Il PIL pro capite al Sud è la metà di quello del Centro-nord. Cuneo fiscale al 46,7%

Un abisso separa le economie del Nord e del Sud d’Italia ,gli ultimi dati emanati dall’Istat, disponibili, sono spaventosi il Pil per abitante risulta pari a 33,5 mila euro nel Nord-ovest, a 31,4 mila euro nel Nord-est e a 29,4 mila euro nel Centro, mentre il Mezzogiorno, con un livello di Pil pro capite di 17,2 mila euro, presenta un differenziale negativo molto ampio. Il suo livello è inferiore del 45,8% a quello del Centro-Nord.
La spesa per consumi finali delle famiglie risulta pari a 18,3 mila euro per abitante nel Centro-Nord e a 12,5 mila euro nel Mezzogiorno. Lazio e Sicilia sono le regioni più terziarizzate, mentre Basilicata ed Emilia Romagna sono quelle a maggiore propensione agricola e industriale.
Milano è la provincia con i più elevati livelli di valore aggiunto per abitante prodotto, pari a 46,6 mila euro; seguono Bolzano con 35,8 e Bologna con 34,4 mila euro. Le province con i più bassi livelli di valore aggiunto per abitante prodotto sono Medio Campidano e Agrigento, con circa 12 mila euro, e Barletta-Andria-Trani e Vibo Valentia con meno di 13 mila euro.
Il contributo dei servizi finanziari, immobiliari e professionali al valore aggiunto provinciale è prevalente nelle province di Milano, Roma e Trieste. Il contributo dell’industria primeggia in molte province del Nord-est e in particolare in quella di Modena. Tra il 2011 e il 2013,nel periodo della crisi, la Lombardia e il Trentino Alto Adige ottengono le uniche performance occupazionali positive, mentre la Calabria e il Molise le cadute più ampie (-8% circa in termini di numero di occupati).
Nel 2012 il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all’anno. Il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), per un importo medio pari a 16.498 euro.
La distribuzione del carico fiscale e contributivo tra i lavoratori e le famiglie. La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari, in media, al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi. Le componenti del costo del lavoro sono mediamente più elevate al Nord rispetto alle altre ripartizioni; ne deriva che la quota di retribuzione netta a disposizione del lavoratore raggiunge il valore minimo, 52,4%, nel Nord-ovest. Anche le differenze di genere risultano evidenti: il costo del lavoro delle percettrici di reddito da lavoro dipendente è mediamente pari al 76% di quello dei dipendenti e la retribuzione netta è il 79% di quella maschile.
Alfredo Magnifico

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