Sentir dire che nel nostro sangue scorrono particelle di plastica non può non suscitare curiosità, paura e propensione a rivedere gesti ed abitudini di uso comune. Da 50 anni ormai si sente parlare di crisi ambientale e di come i cambiamenti climatici influenzano tutto ciò che ci circonda. Sopratutto il nostro stile di vita e la nostra salute.
L’ISDE l’ associazione italiana medici e ambiente, impegnata su argomenti collaterali rispetto allo sviluppo di malattie degenerative, croniche e oncologiche, in collaborazione con la RETE, l’associazione molisana di sostegno ai malati oncologici, ha organizzato a Campobasso un seminario per riportare i risultati delle ultime scoperte in fatto di micro plastiche.
Frammenti che il microscopio ha individuato nei pesci, di varie dimensioni, nei molluschi, nella polpa di mela, nelle bottiglie d’acqua, nei cosmetici. Uno studio di nicchia ha rinvenuto micro plastiche persino nella placenta, lì dove cresce il feto, e nel latte materno. Secondo gli studiosi, ha riferito il dottor Bartolomeo Terzano, referente ISDE in Molise, l’ingerimento di queste particelle è inevitabile, e nei prossimi anni si arriverà a dati irreversibili.
L’ unica possibilità di difesa per tutti noi resta l’informazione. A tal fine l’ISDE ha lanciato una sfida. Creare una rete di medici sentinella su tutto il territorio regionale (la RIMSA) per sensibilizzare la popolazione sul tema della correlazione fra malattie e tossicità dell’ambiente. Una strategia per mettere in sicurezza il più possibile persone e animali. A breve questo gruppo di medici aderenti alla RIMSA divulgherà un libretto illustrativo su tutto quanto è utile sapere per prenderci cura della nostra salute.
Rossella Salvatorelli