sabato, Novembre 22, 2025
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L’occhio che uccide/ Il Molise combatte il covid in modo naturale

Si tratta di una vera e propria strategia, non di un fenomeno episodico. Il Molise si sta distinguendo per un approccio innovativo alla pandemia, tutto basato sulla flora e sulla fauna locale. Superata l’idea che il virus si combatta solo con politiche sanitarie ( in un ospedale ci si sta se si è ammalati, se non si è ammalati è logico che lo si debba diventare) la nostra regione si è avviata su un sentiero solitario ma promettente.

La testimonianza di tutto questo sono le ordinanze del presidente della Regione, Donato Toma che hanno costellato il periodo pandemico. Si è partiti con il taglio della legna e con i lavori nei campi, si è passati alla raccolta del tartufo per poi arrivare alla caccia al cinghiale e, ultimo e prezioso tassello del progetto, il divieto di ammazzare il maiale. La mossa a sorpresa ha creato un grande scompiglio nel mondo animale.

In particolare i cinghiali lamentano una grave violazione costituzionale con una evidente disparità di trattamento. Loro, abituati ad essere predatori diventano carne da cannone mentre i loro cugini, anziché trasformarsi in cotechini, salsicce e soppressate vengono salvati e amnistiati La motivazione ufficiale, secondo i cinghiali, non regge. Se è vero che l’uccisione del maiale di solito si accompagna a feste e assembramenti bastava vietare le feste e gli assembramenti. Quindi, concludono i cinghiali, c’è una evidente volontà politica di cambiare le gerarchie secolari nel mondo dei suini.

Ma non sono solo i cinghiali a protestare. Vitelli, agnelli e capretti stanno pensando ad una grande manifestazione davanti la sede della Giunta regionale. Anche noi ci immoliamo per feste, pranzi e barbecue ma nessuno ci ha mai graziato. In particolare agnelli e capretti chiedono, con l’avvicinarsi della Pasqua e della Pasquetta al presidente Toma di risparmiare la solita, tragica ecatombe. Il Presidente, però, tira dritto per la sua strada. Anzi è intenzionato a rilanciare.

Sono allo studio nuove e più incisive ordinanze. Dal divieto di preparare, cucinare e consumare il brodo di pollo (un tentativo forse di ingraziarsi il mondo dei volatili) alla raccolta in sicurezza dei mughetti e della margherite da campo. In agenda anche una ordinanza per vietare la produzione, distribuzione e vendita di prodotti alimentari che ingenerano confusione con i rappresentanti delle istituzioni locali (toma e tomini principalmente ma potrebbe essere interessato anche il Presidente della Provincia di Isernia Ricci).Il tutto da far confluire in un unico grande quadro riepilogativo.

Il Presidente, infatti, pensa di mettere in musica, con la sua preziosa chitarra, questa mole originale di produzione giuridica e realizzare così un Cd da regalare al popolo molisano. Un Cd da utilizzare in sicurezza, per rilassarsi quando si è da soli e sconfiggere così, con la natura, il pericolo pandemico. Cioè quando si va in bagno.

Aigor

Potete ascoltare la rubrica del nostro Aigor anche nel corso del telegiornale di Trsp, ogni martedì sui canali 15 per il Molise e 17 per l’Abruzzo

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Imperdibile appuntamento domenica 23: sul palco del ‘Flavio Bucci’ la compagnia teatrale ‘Scème Sembe Nuje’

 La famiglia di Mimì e quella di Peppino condividono non solo uno squallido appartamento, ma anche disperazione e povertà. La grande chance della vita sembra però arrivare quando alla loro porta bussa il Marchesino Filippo Pollice, amico di Peppino. Il giovane vorrebbe sposare una certa Sofia, benestante di umili origini, ma la sua famiglia nobile si oppone. Il Marchesino convince allora Peppino e gli altri ad impersonare per un giorno i suoi parenti per dichiararsi come si deve a Teodoro, padre della sua amata. Da lì sarà un crescendo di emozioni, colpi di scena, intrecci amorosi, equivoci e divertimento, col dramma umano che diviene comicità e viceversa.

E’ la trama di Miseria e Nobiltà, il grande capolavoro di Eduardo Scarpetta in programma domenica 23 novembre presso il teatro Flavio Bucci di Casacalenda. E’ il secondo dei quattro appuntamenti in calendario per la rassegna “Si…Torna in scena” organizzata dalla Uilt Molise con il patrocinio del Comune, manifestazione che anticipa in un certo senso l’attesissima quarta edizione del festival regionale del teatro popolare Jamme Bbelle. 

