Morti per Covid in Molise: la Procura apre altri fascicoli

Una storia ancora tutta da scrivere quella delle morti per Covid in Molise.
C’è da fare ancora luce sul perché di alcuni decessi, avvenuti, forse, anche a causa di manchevolezze del sistema sanitario, come per esempio procedure Cross che in molti casi non sono state attivate, cattivi funzionamenti degli impianti di ossigeno, carenza di personale e altri fatti, denunciati dal Comitato “Dignità e verità per le vittime Covid”.
Ieri si tenuta la prima Camera di Consiglio davanti al Giudice per le indagini preliminari Roberta D’Onofrio, a seguito dell’opposizione del presidente del comitato, Francesco Mancini, all’archiviazione che era stata proposta dalla Procura della Repubblica di Campobasso a seguito delle indagini avviate grazie alla denuncia presentata da Camilla Caterina.
La denuncia, tra le altre cose, segnalava il numero dei posti letto di terapia intensiva, le modalità di comunicazione dei dati inerenti ai posti di terapia intensiva al Ministero della Salute al fine dell’inserimento della regione nelle varie fasce, la mancata attivazione della procedura Cross. Camilla Caterina aveva portato l’esempio del decesso di una paziente, morta dopo oltre 30 ore di attesa al Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Campobasso.

In quel caso non c’era stato né il ricovero nel reparto di Terapia Intensiva né era stata attivata, in alternativa, la procedura d’urgenza per il trasferimento in altre strutture sanitarie fuori
regione.
Il 4 gennaio 2022 la Procura aveva avvisato le persone offese, e tra cui il Comitato Verità e dignità per le vittime Covid, della richiesta di archiviazione. Sia Camilla Caterina che il Comitato delle vittime si sono opposte.
La Procura, vista l’opposizione del Comitato ha deciso di riconsiderare le argomentazioni sostenute dagli avvocati Iacovino e Ruggiero e ha stralciato la questione dell’ipotizzato omicidio colposo incardinando separato e autonomo procedimento anche al fine di valutare anche il perché della mancata attivazione della procedura Cross.
All’udienza davanti al GIP del 20 settembre era presente solo Francesco Mancini, quale parte offesa, rappresentato dall’avvocato Vincenzo Iacovino che hanno difeso le ragioni spiegate nell’atto di opposizione.
Dopo oltre due ore di discussione il GIP si è riservato ogni decisione.
Nonostante ci sia da aspettare le determine del GIP, il Comitato ha espresso soddisfazione già per il fatto che le indagini vadano avanti, con attivazione di autonomi procedimenti, a seguito della rivalutazione degli argomenti puntualizzati nelle denunce e negli atti di opposizione.
Il comitato “Dignità e verità per le vittime Covid” è rimasto il solo a denunciare la mala gestione della Sanità Pubblica molisana durante la pandemia.
A parte il giudizio incardinato a seguito delle denunce di Camilla Caterina, il Presidente Mancini ricorda che il Comitato ha presentato 4 esposti, che saranno oggetto di discussione nella camera di consiglio già fissata per il 24 gennaio 2023 a seguito di opposizione a richiesta di archiviazione.
Allo stato, grazie soprattutto alle denunce del Comitato risultano diversi stralci e procedimenti autonomi incardinati e inerenti:

  • il ritardo nella tempistica di realizzazione della Torre Covid;
  • la gravissima carenza di talune figure professionali, in particolare medici rianimatori e anestesisti;
  • le criticità di funzionamento dell’impianto di ossigenoterapia.
    Risultano inoltre incardinati 20 procedimenti per fatti di omicidio colposo legati al Covid e 6 procedimenti per fatti di epidemia colposa legata al Covid.
    Il Molise piange 650 morti e il Comitato si batterà fino alla fine per fare luce su quelle che considera le reali cause di questa strage.
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