GdF/Indebita compensazione di crediti inesistenti, sequestrato a una ditta mezzo milione di euro

Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Campobasso, sotto la direzione della Procura ha dato esecuzione – a seguito di apposito provvedimento emesso dal Gip – ad un sequestro preventivo in via diretta, di disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo pari ad euro 530.000 nei confronti di una società di trasporto merci su strada operante nel territorio della Provincia di Campobasso, in relazione all’ipotesi di reato per indebita compensazione di crediti inesistenti, in violazione dell’art. 10 quater del D.Lgs. n. 74/2000.

L’attività trae origine da accertamenti di natura fiscale eseguiti dalle Fiamme Gialle, nell’ambito dei quali è emerso che l’impresa, attraverso false ricostruzioni contabili, aveva indebitamente beneficiato di crediti di imposta che l’ordinamento azionale riconosceva per le attività di “ricerca e sviluppo” (R&S), utilizzandoli in luogo del pagamento delle imposte che sarebbe stato dovuto per gli anni 2020 e 2021.

Le successive investigazioni hanno consentito di appurare il difetto assoluto dei requisiti previsti, ai sensi della normativa e della prassi di riferimento, al fine di beneficiare delle agevolazioni della specie.

Nello specifico è stata riscontrata la sostanziale inesistenza dei crediti compensati, in quanto riferiti sia ad obiettivi progettuali mai realizzati, sia a spese del tutto comuni non imputabili alla specifica agevolazione, certificate da documentazione contabile e tecnica connotata da numerose e ripetute irregolarità e incongruenze.

La società ha indicato quali obiettivi dell’attività progettuale, lo sviluppo di un particolare software autoprodotto, che non è stato mai realizzato, ed il potenziamento del know-how aziendale, tradottosi in una comune acquisizione di un bene strumentale, con mere modifiche funzionali all’ordinario svolgimento dell’oggetto sociale.

Sono stati inoltre imputati all’attività progettuale costi che in realtà erano stati sostenuti per il normale funzionamento dell’impresa. In tal modo la società ha ottenuto l’indebito vantaggio di non versare le imposte dovute, portando in compensazione i crediti fiscali che si era attribuita attraverso i detti artifici contabili.

Il sequestro preventivo disposto in via diretta e per equivalente in via sussidiaria, volto a conservare il profitto del reato ai fini della successiva confisca, “si inserisce – evidenzia in una nota il procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo – nel contesto delle linee di intervento di questa Procura della Repubblica volte alla repressione dei reati da realizzarsi, non soltanto intervenendo sui presunti autori, ma anche aggredendo i beni che ne costituiscono il profitto. Questo in un’ottica di deterrenza e di recupero alla collettività di quanto illecitamente acquisito, avvalendosi del contributo specialistico della Guardia di Finanza”.

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali gli indagati potranno esperire , in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.

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