Sul palco la compagnia “Scème Sembe Nuje”, reduce dal grande successo di domenica 16 novembre al teatro dell’Opera di Lucera (sold out e standing ovation) ottenuto proprio con Miseria e Nobiltà, l’ultima importante sfida artistica vinta dallo storico gruppo teatrale di Santa Croce di Magliano fondato nel 1983. 

Lo spettacolo in due atti (adattamento e regia di Nicolangelo Licursi) è in programma alle ore 18,  per info e biglietti  3279566623 – 3397876250. 

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Emergenza Cinghiali a Campobasso/La Sindaca Forte diffida la Regione: basta scaricabarile, si assuma le sue responsabilità


Dopo mesi di silenzi, disattenzioni e mancate risposte da parte della Regione Molise, questa mattina, la sindaca Marialuisa Forte ha notificato una diffida ufficiale alla Regione, intimando l’immediata attivazione di misure concrete e sistematiche per contenere l’invasione dei cinghiali in città.
“Campobasso non può più aspettare. La sicurezza dei cittadini – commenta la sindaca di Campobasso – è prioritaria e non sarà sacrificata sull’altare dell’inerzia istituzionale. L’Amministrazione comunale ha più volte cercato di affrontare il problema, ma ogni tentativo si è rivelato insufficiente, perché non è con interventi sporadici e isolati che si può fronteggiare un’emergenza di questa portata. Serve un’azione strutturata, condivisa e continuativa, fondata su una chiara programmazione, un efficace coordinamento e un rigoroso controllo. Tutto ciò rientra nelle competenze esclusive della Regione, che fino ad oggi ha mancato di attivarsi in modo sistematico e risolutivo.”

L’atto è stato indirizzato al Presidente Francesco Roberti, all’Assessorato alle Politiche Agricole, al Servizio Coordinamento e Gestione delle Politiche Europee per l’Agricoltura, l’Acquacoltura e la Pesca – Attività Venatoria, e all’Osservatorio Faunistico Regionale.

La diffida nasce dalle ultime, in ordine di tempo, e numerose segnalazioni di branchi di cinghiali che circolano indisturbati per le vie cittadine – da via Matris a viale del Castello, fino a Porta San Paolo – generando un grave rischio per l’incolumità pubblica e una profonda alterazione del decoro urbano.

“Il fenomeno ha raggiunto livelli preoccupanti e documentati – si legge nella diffida – tali da generare un concreto pericolo per l’incolumità pubblica e un forte disagio per residenti, automobilisti e pedoni, oltre a danneggiare l’immagine della città capoluogo.”

La sindaca ha però chiarito che le zone interessate non sono servite dal sistema “porta a porta”, ma dal servizio Ecostop itinerante, escludendo quindi che la presenza dei cinghiali sia legata ai contenitori dei rifiuti. La loro diffusione è ormai capillare, indipendente dal metodo di raccolta.

La diffida rappresenta un atto forte e necessario, che mette nero su bianco una richiesta chiara: la Regione deve assumersi le proprie responsabilità e intervenire con un piano strutturato, efficace e tempestivo. Non si può più attendere, né affidarsi a interventi sporadici o a scaricabarile istituzionali. L’Amministrazione comunale declina ogni responsabilità per eventuali danni o incidenti futuri derivanti dalla presenza degli animali selvatici in ambito urbano.

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A Ferrazzano l’evento “Tesoro nascosto”, le mele antiche del Molise

Oggi alle ore 17.30 presso il Piccolo Teatro in Via Teatro n. 1 a Ferrazzano (CB) si terrà un convegno incentrato sulle mele antiche del nostro Molise che l’esperto agronomo Dott. Michele Tanno terrà insieme alla Prof.ssa Maria Giovanna Chini del Dipartimento di Bioscienze e Territorio dell’Università del Molise. “Tesoro nascosto “, le mele antiche del Molise e il loro potenziale nei nutraceutici, cosmeceutici e cosmetici naturali, queste le tematiche che saranno svolte.
Sarà l’occasione per scoprire il tesoro nascosto che ogni mela cela dentro di sé ed il grande potenziale e i benefici che può apportare al nostro organismo.
Inoltre dal 24 al 29 novembre si terrà una mostra con degustazione.

