#corpedelascunzulatavecchia/La poesia di Natale, le Forche Caudine ed i candidati al Parlamento

“… consolati Maria del tuo peregrinare, siam giunti ecco Betlemme ornata di trofei. Presso
quell’osteria potremmo riposare, che troppo stanco sono e troppo stanca sei. Il campanile scocca lentamente le sei….”
Chi ha la mia età ricorderà non so se con angoscia, come mi capita ancora oggi, di questa poesia che era la poesia di Natale che ci costringevano a recitare al pranzo di Natale. Eravamo obbligati dalla circostanze, dalle maestre e dai familiari a concederci a questa “prassi natalizia”.
Ci facevano preparare per tempo a questo momento magico e dovevamo essere pronti e stare in piedi sulla sedia. Unica consolazione potevano essere le mille lire che i nonni ci regalavano a
recitazione avvenuta.

Siamo troppo in anticipo per il Natale? Beh si, credo proprio di si. Ma io non voglio parlare del
Natale. Voglio parlare di campagna elettorale.
Questa campagna elettorale credo sia stata una delle (più) peggiori (tra parentesi perché non si può dire, ma lo uso come rafforzativo) che abbiamo mai visto sul territorio molisano.
Candidati catapultati in Molise, o molisani catapultati nella politica, che da un giorno all’altro
hanno iniziato a parlare dei problemi del Molise proponendo soluzioni a tutti i problemi che
abbiamo in Molise.

Tutti i candidati hanno imparato la “poesia di Natale” e la stanno recitando tranquillamente in tutte le piazze del Molise. Unici ad essere contenti sono i benzinai per percorrere 250 chilometri al giorno per le strade molisane, tanti sono i chilometri in campagna elettorale, ci abbisognano circa 30 euro al giorno. Questo per smentire che la politica non arricchisca il territorio.
Trenta euro che se li moltiplichiamo per le macchine dei candidati fa una bella cifra per i benzinai molisani. Trenta euro che sono serviti per affrontare le strade molisane che noi conosciamo bene, ma che hanno conosciuto anche i candidati sia locali che no. Candidati che vorrei sapere quale impressione hanno avuto delle strade e cosa penserebbero di fare in caso di elezione.

Ma non volendo affrontare una carrettata di ovvietà lascio perdere.

Passata questa campagna elettorale, però, NOI torneremo a fare i conti con la quotidianità, con i problemi che ci attanagliano, con i problemi che tanto bene hanno detto, e dimostrato a parole, di conoscere i candidati del Molise.
I problemi che abbiamo i conosciamo benissimo e credo che un eletto da solo non possa risolvere.
Non li potrà risolvere per la scarsità del numero dei votanti in Molise e, di conseguenza, il numero degli eletti. A livello numerico i quattro parlamentari eletti in Molise non potranno pesare sulle sorti politiche del Parlamento, troppo pochi. Ma potrebbero essere anche molti. In che senso?

Dovremmo cercare di eleggere persone che hanno la coscienza a posto per lavorare per il bene del Molise, persone che lo conoscono e che vogliono far crescere la regione per renderla più ospitale.
Persone che sanno il vero valore delle bellezze naturalistiche del Molise, persone che conoscono i molisani e che sanno cosa potrebbero fare se aiutati ad uscire dall’isolamento viario e ferroviario oramai atavico ed incancrenito, persone che potrebbero fare in modo di portare a conoscenza del circuito turistico nazionale, e perché o mondiale, una terra incontaminata ma ricca di tradizioni, accoglienza e gente capace con voglia di lavorare. Persone che vorranno lavorare seriamente,insieme alla giunta regionale, per fare in modo di salvare la sanità pubblica molisana.

Persone che dovranno lavorare ai fianchi i loro compagni di partito, amici di partito, per entrare
nelle porte giuste ed ottenere visibilità per il Molise. Persone che hanno voglia di lavorare e non
persone che vogliono andare, o tornare, a Roma solo per un proprio sfizio o tornaconto personale.
Quindi, a questo punto verrebbe da dire: consolati molisano del tuo peregrinare (politico) siamo giunti al momento di decidere, vedi tu, caro molisano, cosa voler fare per far crescere e risvegliare questa terra.
Andiamo a votare, facciamo pressione su amici e parenti che non vogliono votare e cerchiamo di convincerli. È importante che si riesca a far sentire la nostra voce. I nostri progenitori furono i sanniti delle forche caudine. O è ancora questo che vogliono farci scontare?

Mandiamo a Roma dei veri e fieri sanniti.
Ecco un link per chi, quei due o tre che non lo sanno, cosa furono le forche caudine:
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Forche_Caudine
Con affetto e stima e con aumentata voglia di non stare mai fermo: statevi arrivederci!

Franco di Biase

Commenti Facebook