Consiglio regionale: giro di boa fasullo fin dalla partenza

di Massimo Dalla Torre
Il giro di boa, tra l’altro atteso da molti aficionado della politica, ha visto suonare, anzi stonare, la campanella della metà corsa nuovamente in favore dell’attuale vertice del Consiglio Regionale dopo due anni e mezzo dalla sua elezione a palazzo d’Aimmo.

Giro di boa con riconferma che, a dir la verità, era stato annunciato abbondantemente sia dai media, sia dagli osservatori del jurassik politic locale, ha nuovamente mostrato una pseudo regata dove gli equipaggi sono costituiti da molti mozzi e pochi skipper incapaci di portare in porto finanche imbarcazioni del tutto inadeguate e soprattutto impreparate ad affrontare la navigazione con la speranza, vana, aggiungiamo noi, di tenere la barra dritta senza scuffiare cosa che accade ogni qualvolta si affrontano manovre particolarmente difficili quando le acque non sono tranquille.

Giro di boa che, sostanzialmente, ha riconfermato lo start di partenza con quattro sostituzioni a bordo senza contare le commissioni alcune da ricostituire almeno nella presidenza. Su come procederà il resto della regata non è dato sapere anche perché le regole veliche sono state del tutto stravolte se non addirittura annullate causa i paventati ammutinamenti che hanno rischiato di non armare con vele, rande, spinnaker e cordame gli scafi la cui calafatura è un optional con il rischio di imbarcare acqua e colare a picco al più piccolo sciabordio.

Equipaggi e barche che, mai come questa volta, hanno perso la rotta, la bussola, il sestante e le carte di navigazione strumenti che, invece, sono l’humus dell’antica arte della marineria ci riferiamo a quella delle quattro repubbliche marinare, di cui l’Italia va ancora fiera e che, per secoli ha fatto concorrenza ai vascelli olandesi, spagnoli, inglesi e portoghesi, ma quelli erano altri tempi e altre tradizioni.

Ecco perché’ se fossimo ancora in quell’epoca, ma non lo siamo sfortunatamente, gli equipaggi privi di cognizione marinara non sarebbero ingaggiati da nessun armatore che, non rischierebbe di partecipare alle competizioni più semplici, ossia quelle riservate ai marinari di acqua dolce, la cui darsena risiede nei palazzi della politica molisana caratterizzati da fasciame che fa acqua da tutte le parti.

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