L’ebvento organizzato dall’Associazione Arca Sannita in collaborazione con il Comune di Ferrazzano e la Proloco.

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Il pianista Gianluca Cristofaro, allievo del Conservatorio Perosi trionfa al Premio delle Arti

Ieri è stata una giornata importante per il panorama culturale del Molise. Un allievo del Conservatorio Lorenzo Perosi di Campobasso si è aggiudicato il Premio Delle Arti, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per il patrimonio culturale italiano.

Il 21 novembre 2025, Gianluca Cristofaro, nato a Isernia nel 2005, allievo nella classe di pianoforte del Maestro Aldo Ragone presso il Conservatorio Perosi di Campobasso dal 2016, è stato proclamato vincitore del Premio Nazionale delle Arti 2024/2025, XIX edizione, sezione pianoforte, concorso per allievi dei Conservatorî ed Istituti A.F.A.M. organizzato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). La sezione pianistica dell’edizione 2024/2025 si è tenuta presso il Conservatorio “Pergolesi” di Fermo ed ha visto la partecipazione di studenti provenienti da tutti i Conservatorî nazionali.

Gianluca Cristofaro è pianista pluripremiato in concorsi internazionali in Italia, Austria, Polonia, Paesi Bassi, Russia, Spagna, Svizzera e Ungheria. Dal Aprile 2024 frequenta il corso di diploma professionale sotto la guida di Michail Lifits presso l’Accademia Del Ridotto.

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UniMol: Tentativo di phishing, l’Ateneo presenta denuncia alla Polizia

Tentativo di phishing ai danni di docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti: l’Ateneo presenta denuncia alla Polizia di Stato – Sezione Operativa Sicurezza Cibernetica e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso
L’Università degli Studi del Molise informa che in data odierna, a partire dalle ore 12:50 circa, alcuni account istituzionali di posta elettronica assegnati a docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti e studentesse dell’Ateneo sono stati oggetto di un accesso non autorizzato da parte di soggetti terzi. Una volta compromessi, tali account sono stati utilizzati per inviare messaggi fraudolenti a vari destinatari, con false richieste di pagamento di presunte tasse universitarie su conti correnti del tutto estranei all’Università.
L’Università – già dotata di sistemi di sicurezza informatica aggiornati e di procedure atte a tutelare la riservatezza delle proprie infrastrutture digitali – ha immediatamente adottato le misure di mitigazione necessarie, avviando la messa in sicurezza degli account coinvolti e segnalando tempestivamente l’accaduto alla Polizia di Stato – Sezione Operativa Sicurezza Cibernetica di Campobasso e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso, presentando formale denuncia contro ignoti.
Si invita a prestare la massima attenzione a eventuali comunicazioni sospette e a verificare sempre l’autenticità di richieste di pagamento o link non riconducibili ai canali ufficiali dell’Ateneo.

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Giornata mondiale dell’Infanzia: Larino si illumina di Blu per i diritti dei bambini


Larino, faro sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Il Palazzo Ducale come simbolo di impegno
Nella serata del 19 novembre, il Palazzo Ducale di Larino si è trasformato da semplice cuore
storico della città a vero e proprio simbolo luminoso di un impegno collettivo. Questo gesto,
fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale di Larino, rappresenta la partecipazione
convinta all’iniziativa mondiale #GoBlue, promossa dall’UNICEF in occasione della Giornata
Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si celebra il 20 novembre.
L’illuminazione blu: un gesto che richiama i diritti fondamentali
La scelta di illuminare di blu il Palazzo Ducale ha un forte impatto visivo e simbolico. Si tratta di un
segnale importante che richiama l’attenzione sulla necessità di garantire e attuare i diritti
fondamentali di tutti i bambini e gli adolescenti: il diritto al gioco, all’istruzione, alla salute e alla
protezione, così come sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Questi diritti devono essere il fulcro di ogni decisione politica e sociale, sia a livello amministrativo
che all’interno della comunità.
Dichiarazione dell’Amministrazione Comunale
L’Amministrazione Comunale di Larino sottolinea con forza il significato di questo gesto: “Illuminare
di blu il nostro Palazzo Ducale non è solo un atto di adesione a un’importante campagna globale,
ma la concreta riaffermazione del nostro patto con le generazioni future. I diritti dei bambini e degli
adolescenti sono la priorità assoluta di questa Amministrazione e di tutta la comunità di Larino. È
un messaggio luminoso rivolto al futuro: affinché nessun bambino venga lasciato indietro e ogni
voce sia ascoltata.”

