Gestione Covid, avvocato Iacovino: “La Procura dice su cosa sta indagando”

IL TRIBUNALE DI CAMPOBASSO UFFICIO GIP/GUP HA NOTIFICATO A FRANCESCO MANCINI, PERSONALMENTE E NELLA SUA QUALITA DI PRESIDENTE DEL COMITATO “DIGNITA’ E VERITÀ VITTIME COVID-19”, LA RICHIESTA, AVANZATA DALLA
PROCURA DELLA REPUBBLICA, DI AUTORIZZAZIONE AD ULTERIORI MESI SEI DI INDAGINI CONTRO IGNOTI PER I REATI PREVISTI DAGLI ARTICOLI 479, 438 E 452 DEL CODICE PENALE.

Nello specifico ecco le ipotesi  di reato  per cui  si sta procedendo:
Art. 479 codice penale: Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici
Il pubblico ufficiale che, ricevendo o formando un atto nell’esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o comunque attesta falsamente fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, soggiace alle pene stabilite nell’articolo 476.

L’ipotesi di reato si riferisce, con ogni probabilità, ai dati inerenti i posti di terapia intensiva pubblici e privati, accreditati disponibili e occupati durante la pandemia e oggetto di formale comunicazione all’Istituto Superiore di Sanità’ ai fini della gestione dell’emergenza e dell’attivazione delle procedure CROSS attivabili dal momento in cui il 30% dei posti disponibili vengono occupati. 

Su tali dati si evidenzia che il comitato ha sporto formale denuncia, già a novembre 2020, per le diverse discrasie accertate. Inoltre va sottolineato che il TAR Molise, con sentenza recente,  ha accolto la richiesta di accesso agli atti, avanzata dal dott. Italo Testa, nella sua qualità di presidente del “Forum per la difesa della sanità”, di avere disponibile ogni dato inerente i posti di terapia intensiva pubblici e privati accreditati, disponibili e occupati sia prima che durante la pandemia.
Da tali dati si delineeranno eventuali responsabilità dei soggetti che hanno fatto dichiarazioni e comunicazioni formali. In Sicilia ci sono già stati diversi arresti e dimissionari!
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Articolo 476 Codice Penale
Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici
Il pubblico ufficiale, che, nell’esercizio delle sue funzioni, forma, in tutto o in parte, un atto falso o altera un atto vero, è punito con la reclusione da uno a sei anni.
Se la falsità concerne un atto o parte di un atto, che faccia fede fino a querela di falso, la
reclusione è da tre a dieci anni.
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Art. 438 Codice Penale. Epidemia.
Chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo.
e dal fatto deriva la morte di più persone, si applica la pena di morte [c.p. 28, 448]
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  1. Delitti colposi contro la salute pubblica.
    Chiunque commette, per colpa, alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 438 e 439 è punito:
  2. con la reclusione da tre a dodici anni, nei casi per i quali le dette disposizioni stabiliscono la
    pena di morte [c.p. 29, 32];
  3. con la reclusione da uno a cinque anni, nei casi per i quali esse stabiliscono l’ergastolo;
  4. con la reclusione da sei mesi a tre anni, nel caso in cui l’articolo 439 stabilisce la pena della
    reclusione.
    Quando sia commesso per colpa alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 440, 441, 442, 443, 444 e 445 si applicano le pene ivi rispettivamente stabilite ridotte da un terzo a un sesto [c.p. 63].
    L’ipotesi di reato si riferisce alla gestione della sanità molisana durante la pandemia tuttora in atto e già oggetto di specifiche denunce da parte dei medici  e del Comitato “verità e dignità vittime Covid 19. Diversi primari già il 2 aprile 2020 segnalavano e denunciavano criticità e responsabilità per la gestione sanitaria dell’ospedale Cardarelli di fatto un centro Covid senza le dovute precauzioni.
    I medici preannunciavano, già ad aprile 2020, criticità in corsia e nei percorsi dal pronto soccorso ai reperti,  con possibile pandemia colposa che di fatto c’è stata e ha interessato i medici, il personale infermieristico e i pazienti. Diversi i pazienti deceduti per Covid contratto dopo i ricoveri per patologie tempo dipendenti. Sono seguite anche le chiusure dei  fondamentali reparti di chirurgia e di medicina.
    Da non trascurare il malfunzionamento e l’inefficienza dell’impianto di ossigeno, peraltro
    insufficiente rispetto al numero dei pazienti ricoverati nei reparti di malattie infettive e di terapia
    intensiva. Carenze debitamente certificate dai responsabili ASREM.
    È stata denunciata inoltre l’insufficienza del personale medico e paramedico rispetto al crescere
    dei ricoverati. Tra i reparti più critici quello di malattie infettive che da 4 posti letto previsti e arrivati
    ad avere 80 pazienti ricoverati con personale immutato, come da dichiarazione dei medici del
    reparto.
    Infine l’assenza di un centro Covid nel Molise, unica regione italiana a tutt’oggi a non avere una
    struttura dedicata, cosa che rende palesi ulteriormente le precise responsabilità di coloro che
    avrebbero dovuto programmare, disporre e intervenire tempestivamente per prevenire, curare e
    riabilitare i pazienti affetti da Covid.
    I familiari dei 520 morti aspettano di conoscere la verità e i responsabili della strage sanitaria e
    umanitaria che hanno nomi e cognomi precisi e che continuano tranquillamente e indisturbati ad
    occupare i loro posti!
    Il comitato verità e dignità vittime Covid 19 sosterrà tramite lo studio dell’avv. Vincenzo Iacovino
    ogni azione per la verità e la dignità delle vittime di questa strage annunciata!

Intanto a settembre le prime azioni civili.
Noi non molliamo!….
Francesco Mancini
Presidente comitato

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