Il Jobs act decolla, più posti di lavoro e credibilità

Gli occupati a settembre 2015 sono 192 mila in più rispetto a settembre 2014 e 378 mila in più dal febbraio 2014. A settembre il tasso di disoccupazione scende all’11,8%, in particolare per le donne, mentre la disoccupazione giovanile cala al 40,5% e aumentano i contratti stabili. Renzi in un commento dice “non dimentichiamo eravamo sopra al 13% di disoccupazione a livello generale e oltre il 46% per i giovani. Sono percentuali e numeri, ma sono anche persone, vite, famiglie, destini».Il Jobs act sembra abbia restituito credibilità a livello internazionale, ma soprattutto sta creando opportunità e posti di lavoro stabili. I risultati recenti in termini di crescita di Pil stanno andando oltre le previsioni, l’occupazione è buona con contratti migliori – La ripresa è dovuta alla domanda interna delle famiglie e delle imprese grazie al ritorno della fiducia». Così l’Istat, che spiega che la diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente, segue quella di luglio (-0,5 punti) e agosto (-0,1). Nei 12 mesi ci sono 264 mila persone in meno in cerca di lavoro (-8,1%).Il calo della disoccupazione nell’ultimo mese è «determinato prevalentemente dalle donne» ci sono 32 mila disoccupate in meno a fronte di 3 mila uomini disoccupati in meno. Il tasso di disoccupazione maschile così resta stabile all’11,3%, mentre quello femminile, pari al 12,5%, cala di 0,2 punti percentuali. Nei 12 mesi per il tasso maschile c’è una flessione di 0,6 punti e per quello femminile di 1,5 punti.( Nuovo calo per il tasso di disoccupazione a settembre. Si attesta all’11,8%, il livello più basso da gennaio 2013. Segnali incoraggianti anche dall’inflazione, che a ottobre è in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,3% nell’anno. Il tasso di disoccupazione giovanile a settembre è al 40,5%, in calo di 0,2 punti percentuali da agosto. In un mese, rileva l’Istat, ci sono 14 mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni in meno che cercano un’occupazione. A fronte di questo miglioramento, c’è però anche un calo degli occupati di 11 mila giovani dovuto all’aumento degli inattivi. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi.
Alfredo Magnifico

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