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Nella crescita del mercato del lavoro più poveri che ricchi

Alfredo Magnifico

Secondo i dati dell’Osservatorio statistico dell’INPS c’è un’Italia a due velocità; su 17,7 milioni di dipendenti del settore privato, esiste un mercato del lavoro che resta attraversato da marcati divari retributivi, da una parte esiste un’élite salariale, chi lavora nella finanza, nelle assicurazioni, nelle banche e nell’energia, e c’è la stragrande maggioranza di lavoro povero, a basso salario e precario, soprattutto nella ristorazione e negli alberghi.

L’analisi prende in esame il mercato del lavoro del settore privato non agricolo, dove la retribuzione media si attesta a 24.486 euro lordi annui, ma il divario tra comparti rimane enorme.

I nuovi posti di lavoro si concentrano soprattutto nei settori dove gli stipendi sono più bassi, aumentando uno squilibrio strutturale che colpisce soprattutto chi vive già condizioni di vulnerabilità.

Ai primi posti della piramide retributiva si attestano le attività finanziarie e assicurative, che superano i 56 mila euro lordi annui e garantiscono quasi un anno pieno di giornate lavorate. Subito dopo ci sono i settori ad alta specializzazione come l’estrazione di minerali (oltre 51 mila euro) e la fornitura di energia e gas (circa 50 mila euro), che risultano caratterizzati da contratti stabili e continuità lavorativa: quasi 300 giornate retribuite l’anno.

Una realtà distante anni luce dal resto del mercato, dove la maggioranza dei lavoratori non si avvicina neppure a queste cifre, in questa posto della scala si collocano i lavoratori di alberghi e ristorazione, con appena 11.233 euro lordi l’anno e solo 183 giornate retribuite: un simbolo della precarietà endemica di questo comparto.

Un po meno peggio – si fa per dire – va alle attività artistiche e sportive (15.628 euro) e all’istruzione privata o alle supplenze scolastiche (16.451 euro), dove stagionalità, part-time non scelto e contratti brevi pesano più del titolo di studio o della professionalità.

Nel 2024 si registra un lieve miglioramento nella distribuzione dei redditi: diminuiscono i lavoratori sotto i 25 mila euro, mentre aumentano quelli tra 25 e 45 mila e soprattutto gli oltre 45 mila euro.

Un progresso che non modifica la sostanza: quasi la metà dei dipendenti rimane sotto i 20 mila euro lordi l’anno, confermando una polarizzazione salariale che favorisce pochi e lascia indietro molti.

L’altro dato sconfortante è che l’occupazione cresce nei settori con paghe più basse, nel 2024 il 60% dei nuovi posti arriva da tre settori a bassa retribuzione, alloggio e ristorazione (+100.022 addetti), commercio (+66.993) e costruzioni (+38.196).Tutti e tre i comparti hanno un salario inferiore alla media nazionale.

Nel 2024 un terzo dei dipendenti ha avuto almeno un rapporto part-time, ma il divario tra uomini e donne rimane profondo: quasi una lavoratrice su due lavora a orario ridotto, contro il 21% degli uomini.

II 46,1% dei lavoratori dipendenti si colloca sotto i 20 mila euro lordi l’anno, una quota che si riduce al 27,1% se si considerano solo i lavoratori a tempo: il combinato tra part-time involontario e carichi familiari è indice di povertà lavorativa che colpisce soprattutto le donne.

Alfredo Magnifico

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Ornella Vanoni, il dolore di Fabio Fazio: “Non ero pronto”

(Adnkronos) –
Addio alla regina. Ornella Vanoni, morta a Milano all’età di 91 anni, viene omaggiata da colleghi, amici, ammiratori. Una pioggia di messaggi sui social per salutare la cantante, pilastro della musica italiana.  

Spicca il dolore di Fabio Fazio, che negli ultimi anni aveva accolto l’artista nel salotto di Che tempo che fa. “Non sono in grado di dire niente. Sono senza parole e non ero pronto a tutto questo. Non mi pare possibile. Non riesco a dire proprio niente”, il post del conduttore. “Tesora mia adorata”, scrive Luciana Littizzetto, altra colonna di Che tempo che fa. 

“Addio regina”, il messaggio di Enrico Mentana, direttore del Tg La7. “La più grande! Un dispiacere immenso… La tua musica resterà nel nostro cuore per sempre”, scrive Simona Ventura. 

