Campobasso/ Cantieri in città, la storia infinita

L’argomento viene proposto ciclicamente perché puntualmente poi non trova risposte da parte delle autorità che, tra gli altri compiti, avrebbero anche quello di darle. Se è vero che per alcune ‘incompiute’ qualcosa s’inizia a muovere (che non vuol dire che usciranno da quello stato), in altri casi regna il famoso ‘silenzio assordante’ che sembra essere destinato a diventare eterno. Così l’autostrada Termoli-San Vittore, poi diventata superstrada sarebbe di nuovo nell’agenda ministeriale e il Palazzo della Regione, ora oggetto di una proposta di projet financing, torna tra le decisioni che la Giunta-Toma dovrà prendere (forse); la stessa cosa non si può dire dell’aeroporto di Campochiaro (o della sua alternativa in provincia di Isernia) o la chiusura dell’anello di Tangenziale (di cui la memoria più recente sono i ricorsi all’appalto, poi aggiudicato ma non ancora nella fase dell’avvio dei lavori). E ancora: la metropolitana leggera, ferma dopo che tutte le opere strutturali sono terminate e di cui si dice che nel 2022 sarà attiva.

In questo contesto spicca, in negativo, la situazione di Campobasso, che alla Tangenziale incompleta ‘abbina’ anche altri cantieri ‘infiniti’ e opere incompiute. Il mistero assoluto (e, speriamo, non ‘buffo’) continua ad avvolgere i lavori sulla chiesa madre del capoluogo di regione. La chiusura al culto, annunciata come provvisoria sta assumendo i toni della provvisorietà ‘all’italiana’: anche in questo caso si è parlato del 2022 come dell’anno decisivo per la riapertura, ma rumori ‘da cantiere’ da quelle parti non si sentono da tempo.

Ad un certo punto sarebbero emersi problemi in corso d’opera, strutturali e seri e si disse allora che il finanziamento pubblico per risolverli sarebbe arrivato: avrà preso uno dei treni molisani e quindi obbligato a qualche sosta di troppo! Restando in tema, visto che di projet financing si parla adesso, ricordiamo quello che ‘in illo tempore’ propose il compianto Mario Di Biase per il mercato coperto; negli anni venne modificato perché la politica impose modifiche riduttive alla volumetria e aggiuntive ai servizi accessori, ma comunque al momento non se ne è fatto nulla, né sulla base di quella ipotesi né di altra e non si sa se e quando si farà.

C’è poi l’edilizia scolastica. La sicurezza sarebbe in teoria il fiore all’occhiello di ogni amministrazione pubblica: lo sarebbe dovuto essere, stando ai programmi elettorali, almeno dall’ultima amministrazione Massa in poi, ma le scuole più o meno come erano allora sono adesso, salvo qualche chiusura con conseguente trasloco. Forse vedremo la nuova struttura di Via Crispi e quella di Piazza della Repubblica, speriamo anche quella di Mascione; sul restante 80/90% delle opere ipotizzare nutrirei alcuni dubbi almeno nel medio periodo.

Il Molise, si sa, è regione dal clima freddo e ventilato, che travolge spesso parole e promesse!

Stefano Manocchio

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