€ 2.750 x 25/100). Il successivo comma 148 dell’articolo 1 in commento prevede che la prestazione non possa essere di importo mensile inferiore a 250 euro e non possa superare l’importo mensile di 800 euro. In ragione della citata disposizione normativa, pertanto, qualora la misura della prestazione – come sopra determinata – risulti di importo inferiore a 250 euro o superiore a 800 euro, l’indennità è erogata in misura pari, rispettivamente, a 250 euro mensili e a 800 euro mensili. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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“Troppo pericoloso tornare nel Regno Unito”: la preoccupazione del principe Harry per Meghan

(Adnkronos) –
Per Meghan Markle "è ancora troppo pericoloso tornare nel Regno Unito''. Parola del marito, il principe Harry, che in una intervista a Tabloids On Trial della ITV ha detto che teme che la duchessa del Sussex possa essere presa di mira se fosse tornata in patria. ''C'è troppa attenzione su di me e su mia moglie. Mi hanno spinto troppo oltre'', ha detto il duca di Sussex nella prima intervista rilasciata dopo la fine della sua causa in tribunale contro il Mirror Group Newspapers (Mgn). Parlando dell'attenzione che attira la coppia reale e delle battaglie legali intraprese, Harry ha detto che "è ancora pericoloso'' tornare nel Regno Unito. ''Basta una singola persona, che legge queste cose e che agisce in base a ciò che ha letto, che si tratti di un coltello o di un acido, qualsiasi cosa sia… queste sono cose che mi preoccupano sinceramente'', ha affermato. "E' uno dei motivi per cui non riporterò mia moglie in questo Paese'', ha aggiunto. 
Harry ha anche accusato la stampa di aver avuto un ruolo ''fondamentale'' nella rottura dei rapporti con la sua famiglia. E ha ricordato come la regina Elisabetta II, sua nonna, avesse "sostenuto" le sue azioni contro la News Group Newspapers (Ngn), editore di The Sun e dell'ormai chiuso News Of The World. "Vorrei che avessimo avuto molte conversazioni prima che morisse e questa è una cosa che lei ha molto sostenuto. Lei sapeva quanto questo significasse per me ed era pronta a sostenermi senza fare domande", ha aggiunto. 
La regina avrebbe voluto che il magnate dei media Rupert Murdoch si "scusasse" con Harry, ha dichiarato lo stesso duca in una testimonianza. Harry sta portando avanti una causa contro la Ngn per presunta raccolta illegale di informazioni, ma non per intercettazione telefonica. Il processo si terrà a gennaio. La Ngn ha negato che al The Sun si siano verificate attività illecite. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Terremoto oggi a Caltanissetta, scossa 3.6 tra Villalba, Marianopoli e Vallelunga Pratameno

(Adnkronos) – Una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 è stata registrata oggi 26 luglio in provincia di Caltanissetta. L'evento è stato rilevato dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, poco dopo le 13, tra i comuni di Villalba, Marianopoli e Vallelunga Pratameno. Il sisma è stato localizzato a 37 chilometri di profondità.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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