“Che dolore cara Ornella. Grazie per essere stata la colonna sonora di tanta vita. Resti indimenticabile, per me impossibile”, il messaggio di Francesca Fagnani. “Addio adorata Ornella… Mi mancherai tanto…”, il saluto di Mara Venier. 

“Ornella, indomabile, è difficile credere perché tu ci scherzavi sempre: “oltre alla grande artista che tutti conoscono, per me sei stata una delle poche persone davanti alle quali mi sentivo davvero piccola. Accettavo qualsiasi tuo modo di essere: la dolcezza immensa, la generosità, l’umanità. E quando volevi essere pungente, lo subivo con affetto, perché eri talmente grande che era impossibile tenerti testa”, scrive Alba Parietti su Instagram. 

“Sei stata una donna libera, amatissima dagli amici, forte, impegnativa, bellissima, colta, intelligente, appassionata, dolcissima… e a volte spietata, con te e con gli altri come solo i grandi spiriti sanno essere. Per tutti sei stata e sarai indelebile e indimenticabile. Per me, spesso, irraggiungibile: una montagna meravigliosa e impossibile da scalare, ma un’essere umano speciale”, sottolinea Alba Parietti. 

“È una notizia orribile, mi dispiace da impazzire. Sono impreparata a commentare questa cosa orrenda, è una sorpresa che mi lascia senza parole”, le parole di Annalisa, appena scesa dal palco del Palazzo dello Sport di Roma, al termine della tappa del suo tour, Annalisa è stata raggiunta dalla tragica notizia. “Mi dispiace immensamente”, dice l’artista ancora travolta dalle emozioni del concerto appena concluso. “Ornella era immensa, in ogni sua manifestazione artistica e umana. Le mando un forte bacio, sperando che possa raggiungerla”, conclude. 

 

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Addio Ornella Vanoni, voce libera e leonessa della musica italiana

(Adnkronos) – Non era una tigre (di Cremona) come Mina, né una pantera (di Goro) come Milva, né un’aquila (di Ligonchio) come Iva Zanicchi. Né tantomeno un usignolo. Ornella Vanoni, scomparsa all’età di 91 anni, non ha mai avuto bisogno di animali-totem per entrare nell’immaginario collettivo. Se proprio si dovesse associare a una creatura simbolica, sarebbe una leonessa: fiera, elegante, indipendente. Milanese nell’anima e nelle origini – nata il 22 settembre 1934 – con lo sguardo regale e una voce che sapeva ruggire e accarezzare insieme, Ornella Vanoni è stata per decenni la più libera e anticonvenzionale delle interpreti italiane. 

Attraversando quasi settant’anni di musica, Ornella ha saputo restare se stessa. Diva suo malgrado, sofisticata ma mai distante, colta senza accademismi, sensuale senza mai essere volgare, ha incarnato una femminilità autentica, mai costruita. In ogni fase della sua carriera, è rimasta una voce fuori dal coro: dissonante rispetto alle mode, capace di raccontare il tempo senza adeguarvisi. Le sue rughe, il sarcasmo, i silenzi, l’inconfondibile voce impastata di fumo e sentimento, sono diventati parte del patrimonio culturale italiano. 

Non era nata cantante. Il suo primo amore era il teatro, e fu sul palco del Piccolo Teatro di Milano che iniziò la carriera, accanto al regista Giorgio Strehler, mentore, pigmalione e compagno. Da quell’esperienza ha portato nel canto una teatralità intensa, misurata, la capacità di ‘abitare’ le parole prima ancora che intonarle. Le sue prime canzoni furono le celebri ‘canzoni della mala’: ballate cupe, popolari, che Vanoni interpretava con grazia e verità, restituendo dignità a un’umanità ferita. “Ma mi”, “Le mantellate”, “Hanno ammazzato il Mario” non erano solo brani, ma atti unici di teatro civile. Un inizio potente. 

Nel 1959, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, porta in scena proprio quelle canzoni della mala, eseguite in dialetto milanese e romanesco, e brani tratti da “L’opera da tre soldi” di Bertold Brecht. La svolta arriva negli anni Sessanta, quando inizia a collaborare con i grandi cantautori italiani, su tutti Gino Paoli, con cui condivide una storia d’amore intensa e creativa. Nasce così “Senza fine”, il suo primo grande successo anche internazionale, a cui seguiranno “Che cosa c’è”, “La musica è finita”, “Casa bianca”, “Mi sono innamorata di te”, “Eternità”, “Una ragione di più”, “Un’ora sola ti vorrei”, “Tristezza”. 

Accanto alla musica, il teatro continua a chiamarla: interpreta “Rugantino” di Garinei e Giovannini, che la porta fino a Broadway. E intanto la discografia si arricchisce. Negli anni Settanta arrivano i brani più iconici e duraturi: “L’appuntamento”, “Domani è un altro giorno”, “E così per non morire”, “Sto male”, “Dettagli”. 

Nel 1976 fonda la sua etichetta, Vanilla, e pubblica “La voglia di sognare”, per poi firmare un’opera fondamentale: “La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria”, insieme a Vinícius de Moraes e Toquinho. È la consacrazione del suo amore per la musica brasiliana, un’influenza che resterà nella sua cifra stilistica. 

Gli anni Ottanta vedono l’uscita di “Ricetta di donna”, “Vai Valentina”, “Musica musica”, “Uomini” e il ritorno in concerto con Gino Paoli per “Ti lascio una canzone”. Nei Novanta arriva un disco d’oro con “Stella nascente” e “Perduto”, prodotti da Mario Lavezzi. In chiave jazz, collabora con Paolo Fresu per l’album “Argilla”. 

Nel 2008 celebra i 50 anni di carriera con l’album “Più di me”, duettando con artisti di ogni generazione: Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia, Jovanotti, Carmen Consoli, i Pooh, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti e infine Mina, in un inedito duetto-evento: “Amiche mai”. Nel 2018 torna al Festival di Sanremo con “Imparare ad amarsi”, ricevendo il Premio alla Carriera: la prima artista a ottenerlo. 

Nel 2020 pubblica “Unica”, album di inediti dal titolo emblematico. L’anno successivo è ospite del Festival di Sanremo, dove canta “Un sorriso dentro al pianto accompagnata da Francesco Gabbani. In estate esce l’irriverente “Toy Boy” con Colapesce e Dimartino, con videoclip diretto da Luca Guadagnino. Nel 2023 è di nuovo ospite a Sanremo. Intanto, grazie all’ironia e alle imitazioni di Virginia Raffaele, conquista una nuova generazione e trova spazio fisso a “Che tempo che fa”, al fianco di Mara Maionchi e Fabio Fazio. In occasione dei suoi 90 anni, un nuovo album, “Diverse”, una raccolta dei suoi successi riletti in nuove versioni, tra cui “Ti voglio” reinterpretata insieme a Elodie e Ditonellapiaga. 

Ornella Vanoni ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, arrivando seconda nel 1968 con Casa bianca e ottenendo tre volte il quarto posto. È stata la prima artista a ricevere il Premio Città di Sanremo alla carriera (1999). Ha vinto tre premi del Club Tenco, l’unica donna e la prima in assoluto ad averne ricevuti due come cantautrice, e nel 2022 le è stato conferito il Premio Tenco Speciale, creato appositamente per lei. 

Vanoni ha venduto oltre 55 milioni di dischi. È stata musa della canzone d’autore, pioniera della world music, interprete jazz con nomi come Herbie Hancock e George Benson. Ha fatto musical, cinema, televisione, varietà, colonne sonore. Ha duettato con tutti, attraversando le generazioni. 

Negli ultimi anni, la sua leggerezza e autoironia hanno conquistato il pubblico televisivo, confermando un paradosso che la accompagnava da sempre: diva senza retorica, fragile e pungente, ironica e profonda. Quando le chiedevano della sua età, rispondeva: “Sono vecchia? Sì. Ma sono unica”. E lo era davvero. Il titolo del suo album “Unica” non era un vezzo. Era una verità. E così sarà ricordata. (di Paolo Martini) 

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E’ morta Ornella Vanoni, la signora della musica italiana aveva 91 anni

(Adnkronos) – Addio a Ornella Vanoni. La cantante, signora della musica italiana, è morta oggi a 91 anni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, è considerata tra le maggiori interpreti della canzone leggera e d’autore. 

Figlia di un industriale farmaceutico e di una madre severa ma appassionata d’arte, Ornella Vanoni ha attraversato la storia musicale del nostro Paese trasformandosi più volte, senza mai perdere autenticità. 

La carriera di Ornella Vanoni inizia in modo inusuale: prima attrice che cantante. A soli 19 anni si iscrive all’Accademia del Piccolo Teatro di Milano, diventando presto l’allieva prediletta (e compagna) del regista Giorgio Strehler. Il debutto avviene nel 1956, con “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Ma sarà il suo modo graffiante e anticonvenzionale di interpretare le canzoni della ‘mala’ – ballate ispirate alla cronaca nera e all’anima popolare – a farla notare nel panorama musicale, con la pubblicazione del primo disco nel 1958 per la Ricordi. 

Dopo la fine della relazione con Strehler, incontra Gino Paoli, con cui condivide una storia d’amore travagliata ma artisticamente feconda. Da questo incontro nascono brani leggendari come “Senza fine” e “Che cosa c’è”, ma anche il primo grande successo commerciale, “Cercami”, pubblicato nel 1961. 

Parallelamente, Vanoni calca le scene teatrali con straordinario successo, ricevendo premi e riconoscimenti. Ma è Sanremo a sancire la sua popolarità: partecipa per otto edizioni, conquistando nel 1968 il secondo posto con “Casa bianca”, e il quarto posto in tre diverse edizioni (1967, 1970, 1999). In quegli anni, la sua immagine cambia: da interprete aggressiva e teatrale a icona sofisticata, sensuale e moderna. 

Il decennio successivo segna una maturazione musicale e personale. Dopo aver lasciato la Ricordi e successivamente la Ariston, fonda una propria etichetta discografica, la Vanilla, anticipando i tempi sull’autoproduzione. 

Nel 1976 realizza con Toquinho e Vinícius de Moraes uno degli album più raffinati della sua carriera: “La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria”, ancora oggi considerato un capolavoro della musica italiana, tanto da essere incluso tra i 100 dischi italiani più belli secondo la rivista “Rolling Stone”. È l’inizio di un amore profondo per la musica brasiliana, che la accompagnerà per tutta la vita. 

Durante gli anni ’80, Ornella assume il controllo completo del proprio percorso artistico. Firma testi, idea concept album e riceve prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco come miglior cantautrice, prima donna a riceverlo. Dischi come “Ricetta di donna” (1980), “Duemilatrecentouno parole” (1981) e “Uomini” (1983) mostrano una nuova Ornella: più intima, personale, consapevole. È anche l’epoca della collaborazione con Lucio Dalla, Paolo Conte, Gerry Mulligan, e del ritorno con Gino Paoli nel fortunatissimo tour “Insieme” (1985). 

Negli anni ’90, pur riducendo la frequenza delle sue apparizioni, Vanoni continua a pubblicare dischi intensi come “Sheherazade” (1995), dedicato all’universo femminile, e “Argilla” (1997), dove jazz e musica brasiliana si fondono con naturalezza. 

Nel nuovo millennio, festeggia i 50 anni di carriera con grande stile: un concerto in Piazza Duomo a Milano davanti a 35.000 persone (2008), duetti con artisti di tutte le generazioni in “Più di me”, e un doppio disco dal vivo con Paoli. Il brano “L’appuntamento”, riscoperto grazie al film Ocean’s Twelve, torna a scalare le classifiche. 

Nel 2018, all’età di 83 anni, stupisce ancora tutti salendo sul palco del Festival di Sanremo con “Imparare ad amarsi”, in trio con Bungaro e Pacifico. L’interpretazione le vale una standing ovation e il Premio della Critica per la Migliore Interpretazione, a conferma di una classe intatta. Nel 2023 torna come ospite al Festival, confermando la sua eterna presenza nella musica popolare italiana. Dal 2024 è tra gli ospiti fissi del programma “Che tempo che fa”, dimostrando una verve ironica e un’autoironia sempre più rara. 

Sempre attenta al nuovo, nel 2024 partecipa a una sorprendente rivisitazione del suo brano “Ti voglio”, reinterpretato insieme a Elodie e Ditonellapiaga. Il progetto, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, segna il ponte definitivo tra generazioni musicali. 

Con più di 100 lavori, oltre 55 milioni di dischi venduti, una vita divisa tra teatro, cinema, musica e televisione, Ornella Vanoni ha segnato un’epoca e attraversato tutte le altre. È riuscita a essere sofisticata senza mai perdere il contatto con le emozioni semplici. Sensuale, profonda, ironica, indisciplinata, è una delle ultime grandi icone della canzone d’autore italiana. (di Paolo Martini) 

 

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